01 agosto 2001

Palermo: mostra beffa per far riaprire lo Steri

 
«Ma dov'è la mostra? Qui è tutto chiuso». Una signora perplessa, invito alla mano, verifica data e orario, e subito dopo chiede informazioni alle altre persone rimaste come lei fuori dallo storico palazzo di Piazza Marina...

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L’unica spiegazione alla chiusura dell’intero edificio, che sfoggia così le sue robuste grate di ferro da vecchia sede dell’Inquisizione, arriva da un foglietto scritto al computer e appiccicato alle sbarre con lo scotch: «Risulta all’amministrazione che sono stati diffusi inviti di una mostra di giovani artisti, ma dopo i controlli doverosamente effettuati si è appurato che nulla è stato concordato. Il rettore pertanto declina ogni responsabilità e dispone che i locali restino chiusi». «Che peccato – esclama un’altra visitatrice – Più che per la mostra, io era venuta qui proprio per vedere questo palazzo. Non visitavo Palermo da tanto tempo e speravo di poter vedere questo splendido monumento». Eppure l’invito parlava chiaramente: “Venerdì 20 luglio alle ore 19, nella Sala Magna di Palazzo Steri sarà inaugurata la mostra dei giovani pittori Simone Corleone, Francesco Danaro e Dareno Palermo. Gli artisti saranno presentati da Maurizio Calvesi”. Firmato Giuseppe Salerno, presidente associazione Nuova figurazione. Seguono indirizzo e si annuncia un cocktail. Tutto secondo le regole, se non fosse che i tre «giovani» artisti – con i nomi leggermente modificati – sono in realtà Simone da Corleone, Cecco di Naro e Darenu da Palermo, pittori medievali autori delle pregevoli pitture del soffitto ligneo della Sala Magna dello Steri, che Calvesi fosse all’oscuro di tutto e che l’invito del sedicente presidente dell’inesistente associazione sia firmato con il vero nome dello Zoppo di Gangi, celebre artista madonita dei primi del Seicento. Autore del falso invito, che cela in realtà ben altro intento che quello di un mero scherzo, è Enzo Sellerio, fotografo e editore palermitano.
Sellerio spiega così la sua provocazione: «La chiusura della Sala Magna dello Steri, aperta per volere del rettore solo eccezionalmente per dibattiti e congressi, è una grave perdita per i palermitani e per i turisti. Lo Steri potrebbe essere inserito nell’itinerario delle bellezze artistiche della città. Il suo soffitto ligneo è un capolavoro assoluto, che rischia di essere conosciuto solo da pochissimi privilegiati. La mostra fantasma è stata una scusa per aprire il dibattito su questo argomento». Oltre trecento gli inviti beffa spediti da Sellerio per puntare l’attenzione sulla fruizione della Sala Magna. Sotto accusa anche lo stuolo di poltroncine inamovibili, imbullonate nel pavimento della preziosa sala: «Quelle poltroncine sono da togliere immediatamente – tuona Sellerio – Forse sbaglierò, ma non piacciono nemmeno al rettore. Che spero voglia invece aiutare questi “giovani pittori’” a crescere».
Il soffitto ligneo, con la sua straordinaria narrazione di 32 storie, lungo ventisette metri e largo otto, fu realizzato in tre anni, dal 1377 al 1380, per ordine di Manfredi III Chiaromonte, allora all’apice del suo potere. Lo Steri fu successivamente tribunale dell’Inquisizione, rifugio dei poveri, impresa del Lotto, ufficio giudiziario e dogana, fino a divenire corte d’appello e infine sede del rettorato universitario. Le pitture del soffitto ligneo sono considerate dagli studiosi «uno speculum historiae e una summa figurativa di tutta la letteratura romanzesca medioevale».
«Si parla tanto di promozione della cultura, del suo legame con l’economia – prosegue Sellerio – e perché allora non si apre al pubblico la Sala Magna, magari con un piccolo biglietto d’ingresso, che possa servire a pagare la manutenzione e un sorvegliante? Non occorrerebbero grandi cifre. Tra l’altro esiste già una scala esterna che permetterebbe l’accesso senza disturbare nessuno. Con una spesa di circa nove milioni, inoltre, potrebbe essere acquistato un ponteggio automatico, che permetterebbe di osservare le pitture da vicino: un richiamo ulteriore per il pubblico, che potrebbe scoprire scene inedite, piccanti e curiose».

Paola Nicita

[exibart]

5 Commenti

  1. le solite novelle siciliane!!
    in una terra che non trema piu da tempo per la cultura ma solo per l’ignoranza !!!
    tanti auguri…..

  2. Finalmente qualcuno che si muove con fantasia e coraggio per svegliare la nostra cultura addormentata.

    Speriamo che serva a smuovere qualcosa!!!

  3. Mi dipiace utilizzare questo spazio (grazie ad Exibart)per una polemica poco costruttiva. Ma da Siciliano (sono fiero di esserlo) non posso non rispondere al messaggio inviato da c.a.s.a.. La Sicilia è viva. Palermo, Catania, Siracusa sono città dove si respira cultura, riaprono teatri, si allestiscono mostre (Cantieri Culturali alla Zisa), grosse istallazioni e grossissimi spettacoli (Taormina ecc.).

  4. C.a.s.a…..
    è fin troppo ovvio immaginare che anche in Sicilia, come ovunque, vi siano degli ignoranti.
    Ma un’altra cosa, ora, appare ovvia.
    Che dovunque tu vada, Sicilia o altrove, gli ignoranti sono sempre uno di più.
    Ciao, Biz.

  5. Dimenticavo….
    … avete presente “La volpe e l’uva?”.
    Ecco, pare che la volpe fosse francese, proprio come c.a.s.a.
    Ciao, Biz.

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