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I piranha di Banksy troveranno casa nella nuova sede del London Museum
Street Art
di redazione
Un anno fa, sulle finestre di una garitta della polizia nella City di Londra, comparve all’improvviso uno sciame di piranha: un’altra apparizione fulminea degli spray di Banksy, parte della serie a tema animalier, disseminata nella capitale inglese nell’agosto 2024. Oggi, quell’opera, ribattezzata Piranhas e quasi immediatamente rimossa ed esposta provvisoriamente al Guildhall Yard, è stata trasferita nei depositi comunali, per riemergere nel 2026 al London Museum, nella nuova sede di Smithfield. La decisione della City of London Corporation di donarla al museo sigilla il passaggio di Piranhas dall’instabilità della strada alla collezione pubblica.
«Con l’arrivo dei Piranhas di Banksy la nostra collezione copre un arco che va dai graffiti romani alla Street art contemporanea», ha spiegato alla BBC Glyn Davies, responsabile curatoriale del museo. L’opera diventerà così parte di una narrazione che lega il segno inciso nelle pietre antiche ai linguaggi urbani più recenti, dimostrando come il bisogno di lasciare tracce nello spazio pubblico attraversi i secoli.
Una favola metropolitana, tra acquari e telecamere
La sentry box di Ludgate Hill, installata negli anni ’90, era stata pensata come presidio di sorveglianza. Banksy l’ha reinventata come vasca trasparente popolata da pesci voraci: un’iconografia da molti letta come un ribaltamento ironico del celebre squalo di Damien Hirst, oppure come un commento tagliente sul rapporto tra controllo e paura. Il pezzo è stato indicato da diversi critici come il più incisivo della serie londinese, che includeva anche elefanti, scimmie e un rinoceronte pronto a schiacciare un’automobile.
La serie di nove lavori aveva trasformato Londra in un gigantesco gioco di indizi zoologici, scatenando la curiosità collettiva e una vera competizione sui social per documentare prima di tutti ogni nuova apparizione. Ma, come accade spesso anche con Banksy, alcune opere furono coperte, vandalizzate o rimosse in pochi giorni. Piranhas, invece, sopravvivrà, anche se non in strada.
Con un investimento pubblico da 222 milioni di sterline, la nuova sede del London Museum punta a due milioni di visitatori all’anno. E Piranhas è destinato a diventare una delle sue attrazioni iconiche, al di là del gesto clandestino.
Banksy e i musei, un rapporto da costruire
Si tratterà peraltro di una delle poche opere musealizzate di Banksy, il che potrebbe sembrare un paradosso, considerando la notorietà dell’anonimo artista e la sua influenza sulla cultura visiva contemporanea. Love is in the Bin, opera del 2018 originata dalla celebre Girl with Balloon autodistrutta all’asta, è stata esposta allo Staatsgalerie Stuttgart dal 2019 al 2021, quando fu rivenduta per 18,5 milioni di sterline a un collezionista privato. C’è poi Cardinal Sin, una scultura del 2011 conservata alla Walker Art Gallery di Liverpool. E poi null’altro, almeno secondo le nostre informazioni.

A Londra però qualcosa si sta muovendo. Oltre a Piranhas, un’altra opera di Banksy farà parte delle collezioni pubbliche. Giusto poche settimane fa, il London Transport Museum ha acquisito ed esposto un’opera dello street artist originariamente apparsa nell’ottobre 2019, a Croydon, sulla porta di un armadietto che ospitava i macchinari per i controlli dei semafori e dei segnali dei tram nelle vicinanze. Il London Transport Museum rimosse lo sportello per prevenire furti o danni all’opera, raffigurante uno dei suoi famosi topi appeso alla lancetta di un orologio, e l’ha aggiunto su un armadio identico, esposto nella collezione.














