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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 10 al 16 novembre.
Teatro e danza
Il fascino del male in Riccardo III
Il regista Antonio Latella porta in scena la cupa parabola di Riccardo III di Shakespeare, rovesciando tutte le nostre convinzioni sull’idea stessa di malvagità: «Il male che mi interessa è nella bellezza, non nella disarmonia». Disposto a utilizzare ogni mezzo in suo possesso per salire al trono d’Inghilterra, il protagonista del dramma, interpretato da Vinicio Marchioni, è tradizionalmente rappresentato – e così descritto dal suo autore – tanto mostruoso nell’animo quanto difforme nel fisico.
Latella compie invece un ribaltamento di prospettiva: «Il male è. Non è una forma. Il male è vita. Il male è natura. Il male è divinità. Il nostro intento è quello di provare ad andare oltre l’esteriorità del male, cercando di percepirne l’incanto. …Ma è ancora accettabile l’“alibi di deformità” nel ventunesimo secolo? Probabilmente il Bardo ne aveva bisogno per giustificare al pubblico, in qualche modo, tutte le malefatte del protagonista. A noi interessa la forza della parola, la seduzione della parola, e, perché no, la scorrettezza della parola. E se il male fosse la natura stessa?».

“Riccardo III”, di William Shakespeare, traduzione Federico Bellini, adattamento Antonio Latella e Federico Bellini, con Vinicio Marchioni, Silvia Ajelli, Anna Coppola, Flavio Capuzzo Dolcetta, Sebastian Luque Herrera, Luca Ingravalle, Giulia Mazzarino, Candida Nieri, Stefano Patti, Annibale Pavone, Andrea Sorrentino; dramaturg Linda Dalisi, scene Annelisa Zaccheria, costumi Simona D’Amico, musiche e suono Franco Visioli, luci Simone De Angelis. Coproduzione Teatro Stabile dell’Umbria, LAC Lugano Arte e Cultura. A Milano, Teatro Strehler, dal 12 al 30 novembre. In tournée.
Etna e Fuji, i due vulcani fratelli
Ispirato dagli studi dell’antropologo Fosco Maraini, che associa il vulcano siciliano dell’Etna al Fuji giapponese, il coreografo catanese Roberto Zappalà delinea uno spettacolo ponte tra Occidente e Oriente. Brother to Brother: dall’Etna al Fuji (al teatro delle Muse di Ancona, il 15 novembre) è un viaggio tra leggerezza e densità, tra delicatezza e irruenza.
«Il lavoro – spiega il coreografo – è un percorso tra sospensione e abisso. Un viaggio nelle profondità della terra e sulla fragile crosta della superficie, tra i comportamenti e i linguaggi dei vulcani e quelli delle comunità che li abitano. Due mondi apparentemente lontani, ma sorprendentemente simili».
Il percorso tra i due vulcani fratelli, come vengono definiti nel titolo, viene condotto con nove danzatori della sua compagnia e di tre percussionisti del gruppo italo-giapponese Munedaiko, consacrati alla pratica e alla valorizzazione del Taiko, il grande tamburo della tradizione nipponica, considerato specchio dell’anima di chi suona. La loro ricerca musicale si innesta sul paesaggio sonoro composto da Giovanni Seminerio.

Les Noces algerine di Igor Stravinskij
In prima nazionale, il coreografo Emilio Calcagno con l’ensemble francese Compagnie ECO, porta in scena, nell’ambito de Le Projet Yallah Danse (a Catania, Scenario Pubblico, il 15 e 16 novembre), Les Noces sulla musica di Igor Stravinsky, una versione tutta al maschile con dieci danzatori. La creazione esplora il rituale della preparazione alle Nozze dell’uomo algerino – e più in generale, mediterraneo -, il rapporto che si crea e la complicità collettiva tra uomini prima del matrimonio. Qui le nozze sono suggerite, immaginate: tutti e nessuno sono i possibili sposi candidati. Le nozze diventano così una domanda aperta: sono una scelta di vita? La seconda coreografia Soyez les Bienvenu é uno spaccato della gioventù algerina con i propri sogni, ambizioni in un paese dove la libertà di scelta e di pensiero è controllata. Uno sguardo di questa nuova generazione su l’Europa visto dal Maghreb.

La città dei vivi
Liberamente ispirato al romanzo best seller di Nicola Lagioia, La città dei vivi gioca sull’alternanza tra presenza e assenza: gli attori in carne e ossa si confrontano con presenze virtuali, proiezioni e ologrammi che ampliano lo spazio scenico in una dimensione sospesa tra teatro e videoarte. Un delitto assurdo e brutale, un caso di cronaca nera tra i più disturbanti degli ultimi anni diventa dunque materia teatrale: due giovani insospettabili torturano e uccidono un coetaneo senza un motivo apparente.
Da questo fatto realmente accaduto, Lagioia costruisce un’inchiesta narrativa che scava nel buio delle coscienze, mettendo in discussione il confine tra colpa e normalità, tra mostruosità e quotidiano. La discesa in un inferno morale che appartiene non solo ai protagonisti, ma a un’intera società.

“La Città dei vivi”, liberamente tratto dal romanzo di Nicola Lagioia, regia, video e adattamento drammaturgico Ivonne Capece, interpreti Sergio Leone, Daniele Di Pietro, Pietro De Tommasi, Cristian Zandonella, scene Rosita Vallefuoco, videomaking e regia video Ivonne Capece, costumi e concept visivo Micol Vighi, sound designer Simone Arganini, light designer Luigi Biondi. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, TPE Teatro Piemonte Europa, Teatri di Bari, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro di Sardegna. A Milano, Teatro Fontana, il 13 e 14, e dal 17 al 26 novembre. In tournée.
Xenos, festival di performance a Siena
La Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala di Siena, presenta la seconda edizione di XENOS festival internazionale dedicato alla performance contemporanea, ideato da Cristiano Leone e con la direzione artistica di Anna Lea Antolini.
Dal 13 al 16 novembre, il complesso museale si trasforma in un palcoscenico diffuso: performance site specific in dialogo con affreschi e architetture del museo si alterneranno a interventi itineranti, che attraversano spazi e sguardi, celebrando il confine tra visibile e invisibile.
Tra i nomi più noti spiccano il violinistra Yury Revich, Alice Mariani prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, la performer Marta Ciappina, il coreografo Virgilio Sieni, il collettivo KOR’SIA, i performer e coreografi internazionali Arno Schuitemaker e Noé Soulier e i coristi del Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini” diretto dal Maestro Lorenzo Donati, con la partecipazione speciale di Jacopo Veneziani, storico dell’arte e divulgatore, e molti altri ancora.

Sei donne cloni
Sono i maestri del teatro danza Michele Abbondanza e Antonella Bertoni i prossimi ospiti del Network Internazionale Danza Puglia (ideato dal coreografo e danzatore Ezio Schiavulli) con lo spettacolo Femina (al Teatro AncheCinema di Bari, il 16 novembre). Una coreografia di Antonella Bertoni con le danzatrici Sara Cavalieri, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Ludovica Messina Poerio in scena come dei cloni, con un travestimento posticcio fatto per lo più di parrucche bionde e lingerie chiara. Si somigliano tutte, si muovono meccanicamente ognuna nel proprio spazio, nel proprio mondo. La relazione quasi non esiste: ognuna è sola, tutte sono uguali, imprigionate in una società che uniforma, annullando le unicità. Lo spazio che le accoglie è bianco, asettico, anonimo, un non-luogo che potrebbe essere ogni posto e nessun posto.

Raccontare la notte
Notte, del duo italo australiano Cuocolo/Bosetti è un racconto narrato che il pubblico potrà ascoltare dai palchetti, attraverso un sistema di cuffie. L’intreccio tra biografia personale e collettiva, in una continua mescolanza tra verità e finzione, è un’impronta autoriale tipica di Cuocolo/Bosetti.
I testi che compongono Notte (produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, a Bologna, Arena del Sole, il 15 e 16 novembre e dal 21 al 23) sono nati con il buio intorno: «Credo di aver scoperto una cosa: quasi tutto quello che dico – si legge nelle note della compagnia – tutto quello che ho pensato l’ho pensato di notte, l’ho scritto di notte. La notte è il regno dei pensieri sbilenchi, dove tutto luccica anche se non è oro. Dove pensiamo di aver trovato la soluzione, e alle volte la troviamo per davvero. Dove i confini sono più labili. Dove ricordiamo e non ricordiamo. …E poi d’un tratto si sogna e quasi senza accorgersene voliamo via: dal letto, dalla casa, da quella città, da tutta la vita che abbiamo davanti e da tutta quella vita che è dietro di noi. Questa è la notte».

La danza tra Cattelan e Ballario
Nell’ambito del progetto Komorebi di Stazione Utopia per Autunno Fiorentino 2025, al PARC di Firenze due performance: Superstella di Vittorio Pagani, un’indagine esistenziale e artistica che oscilla tra caos e ordine, tra idealizzazione e realtà, tra il desiderio di compiutezza e il fascino del perpetuo divenire (l’11 novembre); e, il 14, un progetto monografico del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto nato sulla scia di Visioni del corpo. Vedere l’arte contemporanea attraverso la danza d’autore, ciclo di incontri in dialogo tra danza e arte visiva.
Protagonisti di questa nuova visione il giornalista e divulgatore culturale Nicolas Ballario e la coreografa Lara Guidetti, in un lavoro sulle opere di Maurizio Cattelan, irriverenti e provocatorie, capaci di mettere in discussione l’arte, la società e l’identità con ironia tagliente e grande impatto visivo. Guidetti, con i danzatori Alessia Giacomelli e Kiran Gezels, dà corpo e movimento alle visioni “cattelaniane”, trasformando l’ironia, il paradosso e il non detto delle sue opere in gesto fisico, e Ballario accompagna il pubblico alla scoperta della storia e della poetica di Cattelan.

La via del popolo di Saverio La Ruina
Due uomini percorrono simbolicamente una strada: un uomo del presente, di fretta e con distacco ed un uomo del passato, lentamente e con cura per le relazioni umane. Via del Popolo è questa strada in una piccola città della Calabria un tempo piena di vita: due bar, tre negozi di alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema. Un mosaico di storie, di incontri, di vite.
Premio Ubu 2023 come miglior testo italiano Via del Popolo di Saverio La Ruina, drammaturgo, regista e grande interprete, è una narrazione profonda, poetica ed ironica sul cambiamento di una cittadina del Sud stravolta dall’arrivo della globalizzazione che è anche un racconto autobiografico, ricco di ricordi e sfumature. Il racconto di un’appartenenza: a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Un viaggio poetico sul e nel tempo, un tempo che corre veloce ma che va vissuto e non inseguito. In scena a Genova, Teatri di S.Agostino, dal 12 al 14 novembre.

P.P.P. Profezia è Predire il Presente
Il nuovo reading-concerto di Massimo Zamboni – storico fondatore dei CCP e CSI – P.P.P. Profezia è Predire il Presente che ha ispirato l’omonimo album uscito nel gennaio 2025 per Le Vele – Egea Records, è un viaggio poetico ispirato a Pier Paolo Pasolini, a cinquant’anni dalla sua tragica scomparsa (a Vicenza, Teatro Comunale il 12 novembre). Sul palco Erik Montanari alle chitarre e ai cori, Cristiano Roversi alle tastiere, e synth e, come special guest per la data di Vicenza l’attrice Anna Della Rosa ad interpretare in scena gli scritti pasoliniani. Più che un concerto, è un’opera letteraria trasposta in musica. Più che canzoni, si tratta di capitoli che ripercorrono e ricostruiscono una storia unica e controversa, preziosa e drammatica, quella di uno dei maggiori intellettuali italiani di sempre.

La narrazione seriale a teatro del Gruppo della Creta
Ideato da Gruppo della Creta insieme a Pier Lorenzo Pisano, lo spettacolo NELLE PUNTATE PRECEDENTI _ Giro di vite, è una saga familiare che si sviluppa in cinque episodi che si susseguono nell’arco di cinque settimane (iniziata il 28 ottobre e fino al 25 novembre, a Roma, Teatro Basilica). Ogni appuntamento è una tappa di un percorso più ampio, un invito a tornare, a ricostruire insieme il filo di una vicenda che cresce e muta nel tempo.
In questa struttura, il pubblico non è solo spettatore ma parte di una comunità narrativa: chiamato, settimana dopo settimana, a ritrovare i personaggi, a riconoscere le tracce, a farsi custode di una memoria in divenire. L’esperimento prosegue l’11 e il 12 novembre con il terzo episodio, scritto da Lorenzo Fochesato. Un nuovo capitolo di un racconto in divenire che intreccia le generazioni, le memorie e le colpe tramandate, portando sulla scena le sfumature più intime delle relazioni e dei destini che si ripetono. Il quarto episodio di Valeria Chimenti, il 18 e 19; il quinto di Rebecca Righetti, il 24 e 25.

La Seconda classe di Controcanto Collettivo
Il nuovo spettacolo Seconda Classe, di Controcanto Collettivo, la compagnia romana conosciuta per il linguaggio essenziale e raffinato, e narrazioni originali e profonde sull’umanità, è un’indagine sul tema della ricchezza, del lusso e della sua esclusività. Che alcuni abbiano tanto e altri pochissimo o anche niente è un paradosso nel quale viviamo immersi al punto che saremmo pronti ad allibirci (taluni persino ad allarmarsi) di una sua possibile scomparsa. Questa secolare abitudine all’ingiustizia ha fatto sì che allo sforzo di sradicarla (che pure storicamente è esistito in buone teorie e spesso cattive pratiche) si sia preferito il tentativo di abitarla e, possibilmente, cavalcarla, ciascuno secondo i propri mezzi, gradini e possibilità.

“Seconda classe”, drammaturgia originale Controcanto Collettivo, idea e regia Clara Sancricca, con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Clara Sancricca, scenografia Michelle Paoli, luci Martin Emanuel Palma, costumi Moris Verdiani. Produzione Teatro Stabile dell’Umbria. A Roma, Spazio Diamante Roma, dall’11 al 16 novembre; a Milano, Teatro Elfo Puccini Milano, dal 18 al 22.
Arcipelago coreografico a Firenze
Per Arcipelago coreografico, rassegna di autori under 35, di Fabbrica Europa, a Firenze, parco delle Cascine, il 15 e 16 novembre due performance: Forest di Rafael Candela è una performance itinerante che prende vita nello spazio pubblico, lasciandosi guidare dai ritmi dell’ambiente e invitando passanti e spettatori a riscoprire il presente e il quotidiano con uno sguardo diverso.
Hit out di Parini Secondo è un progetto coreografico e musicale che usa il salto della corda come strumento percussivo. Le performer intrecciano ritmo e movimento in una partitura fisica e sonora: l’allenamento diventa gesto performativo, eco di resistenza e ribellione al restare fermi.

Pirandello tra danza e teatro
La nona edizione del festival Conformazioni di Palermo diretto da Giuseppe Muscarello (progetto che fa della danza contemporanea un linguaggio vivo, collettivo, capace di generare pensiero e comunità, intrecciando arte e cittadinanza, corpo e parola, mantenendo intatta la sua vocazione civile e poetica), chiude il 15 novembre, allo Spazio Franco, con La Patente, tratto da Luigi Pirandello, con la regia e l’interpretazione di Salvatore Tringali, e Giuseppe Muscarello alla danza (produzione Cantina Sperimentale Iblea). Un duetto tra parola e gesto che reinterpreta Pirandello con urgenza contemporanea, riflettendo sul rapporto tra maschera, vergogna e identità.

Lettere a Bernini, riflessione universale sull’arte e l’artista
Il Bernini raccontato dal regista Marco Martinelli in Lettere a Bernini (A Firenze, Teatro Cantiere Florida, il 14 e 15 novembre), è incandescente e vulcanico: un uomo il cui genio è ammirato dal mondo, ma che nel buio del suo studio è disperato e solitario. Il demone con cui lotta è l’ombra dell’odiato rivale, Francesco Borromini, il geniale architetto ticinese, figura che evoca in absentia al pari di quelle dei suoi allievi, ai quali si rivolge discutendo con loro, mettendoli in posa, facendoli recitare nelle commedie da lui scritte e dirette, perché imparino a incarnare gli “affetti”, i sentimenti che dovranno trasferire nel marmo. Quando giungerà la notizia inaspettata del suicidio di Borromini, la furia cederà il passo alla pietas.
In scena Marco Cacciola, in cui la voce dell’attore e quella di Bernini si rincorrono senza soluzione di continuità a generare sulla scena – come scolpendo nel vuoto – presenze, figure e ricordi.

Circles, il viaggio dei giochi, dei Kataklò
Ideato da Jacopo Pozzi e coreografato da Giulia Staccioli, Circles, il viaggio dei giochi, lo spettacolo (al Teatro Carcano di Milano, il 14 e 15 novembre) è un ricco turbinio di coreografie complesse che attingono all’anima sportiva primordiale della compagnia Kataklò, che trasporta gli spettatori sulle cime innevate di Livigno, alla scoperta della storia dell’uomo e dell’olimpismo, per un viaggio che parte nel mondo antico e che termina nel futuro, con la nascita del freestyle. L’opera è divisa in cinque quadri, che richiamano i Cerchi Olimpici, e, attraverso un narratore che viaggia nel tempo, racconta una grande storia di uomini e di montagna, di sport e di gioco. Il registro linguistico è quello della fiaba contemporanea, con un ritmo quasi musicale.

Danza urban e techno con il collettivo MazelFreten
Rave Lucid, la creazione coreografica del collettivo francese MazelFreten (protagonista della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024), firmata da Brandon Masele e Laura Defretin, due tra i nomi più interessanti della scena urban internazionale, vede in scena dieci danzatori trasformare il palcoscenico in un dancefloor pulsante, un luogo di energia condivisa dove la potenza della musica techno e l’intensità del movimento si fondono.
Coprodotto dal Ballet National de Marseille diretto da (LA)HORDE, Rave Lucid (il 12 novembre al Teatro Civico di Vercelli, il 14 al Teatro La Fabbrica di Villadossola, nell’ambito della rassegna We Speak Dance, promossa della Fondazione Piemonte dal Vivo), si concentra più specificamente sull’electro, uno stile estremamente energico, in sintonia con le pulsazioni dei ritmi elettronici, caratterizzato da movimenti rapidi e grafici delle braccia, che combina l’energia dei movimenti con una ferrea disciplina mentale.















