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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 14 al 19 ottobre.
Teatro e danza
Il lutto si addice a Elettra, a Genova
Uno dei capolavori assoluti della drammaturgia del Novecento, scritto nel 1931 da Eugene O’Neill, Il lutto si addice ad Elettra è un affascinante e inquietante viaggio tra mito archetipico e moderna psicoanalisi, tra dramma borghese e tragedia classica. Affidato alla regia di Davide Livermore e a un cast di grande affiatamento, l’opera torna in scena al Teatro di Genova, a distanza di quasi trent’anni dal celebre allestimento di Luca Ronconi del 1997, in una rinnovata lettura, ancora più legata alle tensioni e alle contraddizioni individuali e collettive del nostro tempo, con le tensioni e le contraddizioni di personaggi-mito, incarnazioni tragiche che riverberano inquietudini eterne.
«Con questo testo – scrive la traduttrice Margerita Rubino – O’Neill fissa la nascita ufficiale del Teatro americano. E volle ancorarsi all’atto fondativo dello spettacolo occidentale, l’Orestea di Eschilo, e stabilire una nuova civiltà teatrale. Tre parti e tredici atti, scritti nel linguaggio più lineare e diretto della letteratura angloamericana, con un plot serrato, una continuità di tensione e una profondità del sentire e dell’agire dei personaggi da tragedia greca».

“Il lutto si addice ad Elettra”, di Eugene O’Neill, traduzione e adattamento Margherita Rubino, regia Davide Livermore, con Paolo Pierobon, Elisabetta Pozzi, Linda Gennari, Marco Foschi, Aldo Ottobrino, Davide Niccolini, Carolina Rapillo, scene Davide Livermore, costumi Gianluca Falaschi, musiche Daniele D’Angelo, luci Aldo Mantovani. Produzione Teatro Nazionale di Genova, in coproduzione con Centro Teatrale Bresciano per il 2026. A Genova, Teatro Ivo Chiesa, dall’11 al 26 ottobre.
Festival delle Colline Torinesi
La storica rassegna teatrale diretta da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla e organizzata da TPE – Teatro Astra, compie 30 anni e torna (dal’8 ottobre al 3 novembre) con 7 prime, 4 produzioni, 16 spettacoli, e 26 giorni di programmazione in sette luoghi.
Tra gli spettacoli della settimana, il 16, 17 e 18 ottobre, a San Pietro in vincoli, Giulio Cesare o la notte della repubblica, della compagnia Mulino di Amleto, regia di Marco Lorenzi, un percorso di ricerca e di creazione sul tema del rapporto tra potere, individuo e fragilità degli ordinamenti democratici e repubblicani nella nostra epoca. Ci sono eroi o uomini fragili in questo capolavoro shakespeariano? Bruto, Cassio, Antonio, Casca e una intera umanità di uomini e donne che si muovono per amare della patria o per il potere? La vera vittima di questa vicenda non è Giulio Cesare, ma la Repubblica.
Il 15 e 16, al Teatro Astra, La vie secrète des vieux, di Mohamed El Khatib, la vita sentimentale di anziani non attori (con loro una sola professionista), a dimostrare che non si smette mai di amare. Un modo, sul parquet di una sala da ballo, per esaltare passioni che sono inversamente proporzionali alla fragilità dei corpi.

L’Amleto di Leonardo Lidi
La stagione dello Stabile di Torino si è aperta con la nuova produzione dell’Amleto di William Shakespeare per la regia di Leonardo Lidi. Icona forte e carismatica, simbolo del teatro stesso, il personaggio di Amleto incarna l’essenza dell’umanità.
Nelle note sullo spettacolo, Lidi dichiara: «Mi pare, e lo dico con rammarico, che ci sia bisogno di ribadire i “perché” del teatro. E con teatro intendo l’unico che conosco, quello che non si accontenta del passato e non valuta la propria esistenza con l’applausometro, come un qualunque format televisivo. … Ho scelto un cast di 7 possibili Amleti, capitanati da Mario Pirrello, in grado di raccontare una distanza indispensabile con l’identikit del personaggio, ma allo stesso tempo un’adesione speciale con l’anima del principe di Danimarca. …Ho preso le distanze dalla verità creando un mondo altro, per consentire un avvicinamento condiviso attraverso la rappresentazione».

“Amleto” di William Shakespeare, traduzione e adattamento Diego Pleuteri regia Leonardo Lidi, con Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Rosario Lisma, Nicola Pannelli, Mario Pirrello, Giuliana Vigogna, scene e luci Nicolas Bovey, costumi Aurora Damanti, suono Claudio Tortorici, movimenti scenici Riccardo Micheletti. Produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale. Al Teatro Carignano fino al 26 ottobre.
Il nuovo Ubù Re del Teatro della Tosse
Ispirato alla saga ubuesca di Alfred Jarry – padre delle avanguardie del ‘900 – lo spettacolo Ubù Re scatenato scritto e diretto da Emanuele Conte, (dal 16 al 26 ottobre, Teatri di S.Agostino, Genova), con un cast di attori storici e giovani talenti entrati a far parte della compagnia, è un omaggio a questo personaggio che rappresenta per il genovese Teatro della Tosse, fin dall’inizio, un atto di libertà poetica e politica. Figura burlesca e ridicola, violenta e malvagia, UBÙ incarna il potere tirannico ed infantile, è il re dell’eccesso bulimico che rifiuta ogni mediazione; è l’agitatore di dubbi, sempre scorretto ed amorale, è colui che mette in crisi i valori del suo tempo, facendosi profeta delle detonazioni che avrebbero caratterizzato il ventesimo secolo.
Per questo nuovo allestimento Conte ha riscritto la sua storia, dando vita a un dialogo tra passato e presente e scegliendo di trasportare questo personaggio destabilizzante, insieme alla sua immancabile Madre UBU, nel nostro tempo. Come è diventato oggi UBU? Cosa ha ancora da dirci?

L’analfabeta di Ágota Kristóf
Prima nazionale, il 18 e 19 ottobre, al Teatro Vascello di Roma, de L’analfabeta di Fanny & Alexander con Federica Fracassi (produzione Piccolo Teatro di Milano, E Production, Teatro Stabile di Bolzano, in collaborazione con Romaeuropa Festival) nell’adattamento di Chiara Lagani. L’omonimo testo autobiografico di Ágota Kristóf, in cui, la geniale scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, racconta la propria esperienza di esilio e il difficile rapporto con una lingua che non è la sua.
«La lingua matrigna è il centro pulsante di questo racconto, che finisce perciò per essere un testo su tutta la sua opera, oltre che sulla sua vita». Kristóf fu infatti costretta a espatriare nel 1956, a 21 anni, dopo la repressione dei moti di Budapest e l’invasione dell’Armata Rossa, stabilendosi in Svizzera. Qui dovette ricostruire la propria esistenza, anche e soprattutto attraverso l’abbandono della lingua materna in favore del francese, che definì una “lingua nemica” e sconosciuta.
Dal 23 ottobre al 2 novembre lo spettacolo sarà al Piccolo di Milano.

Carmen, e le donne alleate
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre, una nuova creazione coreografica di Virgilio Sieni Canti d’Allenza (il 18 ottobre al Teatro Goldoni di Livorno, produzione Fondazione Teatro Goldoni di Livorno e il Centro di Produzione della danza Cango/Firenze), con protagoniste nove danzatrici, delle quali cinque giovani under25, e ispirato alla vicenda di Carmen l’opera di Bizet.
«Donne alleate che tracciano l’esserci con la forza di un urlo che deflagra in cerimonie fisiche. Danzatrici e cittadine s’incontrano nel segno di un’esperienza che intende esprimersi attraverso una pratica di complicità e d’alleanza. Lo spazio dell’azione, al pari di una piazza pubblica, ospita una danza di denuncia e accusa, flusso continuo, senza sosta, inarrestabile: uno sguardo vigile, urgente, edificato dal loro sentirsi complici e libere. La danza si compone di sequenze coreografiche brevi: utilizziamo la forma dell’aiku, del breve componimento giapponese in forma poetica che assembla e unisce parole e senso per alimentare la visione sul sentimento di reciproca solidarietà tra donne».

Tu non mi perderai mai
Raffaella Giordano, co-fondatrice e storica interprete della compagnia Sosta Palmizi, presenta un adattamento di Tu non mi perderai mai, un vero e proprio passaggio di consegne artistiche alla danzatrice e autrice Stefania Tansini, restituendo nuova linfa all’ipnotico assolo “inspirato” ̶ come scrive la stessa Giordano con un rimando al gesto dell’ ”immettere aria” ̶ al Cantico dei Cantici.
Il solo si ispira al Cantico dei Cantici, testo biblico la cui sacralità è stata interpretata originariamente da Giordano con azioni minimaliste, lente e sobrie, quasi ipnotiche, mentre il richiamo amoroso restava latente, in un continuo gioco tra presenza e assenza. Giordano e Tansini si rivelano personalità affini e non identiche: in quelle sottili differenze la creazione diviene un dono reciproco e rivela un territorio di confine in cui appare la vitalità di un nuovo racconto.
Lo spettacolo in scena il 18 e 19 ottobre al Teatro Arena del Sole di Bologna, inaugura la programmazione di CARNE – focus di drammaturgia fisica curato da Michela Lucenti.

Torna “Il cortile” della coppia Scimone e Sframeli
Il 19 e 20 ottobre il PimOff di Milano ospita lo spettacolo Il cortile di Spiro Scimone (premio UBU 2004 miglior testo italiano), della compagnia Scimone Sframeli. A più di 20 anni dalla sua scrittura Il cortile è un testo di grande verità e allo stesso tempo completamente surreale. I protagonisti vivono fra vecchie motociclette e spazzatura in una discarica degna di qualche desolante suburbio della più povera delle metropoli. Sono tormentati dalla decadenza fisica e affetti da una sorta di malinconia per i tempi migliori. Viene evocata una quotidianità grottesca ma, a ben vedere, non dissimile dalla realtà, dal degrado e dall’angoscia che ci circondano.

La bestemmia del presente
Il nuovo lavoro di Teatro Valdoca, Bestemmia, è un’opera site specific coprodotta da ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con L’arboreto – Teatro Dimora | Centro di Residenza Emilia-Romagna e ideata per il Teatro Bonci di Cesena (dal 17 al 19 ottobre), che conclude il percorso di ricerca artistica triennale correre volare pensare.
Lo spettacolo, con sei performer, avrà un breve prologo all’aperto: «dal balcone del Teatro Bonci, Mariangela Gualtieri pronuncerà le parole che in questo momento vorremmo dire alla nostra città e al mondo», scrive la compagnia. «Il presente bestemmia desacralizza le parole dei pacifici e scalpita così forte coi suoi orrori. Ma c’è anche tanta bellezza». Lo spettacolo tiene insieme due forze: «l’incanto sempre presente del selvatico del mondo» (percorso, studiato e abitato nel corso di vari mesi di esplorazioni video e registrazioni sonore) e «la stortura di un presente che ci travolge coi suoi sanguinamenti e macerie».

La luna di Giacomo Leopardi
È un Giacomo Leopardi da un punto di vista inedito lo spettacolo di e con Luigi Moretti Idillio Leopardi e la luna (a Roma, Teatro della Dodicesima, il 18 e 19 ottobre e al Teatro Tordinona, dal 21 al 26). Componente essenziale dell’immaginario leopardiano è la luna, e, naturalmente, il paesaggio che la circonda. Italo Calvino nelle sue Lezioni americane ci ricorda che il poeta a quindici anni scrive una storia dell’astronomia di straordinaria erudizione.
Lo spettacolo parla di Giacomino, un uomo semplice, non particolarmente erudito ma di animo sensibile, che scopre la poesia del Poeta, con tanta fatica prova a comprenderla e piano piano si appassiona. Ci si rispecchia, ci si confronta e scopre che parla di lui, della sua vita. Si racconta attraverso brevi storie, aneddoti della sua infanzia, insoddisfazioni giovanili, gioie vissute, solitudine e dolori profondi.

I 25 anni di Biennale MArteLive
MArteLive Connect’25, il 14 e 15 ottobre, al Lanificio, l’Atelier Montez e il Monk a Roma, presenta un programma multidisciplinare: musica e DJ set, teatro e letteratura, danza, arti visive, fotografia, videoarte, grafica, pittura, cinema, moda e artigianato, fumetto, circo contemporaneo, street art e installazioni site specific. Un caleidoscopio di linguaggi che si intrecciano e si contaminano in tempo reale.
Il fulcro del festival è il Lanificio, spazio post-industriale trasformato in un paesaggio di performance e installazioni attraverso Lo Spettacolo Totale, format storico del MArteLive, in cui 16 discipline artistiche (martelive.it) si incontrano e si contaminano. Il festival conferma il suo carattere internazionale grazie ad una line up che vanta nomi provenienti da tutta Europa come ad esempio gli ipnotici Fujiya & Miyagi da Brighton o i raffinati Memorials da Canterbury. Presenti anche i partenopei Fitness Forever.

Narrazione e memoria storica di due artisti libanesi
Doppio appuntamento con Le disuguaglianze dei corpi – l’edizione speciale del festival FOG di Milano dedicata alle tematiche della 24ª Esposizione Internazionale. Il 18 e 19 ottobre in prima nazionale sul palco di Triennale Milano Teatro La vertigineuse histoire d’Orthosia di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, ultimo lavoro del duo di artisti libanesi che esplora il confine sottile tra narrazione e memoria storica attraverso un’opera che intreccia fotografia, installazioni, video e cinema.
Il 19 a Voce, lo spazio dedicato a musica e sperimentazione sonora, Wonder Cabinet, innovativo centro di produzione artistica inaugurato nel 2023 a Betlemme, porterà un gruppo di artisti palestinesi con le produzioni originali realizzate nell’ambito di Sounds of Places, progetto di ricerca e residenza dedicato all’identità sonora dei luoghi.
L’Ora del Meriggio, di Pasolini
Un atto di poesia, di corpo e di coscienza. A cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, la compagnia pugliese il Teatro delle Bambole, dedica al poeta e regista friulano L’Ora del Meriggio, un nuovo lavoro scritto e diretto da Andrea Cramarossa, che sarà presentato in anteprima nazionale il 17 ottobre, nella Casa della Cultura “Rocco Dicillo” di Triggiano nell’ambito dell’omaggio organizzato dalla Fondazione Pasquale Battista. Lo spettacolo rientra nel progetto di ricerca teatrale “Nella terra di mezzo – Le parole di Pasolini”, articolato in più tappe. Il debutto nazionale è invece previsto l’1 e 2 novembre, in Spazio13 a Bari. I performer in scena sono Ambra Amoruso, Federico Gobbi, Fabio Guaricci, Michele Lamberti.

Farout Live Arts Festival
Il FAROUT Live Arts Festival giunge alla sua quinta edizione (dal 9 ottobre al 22 novembre) con un palinsesto diffuso e immersivo che, sotto il tema Making Kin, attraversa BASE Milano e la città, intrecciandosi con il tessuto urbano, le comunità e le pratiche artistiche contemporanee di artisti provenienti da percorsi e geografie diverse, dove l’esperienza sensoriale si fa politica, poetica e collettiva indagando il potere trasformativo dell’ascolto e l’intreccio tra affetti, corpi e territori. Il 16 ottobre Jail Time Records in collision with A Creativity Revival; il 18 e 19, Cardellini / Gonzalez in El Viaje, e Rafael Candela in Forrest. Seguirà, il 21 e il 23, Laila Tafur in Maja y Bastarda.
Il programma completo sul sito base.milano.it.

A Milano il musical Flashdance
È partito il 9 ottobre (e fino al 17 gennaio 2026) Flashdance – Il Musical, al Teatro Nazionale di Milano, il celebre spettacolo basato sull’omonimo film Paramount Picture, con il testo di Tom Hedley e Robert Cary, le musiche originali di Robbie Roth che firma anche le liriche insieme a Robert Cary (curate da Franco Travaglio), diretto da Mauro Simone, con le coreografie di Giorgio Camandona e la direzione musicale di Andrea Calandrini. Nel ruolo della protagonista Alex Owens, giovane saldatrice con il sogno di diventare ballerina professionista, c’è Vittoria Sardo, 25 anni, sul palco insieme a 19 performer.
In FLASHDANCE – Il Musical, la danza, protagonista dello spettacolo insieme a brani simbolo degli anni ‘80 che accompagnano alcuni dei quadri più suggestivi dello spettacolo (da Maniac e Manhunt a I love rock and roll, proposti nella versione originale in inglese) non è solo tecnica rigorosa ma espressione di libertà; alla richiesta di una parola che esprima il suo bisogno di ballare, Alex risponde sicura “Passione”.















