20 ottobre 2025

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 20 al 26 ottobre

di

Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 20 al 26 ottobre, in scena nei teatri di tutta Italia

Prendre Soin, Ph Jean Louis Fernandez

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 20 al 26 ottobre.

Teatro e danza

Storie di lavoratori precari

Quattro lavoratori notturni si incontrano in una macelleria industriale. È il loro primo incontro. Sono tutti impiegati come addetti alle pulizie presso un’agenzia di lavoro interinale, con contratti precari. Ogni notte puliscono. Ogni quattro ore fanno una pausa. Bevono tè o caffè insieme. Leggono riviste. Chiacchierano. Quando si fa giorno, tornano a casa o a fare un altro lavoro. Il ciclo si ripete. Degli estranei. Finché qualcosa non si smuove, finché queste persone isolate non si avvicinano troppo, troppo in fretta.

Prendre soin, di Alexander Zeldin, prima parte della trilogia sulla disuguaglianza, è stata creata attraverso un periodo di indagine ed esperienza diretta con donne e uomini impiegati come addetti alle pulizie in Inghilterra con contratti “a zero ore”. Con cruda sincerità e umorismo nero, Zeldin ci offre le storie di una classe invisibile.

Prendre Soin, Ph Jean Louis Fernandez

“Prendre soin, testo e regia Alexander Zeldin, scenografia e costumi Natasha Jenkins, disegno luci Marc Williams, disegno del suono Josh Grigg, movimenti Marcin Rudy, con Nabil Berrehil, Patrick d’Assumçao, Charline Paul, Lamya Regragui, Bilal Slimani e Juliette Speck. A Prato, Teatro Metastasio di Prato, dal 23 al 26 ottobre.

Marco Spada all’Opera di Roma

È una rarità il balletto Marco Spada, omaggio al coreografo francese Pierre Lacotte (1932-2023). Lo spettacolo, chiude la stagione di balletto 2024/25 del Teatro dell’Opera di Roma (dal 24 al 29 ottobre) nella ricostruzione dell’allestimento storico del 1981, così come Lacotte lo aveva ricreato proprio per l’Opera di Roma firmando anche scene e costumi. Il tema del balletto è quello del brigantaggio italiano, di moda, insieme allo spagnolismo, al tempo di Joseph Mazilier (1801-1868). Il danzatore, maître de ballet e coreografo ha trasposto in danza la farraginosa vicenda fatta di intrighi e colpi di scena, narrata nell’inverosimile e fantastico libretto.

Gli artisti ospiti chiamati ad interpretare i ruoli principali sono i russi Igor’ Cvirko e Dmitrij Vyskubenko, rispettivamente Principal Dancer e leading soloist del Teatro Bol’šoj ed entrambi al debutto a Roma, insieme alla danzatrice ucraina Iana Salenko Principal Dancer dello Staatsballett Berlin.

Prove del balletto Marco Spada. Nella foto Michele Satriano, ph Fabrizio Sansoni

Brokeback Mountain, dal film alla scena

Wyoming, 1963: un’America rurale di estrema povertà, fatta di piccoli villaggi e popolata da sparute comunità retrograde. Quando due diciannovenni accettano un lavoro da pastori su una montagna isolata, le loro certezze di vita cambieranno per sempre, segnando le loro vite con un amore irrefrenabile e nascosto lungo vent’anni. Un’indimenticabile storia di amore, lotta e accettazione.

A vent’anni dal pluripremiato film omonimo, per la prima volta in tour in Italia Brokeback Mountain. A play with Music – basato sul racconto di Annie Proulx, adattato da Ashley Robinson – in una produzione teatrale con musiche dal vivo in cui i brani originali di Dan Gillespie Sells, interpretati da Malika Ayane e una live band, si intrecciano in modo indissolubile alla storia, tracciando paesaggi sconfinati e dando voce al tumultuoso mondo interiore di Ennis e Jack. Nei ruoli dei protagonisti Edoardo Purgatori e Filippo Contri, con accanto Mimosa Campironi e Matteo Milani. La regia e l’adattamento italiano sono di Giancarlo Nicoletti. Al Teatro Alfieri di Torino dal 24 al 26 ottobre, e in una lunga tournée fino a gennaio 2026

Brokeback Mountain – A play with Music @ Carlo Mogiani

L’Empireo, una giuria di dodici donne

Corale, militante, avvincente, divertente: L’Empireo è un testo estremamente monumentale e ambizioso della grande drammaturga inglese Lucy Kirkwood.

Ambientato a metà del ‘700 nell’Inghilterra rurale, racconta la storia di una giuria di dodici donne convocate da un giudice che non può giustiziare per omicidio una ragazza perché si dichiara incinta. La giuria femminile dovrà decretare la verità o meno di questa affermazione, e avrà in questo modo su di lei potere di vita o di morte. Da questo microcosmo femminile, emergono le questioni fondamentali e intramontabili della vita delle donne di qualsiasi epoca, primo tra tutti, il trattamento iniquo che la legge scritta dagli uomini esercita ancora oggi sulle donne e sul loro corpo. La traduzione del testo è di Monica Capuani e Francesco Bianchi, la regia di Serena Sinigaglia.

L’empireo (The Welkin) di Lucy Kirkwood

A Locarno, Teatro di Locarno, il 23 e 24 ottobre; a Milano, Teatro Carcano, dal 30 ottobre al 2 novembre; a Napoli, Teatro Bellini, dal 4 al 9 novembre.

Goodbye Lindita

Artista rivelazione della scena europea, invitato nei più importanti teatri e festival internazionali, l’artista greco di origine albanese Mario Banushi si è ispirato alle proprie esperienze dai riti funebri e alle tradizioni dei Balcani per creare una meditazione sulla perdita poetica e sensibile.

Goodbye, Lindita (a Milano, Triennale, il 24 e 25 ottobre, per FOG La disuguaglianza dei corpi) esplora un’esperienza umana primordiale: la perdita di una persona cara. In una casa, una famiglia piange in silenzio, finché una serie di strani eventi apre una finestra su un mondo in cui la memoria si intreccia con la fantasia e la realtà con i sogni.

Senza mai sentire i personaggi parlare, diventiamo testimoni di un viaggio interiore che tenta di rispondere all’eterna domanda: come dire addio a chi amiamo di più?

Goodbye,Lindita © Theofilos Tsimas

La favola visionaria di Euripides Laskaridis

La stagione del Nuovo Teatro Ateneo di Roma prosegue il suo percorso di ricerca e dialogo con la scena internazionale inaugurandolo con Titans, dell’artista greco Euripides Laskaridis (il 23 ottobre), tra le voci più originali e riconosciute del teatro performativo europeo.

Ispirato alla mitologia greca, Titans è una favola visionaria e grottesca che intreccia performance, danza e teatro visivo in un linguaggio inconfondibile, fatto di ironia, metamorfosi e deformazioni poetiche. Laskaridis, autore e interprete, esplora il rapporto tra umano e divino, tra fragilità e potere, tra il desiderio di perfezione e il fallimento che accompagna ogni tentativo di incarnarla. Prima degli dèi dell’Olimpo, prima ancora del tempo, regnavano i Titani: le prime creature concepite dall’immaginazione umana. Da questa visione arcaica nasce un viaggio che ci parla del presente.

OSMOSIS TITANS LASKARIDIS ph Elina Giounanli

Mito e contemporaneità di Giocasta

Il nuovo spettacolo di Michela Lucenti, Giocasta (al Teatro delle Passioni di Modena, dal 22 al 26 ottobre), unica interprete in scena insieme al cantautore Thybaud Monterisi leader dei Mont Baud, nei panni di Edipo, si ispira a Le fenicie, porta in scena lo sguardo femminile sull’orrore della guerra e la forza di una madre che cerca di ragionare con i propri figli per fermare la distruzione della civis.

In una Tebe contemporanea, la coreografa e danzatrice racconta la follia della stirpe di Edipo e il mito di una delle figure più affascinanti e contraddittorie della tragedia greca per esplorare la complessità del femminile e per interrogarsi sul legame tra potere, desiderio e destino.

Giocasta – Torinodanza – Balletto Civile – Ph Andrea Macchia

Lacrimosa, di e con Simone Zambelli

Animo! la rassegna di danza curata dalla Compagnia Abbondanza/Bertoni prosegue al Teatro alla Cartiera di Rovereto il 24 ottobre, con Lacrimosa, di e con Simone Zambelli, figura poliedrica del teatro, danza e cinema. Un lavoro sull’amore, presa di coscienza, abbattimento e rinascita, che trae ispirazione dalla celebre coreografia di Michel Fokine, La morte del Cigno, su musica di Camille Saint-Saen, coreografia che concentra la sua fascinazione sulla condizione di morte e rinascita. Su questa dicotomia tra morte e rinascita, Lacrimosa vuol spingere alla riflessione sulla fine del sentimento amoroso, impulso che ci restituisce alla nostra quotidiana solitudine.

Il 25 ottobre, Ho un pezzettino in gola di e con Valentina Dal Mas, che dà corpo, voce, spazio alle vulnerabilità umane.

Lacrimosa Ph Aurora Pica

Emma Dante e la favola di Re Chiccinella

Un’altra favola per raccontare la profondità dell’animo umano attraverso il gioco e l’ornamento della poesia barocca. Con il debutto di Re Chicchinella (dal 18 al 26 ottobre), ultimo progetto di Emma Dante sullo scrittore campano Giambattista Basile, prende il via la stagione del Teatro Biondo di Palermo, la prima curata da Valerio Santoro.

Protagonista di Re Chicchinella che come sempre mescola elementi grotteschi, comici e tragici, è un re che, colto da un impellente bisogno corporale, commette il tragico errore di impiegare un animale che crede morto, una gallina, per pulirsi le terga. La pennuta, tutt’altro che defunta, gli si incolla al didietro e risale su per le viscere installandosi nelle interiora del sovrano. L’animale magico, come un verme solitario, divora tutto quello che il poveretto mangia, facendogli espellere uova d’oro. Stremato dalla cosa, il re decide di lasciarsi morire di fame, incontrando l’opposizione di tutta la corte, che non vuole privarsi delle uova d’oro.

RE CHICCHINELLA, ph © Masiar Pasquali

La relazione tra performer e pubblico in un campo percettivo instabile

I’ve loss of attention, la nuova creazione di Collettivo EFFE con la regia e i testi di Giulia Odetto, la coreografia e performance di Camilla Soave e le musiche originali di Davide Tomat, torna in scena il 24 ottobre a Milano (Teatro Linguaggicreativi). Un corpo in scena e due schermi che alternano immagini catturate in tempo reale e sequenze preregistrate di testo e video. Una performer che si muove, ascolta, reagisce, devia.

I’ve loss of attention affronta il tema della perdita di attenzione mettendone in scena la natura attenzione si crea, si sposta, si perde, si dà, si riceve, si ruba. È una materia instabile, che abita i corpi e si rivela solo nel momento in cui si interrompe.

I’ve loss of attention, Collettivo EFFE

La diva del Bataclan è Claudia Marsicano

Nato dalla penna di Gabriele Paolocà, con le musiche di Fabio Antonelli, La diva del Bataclan racconta la storia di Audrey, una giovane donna disposta a tutto pur di sfuggire a una realtà che non sente sua. Lo spettacolo (a Roma, Teatro Vascello, dal 28 al 30 ottobre, per Romaeuropa Festival) è un musical che scava nelle pieghe oscure di una società ossessionata dalla ricerca di fama e riscatto.

A darle corpo è la poliedrica artista e performer Claudia Marsicano, che interpreta una figura ambigua, che si reinventa come sopravvissuta agli attentati terroristici di Parigi del 2015, in un gioco pericoloso di finzione e realtà.

LA DIVA DEL BATACLAN ph Manuela Giusto

Sonia Bergamasco è La principessa di Lampedusa

Dopo aver diretto il documentario Duse The Greatest, in occasione del centenario dalla morte della diva italiana, Sonia Bergamasco, torna a tratteggiare il profilo di una grande donna, Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, la madre dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una partitura di sentimenti di cui Bergamasco, interprete e regista, tratta dal romanzo di Ruggero Cappuccio (a Bologna, Arena del Sole di Bologna, dal 23 al 26 ottobre).

Il testo restituisce il coraggio di una donna carismatica e della sua modernità: personaggio risoluto e complesso, Beatrice si staglia fra le macerie di una Palermo ferita dai bombardamenti del maggio ‘43 e trova le parole per raccontare in prima persona le passioni, i fallimenti e le follie che muovono un’intera generazione, mentre il presente si sgretola e la guerra imperversa.

Scena Prove, La Principessa di Lampedusa, Ph Salvatore Pastore

Trittico di Aterballetto

Per il fesival Aperto di Reggio Emilia, il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto danza al Teatro Valli, il 22 ottobre, il trittico coprodotto con il Teatro Comunale di Bologna, che mette in risalto l’eclettica versatilità della compagnia.

Un affresco di sensualità e travolgente vitalità è Glory Halldi Diego Tortelli, uno dei più creativi coreografi del panorama italiano. Reconciliatio è un delicato passo a due femminile ispirato alla lettura dell’Apocalisse, firmato da uno dei più importanti coreografi a livello internazionale Angelin PreljocajSolo Echo della pluripremiata coreografa canadese Crystal Pite invoca l’inverno, la musica e il corpo in movimento per esprimere qualcosa di essenziale sull’accettazione e la perdita.

Reconciliatio di Angelin Preljocaj – Aterballetto © Andrea Ranzi

La Scena delle Donne a Pordenone

Dal 18 ottobre è iniziata in Friuli-Venezia Giulia la XXI edizione della rassegna “La Scena delle Donne – Matrici”, diretta da Bruna Braidotti e organizzata dalla Compagnia di Arti e Mestieri, una delle manifestazioni più longeve in Italia dedicate alla cultura femminile nelle arti performative. 27 appuntamenti distesi su un arco temporale che arriva fino al 14 dicembre. 20 gli appuntamenti a Pordenone, sette quelli in Regione e fuori Regione, tra spettacoli, recital, incontri, letture e momenti di teatro partecipato.

Il 23 ottobre l’atto unico per attrice sola Mamma ma! di Massimo Andrei con Daniela Ioia: protagoniste tre possibili versioni di madri, la fragile, la determinata e l’insicura che si presentano, a turno, in un consultorio familiare per colloquiare con uno psicologo e raccontarsi in modo libero e personale.

Il programma completo sul sito compagniadiartiemestieri.it.

Daniela Ioia – Mamma Mà!

L’Hikikomori secondo Roberto Tedesco

Dopo il debutto al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, nell’ambito di Festival Aperto, Los(v)ers di Roberto Tedesco – artista associato della compagnia MM Contemporary Dance Company -, è atteso al Teatro Civico di Sassari, il 24 ottobre.

Liberamente ispirata a Romeo e Giulietta di Shakespeare, la nuova creazione affronta il tema dell’Hikikomori, termine giapponese che significa “stare in disparte”, utilizzato oggi per indicare chi, soprattutto giovani tra i 14 e i 30 anni, decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, a volte anni, evitando qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno.

Un’immagine scenica vede due stanze, una bianca e una nera, rispettivamente di Romeo e di Giulietta. A separare le due stanze una parete, una sorta di divisorio che non permetta ai due di entrare l’uno nello spazio dell’altra. «L’immagine di questi piccoli spazi, contenitori di vite ma anche rifugio e barriera per le relazioni, porta la mia mente alla sindrome di Hikikomori», scrive il coreografo.

Sulle musiche originali di Giuseppe Villarosa danzano Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi e Giuseppe Villarosa.

Losvers, prove, ph. Nicola Stasi

Al Festival La Sfera Danza

Due gli spettacoli in programma il 26 ottobre al Teatro Quirino de Giorgio, di Vigonza, Padova, per il festival La Sfera Danza diretto da Gabriella Furlan. Signe-moi l’éphémère della coreografa Perle Cayron della compagnia Cie Bittersweet, tratta della fugacità dell’istante, del carattere effimero della vita e della fragilità dei ricordi. Persa in un mare di fotografie, la danzatrice Maria Cargnelli ci porta in un viaggio attraverso ricordi personali e momenti di vita passata altrui. Questa figura ci svelerà il suo viaggio in un mondo in lutto, dove l’effimero è tangibile.

Keywords N. 12 o il metodo del caso della corografa Gabriella Stazio di Movimento Danza, è una coreografia che fonde casualità e riciclo creativo, trasformando parole chiave estratte in scena davanti al pubblico in azioni, movimenti e dinamiche.

Keyword n.5, Movimento Danza

Lo scenario distopico di Tiago Rodrigues

Scritto e diretto da Tiago Rodrigues, il regista, drammaturgo e attore portoghese, dal 2021 direttore artistico del Festival di Avignone – con il quale il Teatro Nazionale di Napoli ha coprodotto lo spettacolo – la pièce giunge a Napoli (Teatro Mercadante, dal 22 al 24 ottobre) dopo l’acclamato debutto ad Avignone lo scorso mese di luglio. Siamo nell’anno 2077.

Mentre l’umanità lotta per sopravvivere, afflitta dalla precarietà economica e dalle conseguenze del cambiamento climatico, una parte della popolazione vive in esilio su Marte. Dalla Terra, un padre si sforza di mantenere un rapporto con sua figlia andata a vivere sul Pianeta Rosso. Attraverso questo scenario distopico ma non improbabile, Rodrigues esplora le conseguenze delle nostre scelte tanto quanto la possibilità di comunicazione tra le generazioni.

La Distance, Tiago Rodrigues © Christophe Raynaud de Lage Festival d’Avignon

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui