22 maggio 2023

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 22 al 28 maggio

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 22 al 28 maggio, in scena nei teatri di tutta Italia

INTERPLAY, Tu Hoang e Hiro Murata, ph. Jesus Robisco

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 22 al 28 maggio.

Teatro e danza

FESTIVAL INTERPLAY
Può il festival essere uno strumento di indagine sociale e rappresentare la complessità del presente, le sue contraddizioni, forze e fragilità? Ci può parlare di disorientamento? Può essere un investimento culturale necessario? Parte da questa suggestione il festival torinese (dal 23 maggio al 10 giugno) diretto da Natalia Casorati, programmando 25 spettacoli in long e short format per sette prime nazionali, in quattro teatri e quattro spazi multidisciplinari, con 14 compagnie italiane, realtà affermate e giovani proposte su cui posare per la prima volta lo sguardo, a cui si affiancheranno nove compagnie internazionali, di cui tre extraEuropee. Una programmazione outdoor o site specific al fine di intercettare nuovo pubblico e incrementare l’offerta culturale rivolta ai cittadini, anche nei luoghi “scomodi” della città.

Il 23 maggio, giornata di opening del Festival, la Casa del Teatro accoglierà i lavori di Moritz Ostruschnjak e di Carlo Massari, due artisti estremamente focalizzati sul sociale e capaci di intrecciarsi con l’attualità politica. Il primo porta “Tanzanweisungen (it won’t be like this forever)”, Massari la seconda parte del trittico “Metamorphosis Atti di Metamorfosi Contemporanea” che invita a una profonda riflessione sul rapporto uomo-natura. Il 25 e 26 il tunisino Hamdi Dridi presenta “Om(S) de menage”, con quattro protagonisti che danno vita a nuovi dialoghi tra musica e danza, e dal Mozambico Asier Zabaleta che con “Otempodiz” riflette sulle diverse concezioni del tempo e su come viene vissuto in differenti luoghi del mondo.

Il 27 il toccante, ipnotico, fluido duo “SOMOS” di Carla Cervantes Caro e Sandra Egido Ibañez, una performance che si sviluppa con l’intenzione di comprendere e connettersi in modo semplice con la complessità. Il programma completo su mosaicodanza.it.

INTERPLAY, Carlo Massari. Ph Guido Mencari

PRIMAVERA DEI TEATRI
La XXIII edizione del festival di Castrovillari dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, e organizzato da Scena Verticale di Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano, torna dal 27 maggio al 4 giugno. Il festival è oggi un “avamposto” a Sud della drammaturgia contemporanea e della nuova creatività, un laboratorio di incontri e confronti tra artisti di diversa estrazione e generazione. Oltre 40 eventi di spettacolo dal vivo tra teatro, danza, musica, performance accompagnati da residenze creative, workshop, reading, presentazioni di libri e convegni: 16 debutti assoluti, quattro anteprime, quattro coproduzioni e tre progetti internazionali.

Tra teatro e danza, nazionale ed internazionale, in scena “Big in Korea”, drammaturgia Francesco d’Amore e Luciana Maniaci, regia Kronoteatro; “Canto alle vite infinite”, di Elena Bucci; “Donna di dolori” di e con Patrizia Valduga in scena con Daniela Piperno; “Umanità Nova -cronaca di una mancata rivoluzione”, con Giuseppe Carullo, regia Cristiana Minasi, drammaturgia Fabio Pisano; “Alcune coreografie” ideazione, regia e videocoreografia di Jacopo Jenna, con Ramona Caia; “Penelope” con Federica Carruba Toscano, regia e drammaturgia di Martina Badiluzzi; “I greci, gente seria!  come i danzatori” con Roberto Scappin e Paola Vannoni; “Persiani di Eschilo – la tragedia più antica del mondo”, con Silvio Castiglioni, canti Marina Moulopulos, regia I Sacchi di Sabbia; “Lidodissea” con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari; “La sindrome delle formiche” della Compagnia occhi sul mondo; “Re Pipuzzu fatto a manu_melologo calabrese per tre finali” di e con Dario De Luca e Gianfranco De Franco; Lisa Ferlazzo Natoli in “Città sola” di Olivia Laing, riduzione e drammaturgia Fabrizio Sinisi; Saverio La Ruina protagonista dello spettacolo da lui scritto, Via del popolo” e a seguire “Felicissima jurnata”, di Putéca Celidònia, drammaturgia e regia Emanuele D’Errico. L’ultima giornata di festival, il 4 giugno, vedrà “Storie di noi” di Beatrice Monroy, regia di Giuseppe Provinzano, “Beat forward” di Igor X Moreno X Collettivo Mine e “Welcome to my funeral”, nuova creazione di Brandon Lagaert per Equilibrio Dinamico Dance Company.

Città sola, ph. Claudia Pajewski

A LA SPEZIA TUTTA LA VITA DAVANTI
Ha per titolo “Tutta la vita davanti. Festival di teatro per vecchi del futuro” il nuovo festival teatrale di La Spezia, un progetto di SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione a cura di Alice Sinigaglia, pensato “per vecchi del futuro”, primo tentativo di incontro e scambio organizzato dai giovani per i giovani. Si terrà a Il Dialma dal 26 al 28 maggio con l’intenzione di creare un luogo ospitale per artisti che desiderano sperimentare e che intendono rivolgersi alle giovani generazioni di spettatori.

Si inaugura con “Funerale all’Italiana” di Benedetta Parisi e Alice Sinigaglia, un monologo che non vorrebbe essere un monologo ma celebrazione, un momento collettivo, un racconto condiviso da Eduardo alle memorie familiari, dall’antropologia alla religione. A seguire “end-to-end”, progetto di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo; e “Biancaneve e i sette nazi”, un progetto di FanniBanni’s, regia e drammaturgia di Nicoletta Nobile. In programma la Tavola rotonda sul lavoro culturale / nuove generazioni / linguaggi e poetiche contemporanee, e gli spettacoli “Apocalisse Tascabile” con Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri; lo studio su “Gargantua e Pantagruele – cronache di uno spettacolo gigantesco” di Alice Sinigaglia / Elena Patacchini; “Il mio corpo è come un monte” del Collettivo EFFE / Giulia Odetto; “Io. Tu. Io e te. Tu ed io. Noi. Loro. Noi e Loro”, coreografia e interpretazione di Alessandra e Roberta Indolfi; e in chiusura “Opera Didascalica” testo e regia Alessandro Paschitto. In “Opera Didascalica” l’incapacità di rappresentare si fa specchio di un’altra, più destabilizzante, incapacità: quella di vivere.

 

Opera didascalica

A RAVENNA VA IN SCENA IL MONDO
Guidate da Luigi Dadina, co-fondatore del Teatro delle Albe, oltre cento persone di ogni età e provenienza daranno nuova vita, a Lido Adriano, all’antico poema persiano “Mantiq At-Tayr – Il Verbo degli Uccelli”. La creazione, che origina dal centro culturale Cisim gestito e diretto dal Lato Oscuro della Costa, sarà presentata in apertura del Ravenna Festival dal 28 maggio al 2 giugno. Il lavoro è la prima tappa di un progetto comunitario pluriennale, chiamato Grande Teatro di Lido Adriano, che si nutre della straordinaria ricchezza e complessità di situazioni artistiche e umane che il Cisim in questi anni ha generato e ri-generato. «Quest’avventura musicale e teatrale nasce dopo una lunga gestazione fatta di incontri, riflessioni, scambi tra un nutrito gruppo di persone legate alla periferia cosmopolita del lido più popoloso della riviera romagnola» suggerisce il regista Dadina.

«Abbiamo elaborato il testo a partire dal celebre poema sapienziale di Farid Ad Din Attar, autore persiano del XII secolo, da cui già Peter Brook nel ’79 trasse “La Conférence des Oiseaux”» aggiunge lo scrittore Tahar Lamri, responsabile della drammaturgia «Gli uccelli si trovano e sentono la necessità di avere un re, un ordine, una rappresentanza. L’upupa li informa che il re esiste: il Simorgh. Bisogna andare alla sua ricerca».

Ravenna, Grande Teatro di Lido Adriano, prove di Mantiq At-Tayr, Il Verbo degli Uccelli, ph. Nicola Baldazzi

FESTIVAL EXISTER
Ultimi due appuntamenti, il 27 e 28 maggio a DanceHaus, del festival milanese Exister con due spettacoli: “Puzzle” di Elisa Barucchieri (Produzione ResExtensa Dance Company) e “Dominat Thought” di Vidavè (Produzione DANCEHAUSpiù). Cogliendo ispirazione dai lavori di Calvino, Puzzle è come l’incontro al Castello dei Destini Incrociati, come la condivisione nella Taverna: una serie di racconti specifici e personali, che traggono spunto dallo stesso numero finito di elementi, per moltiplicarsi in infinite storie nuove e differenti.

In “Dominat Thought” il pensiero di un maniaco di protagonismo si muove secondo una logica illogica, ostentando posture autoritarie anche quando il corpo sembra rivelare altro. Con questo assolo un fanatico oratore si paragona all’omonimo personaggio della fiaba dei fratelli Grimm, la strega. Nell’ambito delle due serate, dalle ore 18.00 alle 21.00, sarà possibile assistere alla proiezione del progetto video-coreografico, nato nel periodo del lockdown, “Dance inside. La danza dentro”, tra adattamento e trasformazione, fughe creative e liberazione”, ideato e realizzato da Lula Abicca e Giuseppe Distefano.

Il 28 in scena: “Non tutti sanno che” di Elisa Barucchieri; “The valley” di Pablo Girolami (produzione Ivona), e il duetto “Breathe with me a moment” di Or Marine (Produzione Or & Oran Dance Theatre Company). La performance è una scena della creazione completa intitolata Raining Men.

Breathe with me a moment di Or Marine

FESTIVAL ABANODANZA
Con un programma dedicato alla Grande Danza al Teatro Parco Magnolia (compagnie come Balletto del Sud, Aterballetto, Linga, e Naturalis Labor che ha in serbo il debutto di “Triple Bill” a firma di Sharon Fridman, Noa Zuk e Marco Cantalupo), e con una costante curiosità sulle novità della scena italiana, la seconda edizione del rinato festival AbanoDanza (dall’11 maggio al 23 giugno) continua la sua programmazione. Il 23 maggio la Compagnie Irene K della coreografa belga Irene Kalbusch presenta “Inside time / Outside space”, con l’installazione “Spazio e tempo” dell’artista visivo A.-M. Can fatta di intrecci di fili che rappresentano confini, fisici o immaginari, morali o reali, e il 24 “Des pieds et des pattes”.

Doppio debutto il 26 con la danzatrice e coreografa Jessica D’Angelo della Compagnia Naturalis Labor, che presenterà “Transitum/Ire” su musiche di Craven Faults e Hélène Vogelsinger, e a seguire, su concept di Luciano Padovani “Jules” di e con Alice Beatrice Carrino e Giuseppe Morello (Produzione Compagnia Naturalis Labor, co-produzione Artfest 2022).

Di quest’ultima coreografia si legge nelle note: «Fotogrammi di umanità che si intrecciano. Vite appese, storie che si incrociano, incontri. La vita è una continua casualità, emozionante come il bacio rubato in una notte d’estate. Un mondo immaginario ma reale, una bolla d’amore densa come un mare in tempesta o un cielo pieno di stelle. Jules è ognuno di noi».

Jules

 DARWIN INCONSOLABILE
Dopo le parole sul “rimpianto” nel dialogo tra una figlia e sua madre, Lucia Calamaro torna con un altro affondo nell’animo umano, con cui la drammaturga e regista, dalla scrittura intensa ed energica, continua a scandagliare nelle nostre esistenze, tra affetti, nevrosi e l’esperienza del lutto, per disegnare con la consueta profondità ironica la storia di tre figli e un’anziana madre che, per ritrovare la loro attenzione, decide di fingersi morta.

Una storia in cui riconoscere le nostre conflittualità, i nostri stili di vita frenetici e disumanizzanti, raccontata con fulminante sarcasmo, grande empatia e senza moralismi, attraverso l’interpretazione di Maria Grazia Sughi, in scena nel ruolo di una madre artista che inventa la propria morte per ottenere la considerazione dei figli, a loro volta interpretati da Riccardo GorettiGioia Salvatori e Simona Senzacqua, distratti e troppo presi da sé stessi, tre diverse personalità che lasceranno emergere verità mai dette prima.

DARWIN INCONSOLABILE

Darwin inconsolabile (un pezzo per anime in pena)”, scritto e diretto da Lucia Calamaro, con Riccardo Goretti, Gioia Salvatori, Simona Senzacqua, Maria Grazia Sughi, disegno luci Stefano Damasco, luci Stefano Damasco. Produzione Sardegna Teatro, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. A Roma, Teatro India, dal 23 al 28 maggio.

L’ODORE
Dramma teatrale dello scrittore Rocco Familiari e diretto dal regista polacco Krzysztof Zanussi, lo spettacolo, vincitore del Premio Flaiano 2022 per la miglior regia teatrale, realizzato per la prima volta al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2003, riprende vita in una forma ampliata per portare in scena il tema drammatico della separazione affettiva dall’amore e l’esclusione di affetti e famiglie, fulcro centrale dell’aspetto psicologico della vita dei reclusi. Siamo alla fine degli anni ‘60, il protagonista Anton, ergastolano per reati politici, non può abbracciare la sua amata e desiderata Maria, il cui ricordo, soprattutto quello del suo “odore”, lo ossessiona.

Una storia di tormenti e inquietudini, di disperata ricerca dell’amore come schermo alla solitudine. Lo spettacolo sarà l’occasione per portare al centro di un dibattito sociale e istituzionale la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva attraverso il convegno pubblico dal titolo “Le giornate della legalità”, programmato venerdì 26 maggio.

L’ODORE

“L’odore”, di Rocco Familiari, regia Krzysztof Zanussi, con Blas Roca-Rey, Monica Rogledi, Andrea Pittorino, Gabriele Sisci, scenografie Gaetano Russo. Produzione Loups Garoux e Nuovo Imaie. A Roma, Teatro India, il 27 e 28 maggio. 

PREGHIERA PER CHERNOBYL
Lo spettacolo non parla solo della più grande tragedia nucleare, migliaia di volte più grande di Hiroshima e Nagasaki: è una narrazione di straordinaria forza emotiva che racconta con diverse inquadrature il dramma umano, sociale e politico del disastro ambientale e della fine del comunismo. Una eccezionale storia epocale, con una materia densa dal punto di vista emotivo e di denuncia politica, in un mix fortemente teatrale che lascia senza fiato. Svetlana Aleksievič (Premio Nobel per la letteratura nel 2015) affronta la tragedia di Chernobyl e la disfatta del mondo comunista, restituendo con implacabile fedeltà le voci e i sentimenti delle persone che hanno toccato l’ignoto di un dramma che non ha eguali nella storia contemporanea.

Mascia Musy in Preghiera per Chernobyl

“Preghiera per Chernobyl”, dall’opera di Svetlana Aleksievič, regia e riduzione teatrale Massimo Luconi, con Mascia Musy. Produzione Factory Tac, Festival di Radicondoli. A Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 23 al 27 maggio.

BESTIA DA STILE
Scritta da Pier Paolo Pasolini tra il 1966 e il 1975 con continui rifacimenti, aggiornamenti e stratificazioni, “Bestia da stile” è l’ultima delle sei tragedie che chiude il progetto Come devi immaginarmi dedicato a Pasolini, ideato dal direttore di ERT Valter Malosti e dallo studioso Giovanni Agosti, nell’anno del centenario della nascita e per la prima volta in una stagione teatrale (a Modena, Teatro Storchi, dal 25 al 28 maggio).

La produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, segna la conclusione del percorso Le Passioni allo Storchi dedicato alla sala dell’Ex-Amcm: il lavoro è allestito in platea che verrà svuotata nella sua prima metà per permettere di posizionare 80 sedute. Insieme al pubblico, su un piccolo palco allestito per l’occasione e privo di scene e quinte, gli interpreti, diretti dal regista, attore e pedagogo francese Stanislas Nordey, accolgono gli spettatori in uno spazio di condivisione e restituzione su “Bestia da stile”, quasi come se aprissero le porte di un immaginario atelier d’artista. Il cast è composto dagli allievi attori che hanno portato a conclusione il corso di Alta formazione della Scuola Iolanda Gazzerro di ERT Pier Paolo Pasolini – cantiere su Bestia da Stile. Alta formazione attoriale internazionale, iniziato a gennaio 2023.

Il regista Stanislas Nordey. Ph. Jean Louis Fernandez

GISELDA RANIERI A IMPRONTE
Prosegue allo Spazio Rossellini di Roma – polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio gestito da ATCL – la rassegna IMPRONTE. La primavera della sostenibilità, il focus sulla danza.  In chiusura, il 26 maggio, “Re-Play”, idea, coreografia e interpretazione di Giselda Ranieri con la collaborazione artistica di Alessandra Sini e la produzione di ALDES. La coreografia è un solo danzato, il reenactment, la ri-messa in atto di ricordi e souvenir virtuali e reali basato su un archivio personale che raccoglie foto e video privati degli ultimi due anni. Attraverso il dispositivo coreografico, Ranieri sperimenta l’uso del device (smartphone, pc, tablet) come potenziale testimone, sguardo altro, surrogato corporeo, per riflettere sul concetto di Presenza/Assenza.

Giselda Ranieri in Re_play

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