04 marzo 2024

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 4 al 10 marzo

di

Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 4 al 10 marzo, in scena nei teatri di tutta Italia

Edipo re regia De Rosa - prove

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 4 al 10 marzo.

Teatro e danza

LA CECITA’ DELL’EDIPO RE

Edipo re di Sofocle rappresenta il simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Arrivato al potere grazie alla sua capacità di “far luce attraverso le parole”, abilità che gli aveva permesso di sconfiggere la Sfinge che tormentava la città di Tebe, Edipo è costretto, attraverso una convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, fino a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del Coro: «Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo ultimo giorno».

La nuova regia di Andrea De Rosa, si inserisce nel programma della Stagione TPE 2023/24, che si intitola Cecità e indaga sulle verità che non vogliamo vedere. «La novità più importante di questo adattamento di Fabrizio Sinisi del testo di Sofocle, consiste – dichiara il regista – nell’aver affidato allo stesso attore i ruoli di Tiresia e di tutti i messaggeri. Non si tratta solo di uno stratagemma registico, ma di mettere in scena un personaggio che, di volta in volta, rappresenti una manifestazione del dio Apollo, della sua voce oscura, dei suoi oracoli. Questo spettacolo sarà per me un proseguimento del lavoro iniziato con Le Baccanti. Se in quello tutto ruotava intorno alla figura e alla voce di Dioniso, in questo il protagonista nascosto sarà Apollo. A queste divinità non dobbiamo smettere di prestare ascolto se è vero, come dice Platone, che “i più grandi doni vengono dati agli uomini dagli dèi attraverso la follia”. A quella follia è sicuramente legata la nascita, forse anche il destino, del teatro occidentale».

Edipo re – prove

“Edipo re”, di Sofocle, traduzione Fabrizio Sinisi, adattamento e regia Andrea De Rosa con (in o.a.) Francesca Cutolo, Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée, Fabio Pasquini; scene Daniele Spanò, luci Pasquale Mari, suono G.U.P. Alcaro, costumi Graziella Pepe. Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale. A Torino, Teatro Astra, dall’8 al 17 marzo.

CIARLATANI, QUATTRO STORIE IN PARALLELO

Scritto e diretto da Pablo Remón, vincitore del Premio Nacional de Literatura Dramática 2021 e interpretato da Silvio Orlando, è la storia di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro.

Anna Velasco è un’attrice di teatro la cui carriera è in fase di stallo. È alla ricerca del grande personaggio che la porterà al successo, Diego è un regista affermato di film commerciali che sta per iniziare una grande produzione con star internazionali. Un incidente lo porterà ad affrontare una crisi personale e a ripensare alla sua carriera. Entrambi attraversano un momento di crisi ed entrambi sono collegati dalla figura del padre di Anna, Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ’80, scomparso e isolato dal mondo.

Le due storie se pur raccontate in parallelo si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi anche se hanno stile, tono e forma diversa quasi a essere due opere che si intrecciano. «Ciarlatani sono diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari. L’intenzione – scrive Remón – è che sia una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione romanzesca e cinematografica. È una commedia in cui solo quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione».

Ciarlatani con Silvio Orlando Ph Guido Mencari

“Ciarlatani”, di e regia Pablo Remón, traduzione italiana di Davide Carnevali da Los Farsantes, con Silvio Orlando, Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi. Produzione Cardellino srl, in coproduzione con Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma – Teatro Nazionale. A Roma, Teatro Argentina, dal 5 al 17 marzo.

PRIMA NAZIONALE DE “LA RAGAZZA SUL DIVANO” DI JON FOSSE

Valerio Binasco è riconosciuto come il principale interprete italiano di Jon Fosse, da sempre affascinato dalla poesia introspettiva che attraversa ogni suo testo e dalla relazione quasi proustiana che le opere del norvegese tracciano tra passato e presente. Questa storia ha il suo fulcro narrativo in una donna di mezza età, intenta a dipingere il ritratto di una ragazza seduta su un divano. Combatte contro i dubbi sulle proprie capacità artistiche e l’immagine ricorrente di quella ragazza seduta che la perseguita. Quella ragazza non è altro che il ritratto di lei stessa da giovane, turbata da mille incertezze.

«Il tema principale de La ragazza sul divano è l’abbandono – scrive Binasco -. In molte opere di Fosse torna, come un sogno ricorrente, una donna che aspetta il ritorno di un uomo che è partito per mare e non è più tornato. In questa pièce i quadri che la Donna dipinge sono il punto di vista di chi guarda una nave partire e svanire verso un orizzonte ostile, simbolo di una minaccia che non riguarda solo il mare, ovviamente. Ma si può anche cercare in quel dipinto la simbologia di una nave che si lascia alle spalle la tempesta. Il dipinto simboleggia il Padre che se ne va verso la sua idea di vita (il mare); la figlia, rimasta sola, reclusa nella vita d’appartamento, è percossa dal mare di un’acerba femminilità, così come da quella tempestosa della madre e da quella autodistruttiva della sorella. Il dipinto è incompiuto, come è giusto restare – incompiuti – se si vuole parlare dell’attesa: chi aspetta resta sospeso, come sospesa è la sofferenza purgatoriale dell’eterna attesa di un padre che non ritorna mai».

La ragazza sul divano, ph Virginia Mingolla

“La ragazza sul divano”, di Jon Fosse, traduzione Graziella Perin, regia Valerio Binasco, con Pamela Villoresi, Valerio Binasco, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte, e con Isabella Ferrari; scene e luci Nicolas Bovey, costumi Alessio Rosati, suono Filippo Conti. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo. A Torino, Teatro Carignano, dal 5 al 24 marzo. Poi in tournée.

IL KARMA DI DUE ANIME

Dopo diverse esistenze trascorse in varie epoche e luoghi, due anime si ritrovano insieme in attesa di una nuova reincarnazione e capiscono di avere un karma da risolvere tra di loro. Prende il via da questo incontro apparentemente casuale Karma, commedia di Xavi Moratò, pluripremiato drammaturgo della nuova scena catalana. In uno spazio non definito, una Lei, Gaia Aprea, e un Lui, Andrea Bosca, tablet alla mano, fanno i conti con i punti karma che hanno accumulato (o dissipato) per potere tornare sulla terra con una nuova vita soddisfacente.

In teoria non dovrebbero ricordarsi niente delle precedenti esistenze, né avere accesso ai file con le relative informazioni, ma mentre attendono che “si apra la posizione giusta”, tra battibecchi, sotterfugi e inaspettate rivelazioni scoprono che ogni volta che si reincarnano si incontrano e che per uno dei due non finisce bene. Ma cosa li lega effettivamente? E cosa li attende alla prossima reincarnazione?

«Drammatico, comico, profondo, ironico e sarcastico, il filo che unisce i due personaggi della pièce – riflette Alessandro Maggi -. Attraverso la storia di queste due anime, in cui ciascuno può riconoscersi, Karma ci parla di temi specifici della società di oggi, come l’ambizione, la meritocrazia, la discriminazione di genere, e sopra tutto di amore. Ci pone delle domande, ma ci fa capire anche la forza di un rapporto».

Karma, Ph Federico Pitto

“Karma”, di Xavi Moratò, traduzione e regia Alessandro Maggi, con Gaia Aprea e Andrea Bosca, scene e costumi Lorenzo Russo Rainaldi, consulenza musicale Tommaso Mattei, light designer Marco Palmieri. Produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Civico La Spezia, Stefano Francioni Produzioni, Teatro Stabile d’Abruzzo. A Genova, Sala Mercato, dal 5 al 17 marzo; La Spezia, Teatro Civico dal 20 al 21, a L’Aquila il 4 e 5 aprile.

HANNES LANGOLF A CESENA E BOLOGNA

Nell’ambito della rassegna Carne, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale produce con Moonwalking Bear Productions How About Now, il nuovo spettacolo di Hannes Langolf, coreografo e danzatore tedesco con base a Londra (al Teatro Bonci di Cesena l’8 marzo, e al Teatro Arena del Sole di Bologna il 10). Interprete degli ultimi spettacoli del DV8 Physical Theatre, le sue opere oltrepassano i confini della danza e del teatro per creare una forte connessione empatica con il pubblico, attraverso un movimento viscerale che diviene forza trainante per raccontare storie individuali e di impronta socio-politica. In questo lavoro, gesto coreografico e parola si fondono in un unico linguaggio, con cui si costruisce il dialogo a flusso continuo, denso di assonanze e dissonanze, dei due performer, Langolf e il giovane Ed Mitchell.

Due estranei, due uomini di età diverse si incontrano in uno spazio aperto, si misurano, si esplorano, si interrogano a vicenda, si provocano, si analizzano anche attraverso luoghi comuni, scandagliano i propri sentimenti, desideri e paure, si scontrano; mentre in filigrana emergono nuclei di riflessione sui meccanismi di funzionamento della società contemporanea e su come la condizione individuale si staglia in questo panorama, a tratti desolante.

Un’esplorazione frenetica e stimolante della vulnerabilità, della consapevolezza di sé e delle sfumature che separano la verità dalla percezione: un modo intenso e molto personale di sviscerare la realtà e le relazioni umane. Eseguita interamente in una teca di vetro sigillata, la performance raffigura un mondo in cui la fiducia è fragile e la più piccola scintilla può incendiare tutto.

La colonna sonora, un’immersiva miscela di elettronica ed elettroacustica, è del compositore e sound designer Jethro Cooke; la drammaturgia originale dello scrittore Andrew Muir; set e costumi di Loren Elstein, luci di Joe Hornsby.

Art work How About Now ph © Hugo Glendinnig

NEL CAMPO DA TENNIS DI NIJINSKY

Una creazione ambientata in un campo da tennis, in dialogo tra presente e passato, confrontandosi con i grandi classici della danza per ricollocarli nel presente. Le origini di Igra risalgono al precedente Jeux / Nijinsky, un lavoro creato dai coreografi Mattia Russo e Antonio de Rosa della compagnia Kor’sia. Si trattava di una breve coreografia incentrata sul processo creativo dell’opera di Nijinsky. Il soggetto era articolato e da quel primo processo è rimasto il desiderio di continuare ad esplorare tali idee. Nei lavori di Kor’sia l’elemento visivo è importante e in Igra appare in modo sottile e intermittente: gli spettatori si trovano davanti a un’antologia di riferimenti importanti. Un collage che strizza l’occhio allo spettatore, proprio come fa la musica: vicina ai ritmi delle danze russe, con citazioni di Chopin.

Lo spettacolo è un’occasione per guardare con occhi nuovi Jeux di Nijinsky e il repertorio dei Ballets Russes, con due testimoni d’eccezione: due sculture, proprio come quelle di Canova, custodi silenziose di epoche, stili e opere che passano e che tornano in forme e versioni diverse. Interpreti sette danzatori: Edoardo Brovardi, Benoît Couchot, Angela Demattè, Antonio de Rosa, Helena Olmedo Duynslaeger, Giulia Russo e Alberto Terribile, immersi nell’ambiente sonoro di Da Rocha.

Igra Ph KITO-MUNOZ

Ad Ancona, Teatro delle Muse; a Perugia, Teatro Morlacchi, il 9 e 10 marzo; a Milano, Triennale, il 12 e 13; a Genova, Teatro della Tosse, il 15.

SILVIA GRIBAUDI “ONE WOMAN SHOW”

In occasione della giornata internazionale della donna Fondazione Armunia propone a Rosignano Solvay (Livorno), nell’ambito del Diario 2024, due spettacoli per fare il punto sugli stereotipi di genere firmati dalla coreografa Silvia Gribaudi, nota per il lavoro ironico e dissacrante sul ruolo sociale del corpo femminile.

Il 5 marzo A corpo libero, pluripremiato grido di rivolta a partire dalla gioiosa accettazione della fisicità con le sue curve, le sue “parti molli” e l’imperfezione che diventa normalità, superficie di un mondo interiore. Con Gribaudi protagonista oltre che autrice, andrà in scena in versione site specific pensata per invadere lo spazio urbano della Galleria supermercato Coop.

Il 7 marzo al Teatro Solvay R.OSA. 10 esercizi per nuovi virtuosismi, “one woman show” ispirato alle immagini di Botero, agli anni ‘80 di Jane Fonda e ai concetti di successo e prestazione. 10 esercizi per lo spettatore chiamato a essere protagonista volontario o involontario dell’azione in scena, in un gioco dove lo sguardo sulla danza, sulla bellezza e sulla vitalità viene aperto a nuovi mondi inaspettati, tra aspettative e giudizi.

R.OSA @ Laila Pozzo

CARROZZERIA ORFEO E LA SALVEZZA DEL MONDO

Dopo aver esplorato in diversi spettacoli il mondo degli ultimi, dei reietti, degli esclusi e dei perdenti, in questa nuova produzione Carrozzeria Orfeo indaga il mondo del benessere e dell’apparente successo, attraverso il racconto dei primi, dei vincenti, della classe dirigente, dei ricchi, paradossalmente, però, imprigionati nello stesso vortice di responsabilità asfissianti, doveri castranti, sensi di colpa e infelicità che appartengono a tutti e, quindi, frantumati da tutto ciò che la mentalità capitalista non può comprare: l’amore per se stessi, la purezza dei sentimenti, gli affetti sinceri, la ricerca di un senso autentico nell’esistenza.

Salveremo il mondo prima dell’alba è il racconto della vita di alcuni ospiti in una clinica di riabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, nuova meta turistica dei super ricchi, specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee come dipendenze sessuali, affettive, da lavoro, da psicofarmaci. Sono tutti vittime ognuno della propria dipendenza e del proprio egoismo, vie di fuga da una realtà opprimente. Ma le dipendenze e la riabilitazione costituiscono solo il sintomo esteriore di problemi più profondi ed esistenziali…di una sensazione di smarrimento comune a un’intera generazione.

Salveremo il mondo prima dell’alba, carrozzeria Orfeo, foto Manuela Giusto

“Salveremo il mondo prima dell’alba”, uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo, drammaturgia Gabriele Di Luca, regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON, con Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati, musiche originali Massimiliano Setti, scenografia e luci Lucio Diana, costumi Stefania Cempini. Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini. A Roma, Teatro Vascello, dal 5 al 17 marzo; a Catania Teatro Verga, dal 21 al 24.

LA LEZIONE DI IONESCO

Grande è la forza anticipatrice, presaga, del teatro dell’Assurdo in La lezione di Eugène Ionesco. Con il suo nonsense, attraverso una comicità paradossale, il drammaturgo mette in scena l’irrazionalità della condizione umana e l’angoscia che opprime le esistenze. In quest’opera vi è un dialogo a due principale.

Tra professore e allieva si instaura un rapporto amichevole, con un continuo scambio di gentilezze e leziosità. Comincia l’interrogazione, il professore pone alla ragazza domande di una banalità disarmante e rimane esterrefatto nel constatare come l’allieva sappia rispondere correttamente. È a questo punto che si accentua il risvolto metafisico del teatro ioneschiano. La situazione muta e l’animo dell’insegnante comincia a scaldarsi. L’iniziale reverenza lascia spazio a moti di rabbia, che aumentano finché l’irrazionalità prende il sopravvento. Ribaltando i piani – per estensione – ciò che è irragionevole e assurdo nella condizione umana, si esplica in questa forma drammaturgica attraverso l’abbandono di mezzi espressivi logici e razionali.

La lezione Ph tommaso le pera

“La lezione” di Eugène Ionesco, con Nando Paone, Daniela Giovannetti, Valeria Almerighi, regia Antonio Calenda, scena Paola Castrignanò, costumi Giulia Barcaroli, musiche Germano Mazzocchetti, disegno luci Luigi Della Monica. Coproduzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia E Accademia Perduta Romagna Teatri. A Roma, Teatro Basilica, dal 6 al 10 marzo.

KINKALERI E ALESSANDRO MARZOTTO LEVY A FOG

Ad aprire la settima edizione di FOG Triennale Milano Performing Arts, sono Kinkaleri e Alessandro Marzotto Levy.  Di HellO°, il gruppo Kinkaleri scrive: «Se Otello avesse creduto a Desdemona e non alle menzogne sul suo tradimento, i due amanti sarebbero scampati al loro tragico epilogo? Il corpo, e la vita che esso contiene, è l’unico riferimento che ha accompagnato e accompagna ogni relazione umana, nella gloria o nella polvere, dal nascere al dissolversi. Ribaltando i valori fondanti dell’opera di Shakespeare, la performance di Kinkaleri toglie potere alla parola, privandola della possibilità di ingannare, e sposta l’attenzione verso il corpo e la sua trasparenza».

Costola di OtellO, ultimo lavoro della compagnia, HellO°, con Michele Scappa e le musiche originali di Canedicoda, non è un estratto ma un affondo, un ulteriore approfondimento a partire dall’opera di Shakespeare, per contemplare i corpi nella loro ineluttabile essenza. (Teatro Out Off, 7 e 8 marzo).

Come reagisce il corpo di fronte alla perdita di qualcuno a noi caro? Progetto vincitore dell’edizione 2022 di DNAppunti Coreografici, Irene, del danzatore e coreografo Alessandro Marzotto Levy, affronta il tema del lutto: in un paradiso dai contorni felliniani, abitato da una presenza androgina, attraverso il movimento si sviluppa una riflessione sul lutto come passaggio fondamentale di cui prendersi cura. La danza si slega allora dalla linearità per intraprendere un percorso caotico che diventa celebrazione, nel tentativo impossibile di relazionarsi con l’invisibile, di affrontare lo scorrere del tempo: attraverso lo spazio creato dalla mancanza, il corpo sente, rivela, stabilisce un contatto con l’assenza che attraverso la danza torna presente. (Teatro Out Off il 10 marzo).

IRENE con Alessandro Marzotto Levy ph. Bianca Batistini

DEWEY DELL A DEMOCRAZIA DEL CORPO

Con Dewey Dell prosegue la programmazione del festival La Democrazia del corpo di Virgilio Sieni, negli spazi di Cango a Firenze, il 9 e 10 marzo, con la performance I’ll do, i’ll do, i’ll do, coreografia, interpretazione Teodora Castellucci, musica originale Demetrio Castellucci, disegno delle luci Vito Matera.

Dietro all’immagine del sabba demoniaco, antropofago, magico e violento, si intravede l’eco stravolta di un culto estatico dominato da una misteriosa dea notturna dai molti nomi e connesso a una cerimonia per la fertilità della terra. Se la possessione viene spesso considerata come la visita di una entità divina tra gli esser i umani, l’estasi al contrario è un viaggio di ascesa celeste o di discesa infernale dell’anima umana fuori dal corpo. Da questo concetto di corpo “in spirito”, nasce l’idea di una coreografia che tesse le trame di un sabba immaginato.

Ill do Ill do Ill do, ph. John Nguyen

IL RITO SONORO DI MARIANGELA GUALTIERI

È una delle voci poetiche più intense della scena italiana. Con la guida di Cesare Ronconi, Mariangela Gualtieri porta in scena La migliore alleata (al Teatro dell’Aquila di Fermo, il 5 marzo), uno dei suoi “riti sonori” dove il pubblico è chiamato, col suo ascolto teso, a caricare di intensità le parole, in un rimbalzo fra scena e platea.

«Mi preme fare intendere questo: la poesia è una forma di energia che fa bene subito – afferma la poetessa –, ci è alleata, può sostenerci in tutto quello che attraverseremo e anche illuminarci su ciò in noi sta confuso, innominato. Vorrei far sentire ai presenti la forza orale della poesia, quello che con una espressione di Amelia Rosselli ho chiamato l’incanto fonico della poesia. Far sentire quanto essa sia vicina alla musica, e quanto, come la musica, sia capace di parlare non solo alla mente/cuore, ma anche al corpo, alla gioia e vivacità del corpo. Proporrò poesie edite e inedite sulla necessità di dire un ‘noi’ che comprenda tutti i viventi, poesie sulla pace, sulla gratitudine, sulla potenza della natura non antropizzata, sulla necessità di dialogare col selvatico della terra, di proteggerlo e abitarlo. E poi sarò molto in ascolto, pronta anche ad improvvisare per rispondere a quello che il presente vorrà suggerirmi, pescando in quel grande serbatoio di versi a memoria che ancora resta ben vivo nella mia mente».

Mariangela Gualtieri © Melina Mulas

IL CANTO DI ULISSE

Spettacolo tratto dall’Odissea di Omero con Flavio Albanese, la regia e il disegno luci di Marinella Anaclerio, i video di Pino Pipoli e le musiche delle Faraualla, Il Canto di Ulisse sarà in scena il 7 marzo al Teatro Abeliano di Bari. Con la parola in prosa e in versi alternata ai canti suggestivi del quartetto vocale Faraualla, l’attore accompagna il pubblico di tutte le età nel mondo di Ulisse, invitando gli spettatori a “entrare” nell’Odissea e nel suo immaginario, popolato da Eroi, Dei, creature magiche e suoni.

La scelta musicale, originale e suggestiva, è basata sulle composizioni del quartetto vocale Faraualla, che da anni si impegna nella ricerca dell’uso della voce come “strumento”. Attraverso il racconto e la pratica della polifonia ricercata nelle espressioni vocali di diverse etnie e di periodi storici differenti, le suggestioni di questo viaggio mitologico si fondono in una sintesi originale in cui emergono con forza le radici culturali del mito.

Dalla vittoria dei Greci a Troia, fino al ritorno ad Itaca, il filo del racconto in scena passa attraverso gli episodi e i personaggi più noti: il ciclope Polifemo, il canto delle sirene, la maga Circe, il cane Argo, Penelope e Telemaco. Una storia antica, ancora oggi dal fascino potente. Lo spettacolo è in scena anche per le matinée, il 7 e 8 marzo.

 

Canto la storia dell’astuto Ulisse

AL VIA HABITAT PUBBLICO E NATURA DÈI TEATRI DI LENZ FONDAZIONE

Lenz Fondazione di Parma, inaugura a marzo la stagione 2024 Habitat Pubblico e Natura Dèi Teatri 2.0 come ultima annualità del triennio 2022-2024 Geosofie e Bestiari nel Teatro di Lenz, il macro-progetto con cui la Fondazione diretta da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, continua a dar forma ad una lingua performativa contemporanea ed inclusiva, aperta all’ibridazione con le nuove frontiere dell’immersività e capace di traslare le proprie installazioni in luoghi obliati della città.

La prima creazione in programma sarà la versione site-specific per APE Parma Museo di ALTRO STATO, parte del progetto quadriennale Il Passato imminente, imperniato sulla rilettura contemporanea delle opere di Pedro Calderón de La Barca. In scena il 7,8 e 9 marzo, con repliche alle 16 e alle 18, la creazione di Maestri e Pititto, interpretata da Barbara Voghera, eccezionale performer sensibile, è il risultato di un approfondito lavoro di ricerca visiva, filmica, spaziale, drammaturgica e sonora sulla poetica calderoniana, in cui l’intento di superare la visione conservatrice della relazione servo-padrone riconduce la tensione di questa duplicità drammatica in un unico soggetto, portato da un bruciante rispecchiamento esistenziale ad immergersi nell’oscillazione intrasoggettiva tra le due polarità.

ALTRO STATO Lenz Fondazione

IN PUGLIA L’ARTE DELLO SPETTATORE 

Prosegue la rassegna di danza contemporanea L’Arte dello Spettatore del Network Internazionale Danza Puglia. Il 10 marzo, il Teatro Traetta di Bitonto ospiterà la compagnia israeliana di Or Marin con Breathe with me a moment, una toccante performance interpretata dai danzatori Uri Dicker e Tomer Giat. Un duo dove gli interpreti danzando su un’unica striscia di tappeto bianco, suonano senza interruzione uno strumento musicale: un’armonica, che passandosi da uno all’altro, li unisce in un unico respiro che produce una nota/suono che racchiude il concetto di intimità, vocalizza la vicinanza, l’amore, la passione. La connessione tra i due corpi li trasforma in un unico strumento musicale con due spazi polmonari. La colonna sonora, generata dall’armonica, inevitabilmente segna il loro legame, ma anche la loro fragilità, metafora della precarietà delle relazioni umane.

Lo spettacolo sarà anticipato dal consueto appuntamento del Network Teachers Carta Bianca, un lavoro coreografico di un insegnante che frequenta il percorso formativo annuale Network Teachers con una creazione tematicamente legata a quella dei coreografi ospiti della rassegna. Giuseppe Surano in veste di coreografo e sarà interprete del solo Fragile (Studio1), una riflessione sul tempo che stiamo vivendo, veloce e precario, un invito a fermarci, a connetterci con noi stessi e i nostri sensi.

Breathe with me a moment, Jesus Robisco

UN ONESTO E PARZIALE DISCORSO SOPRA I MASSIMI SISTEMI

Lo spettacolo di e con Pietro Angelini, in bilico tra ironia e disperazione, è concepito come un autoritratto dell’autore e simultaneamente come una radiografia del contesto storico, sociale e artistico contemporaneo. Pietro fa i conti in maniera abilmente ingenua con gli avvenimenti della sua vita di giovane uomo, di attore, di figlio con un forte senso di responsabilità e di individuo con tante domande da fare al mondo. Il suo è un flusso di pensieri, di concetti e di aneddoti, che si manifesta attraverso un linguaggio cross–mediale e che diventa materia teatrale disegnando un profilo intimo e psicologico del protagonista.

La spinta dinamica che ha portato alla creazione dello spettacolo Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi (a Vicenza, Sala del Ridotto del Teatro Comunale, il 7 marzo, e a Roma, TeatroBasilica, il 21 e 22) è la violenta reazione all’immobilità, condizione antiproduttiva nella quale è difficile riconoscersi e che riguarda tutti. Scoprendo la propria inattività durante un periodo lavorativo come maschera in teatro, fermo in piedi per 5 o 10 ore al giorno, l’unico modo di reagire per Pietro è irruento come l’improvviso deragliare di un treno che gira all’infinito su un binario circolare. Allora ecco il fluire delle idee, dei progetti e di tutte quelle invenzioni mai realizzate, su cui costava troppa fatica mettersi al lavoro e che adesso prendono finalmente forma.

Pietro Angelini in Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi, Ph. Angela Lucari

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui