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In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 6 al 12 ottobre.
Danza e teatro
Visavì – Gorizia Dance Festival
Al via Visavì – Gorizia Dance Festival, il festival transfrontaliero che dal 6 al 19 ottobre porterà la danza contemporanea internazionale tra Gorizia e Nova Gorica. Un cartellone ampio che attraversa confini e linguaggi, con prime assolute e nazionali di alcuni dei più importanti coreografi del panorama mondiale.
Tra questi, l’attesissimo lavoro di Akram Khan per Gauthier Dance, le nuove creazioni di Virgilio Sieni e Andrea Costanzo Martini, e la prima nazionale di The Song of Marebito firmata da Jo Kanamori per la giapponese Noism Company. Arrivano per la prima volta in Italia anche Trailer Park di Moritz Ostruschnjak e The Golden Age di Konstantinos Rigos con il Balletto dell’Opera Nazionale di Grecia.
In scena anche i parigini Wanted Posse, Roberto Zappalà, Itzik Galili, Enrico Morelli e molti altri artisti da tutta Europa, dall’Africa e dall’Asia. Inoltre un evento speciale: Antonio Marras firma per la prima volta una produzione teatrale con ArtistiAssociati: Mio cuore, io sto soffrendo, cosa posso fare per te?, spettacolo site-specific che fonde danza, moda, teatro, musica e arti visive, con 29 performer in scena.
Il programma completo sul sito goriziadancefestival.it.

La settimana di Romaeuropa Festival
In programma la coreografa brasiliana Lia Rodrigues nella cui danza i rituali ancestrali si fondono con le nuove forme della vita urbana. Per il 35mo anniversario della sua Companhia de Danças, presenta Borda, un’opera creata presso il Centro de Artes da Maré che segue da oltre 20 anni insieme a Redes da Maré nell’omonima favela di Rio de Janeiro.
In portoghese, Borda significa non solo “creare” o “decorare”, ma anche “tracciare un confine” o “una barriera”. Su questi confini la performance intreccia paure, speranze, identità culturali e movimenti in continua evoluzione (al Teatro Argentina, il 10 e 11 ottobre). Gli italo-spagnoli KOR’SIA presentano Simulacro, una coreografia che esplora la fragile linea tra reale e virtuale, verità e menzogna, in un mondo saturo di dati, algoritmi e continui stimoli. I corpi emergono e si dissolvono in un flusso che sfugge al controllo, mentre la tecnologia, anziché ampliare le possibilità, imprigiona la percezione (il 7 e 8, al Teatro Argentina).
Bambu, il progetto ideato da Roberto Castello, propone tre assoli di danza contemporanea firmati da artisti africani: Julie Iarisoa (Madagascar), Aziz Zoundi (Burkina Faso) e Humphrey Maleka (Sudafrica), uno scambio fondato su rispetto e reciprocità, ispirandosi al pensiero di Ngugi Wa Thiong’o (al mattatoio, il 7 e 8).

Ballo Improprio, sui Canti Znamenny della tradizione russa
La drammaturga, coreografa e cofondatrice di Socìetas Raffaello Sanzio Claudia Castellucci, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2020, presenta, per il Ciclo di Spettacoli Classici di Vicenza, Ballo Improprio, una danza eseguita dalla Compagnia Mòra sui Canti Znamenny della tradizione russa, cantati dal vivo dal Coro In Sacris di Sofia, Bulgaria (il 9 e 10 ottobre al Teatro Olimpico).
Lo spettacolo ribalta il concetto, molto dibattuto in questi ultimi anni, di appropriazione culturale, spostando la riflessione su un altro piano, a partire da una domanda precisa: è giusto utilizzare in modo “improprio” un repertorio di canti della liturgia ortodossa e di danze popolari dalla tradizione secolare, togliendole dalla loro matrice religiosa? Forse proprio attraverso l’abitazione di una materia “aliena” e l’abbandono di forme ed estetiche conosciute e “a portata di mano” si riesce a trovare la dimensione reale del guardare lontano, del guardare oltre, tentando di riallineare danza e moto universale.

Disdemona di Lenz Fondazione al Festival Verdi
Una nuova commissione a Lenz Fondazione, e una nuova prima assoluta al Festival Verdi di Parma con Disdemona_Δυσδαιμονία Cattiva stella, spettacolo realizzato nell’ambito di Ramificazioni, la sezione del festival che ha l’obiettivo di stabilire relazioni e sollecitare confronti stimolanti con la produzione verdiana (spazio ex industriale della Sala Majakovskij a Lenz Teatro, dal 7 al 10 ottobre).
Disdemona_Δυσδαιμονία Cattiva stella, è una composizione performativa, visuale e sonora, ispirata a Otello di Verdi e di Shakespeare – titolo inaugurale del Festival – e agli scritti sulla Condizione Operaia di Simone Weil, introducendo così nella programmazione del Festival dimensioni nuove e non convenzionali.
La drammaturgia e l’imagoturgia sono di Francesco Pititto, la composizione, l’installazione e gli involucri di Maria Federica Maestri, elaborazioni sonore di Andrea Azzali, consulenza musicale di Adriano Engelbrecht. Protagonisti il soprano Giulia Costantini, il tenore Lorenzo Marchi e l’attrice Valentina Barbarini insieme alle movers, dispositivo performativo di dodici donne.

FOG Triennale Milano Performing Arts
Peeping Tom, Mario Banushi, Virgilio Sieni, Chiara Bersani, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, Muna Mussie, Fabio Cherstich, Nelson Makengo, Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo sono i protagonisti della programmazione di spettacoli della 24ma Esposizione Internazionale Inequalities (fino al 9 novembre), intitolata Le disuguaglianze dei corpi e sviluppata nell’ambito delle attività del festival FOG Triennale Milano Performing Arts.
Il calendario si apre dal 7 al 12 ottobre con la performance one to one Cinema Impero dell’artista italo-eritrea Muna Mussie. L’8 e 9 la compagnia belga Peeping Tom, con Chroniques, uno spettacolo visionario che a partire dal concetto di Wunderkammer si interroga sulle possibilità di convivenza e interazione tra essere umano e natura. L’11 e 12 spazio al cinema d’autore con Rising up at Night (Tongo Saa), film documentario del regista e artista visivo congolese Nelson Makengo che intreccia speranza, disillusione e fede religiosa.

Balletto del Sud, omaggio a Bach e al barocco
Il Balletto del Sud presenta, al Teatro Apollo di Lecce, il 12 ottobre, Jonio, Sud, Barocco uno spettacolo accattivante e colto, con le coreografie di Fredy Franzutti su musiche di Johann Sebastian Bach, creata in collaborazione con L’Orchestra Oles. Le tre parole sono generate dall’acronimo delle iniziali del nome di Johann Sebastian Bach, e inanellano concetti – in chiave metafisica – specifici di una posizione geografica e di una condizione storica e identitaria. La combinazione che schiude il forziere delle immagini evocate è quella che adopera le capacità di Vittorio Bodini e Carmelo Bene. Il Barocco è visto dalla prospettiva che accomuna i temi e i percorsi principali della produzione creativa dei due artisti.

Il Danno di Susanna Beltrami
La coreografa Susanna Beltrami, con la sua nuova creazione Il Danno, firma un’opera intensa, sensuale e tragica (al Teatro Elfo Puccini, MILANoLTRE Festival, l’8 e 9 ottobre, produzione DANCEHAUSpiù). Lo spettacolo affonda nel cuore oscuro delle relazioni umane, portando in scena la storia di un uomo di mezza età tormentato dai ricordi, dai sensi di colpa causati dalla travolgente e torbida relazione avuta con la fidanzata del figlio che lo vedrà morire tragicamente. Una relazione proibita, ma anche una storia d’amore intrisa di follia, morte, mistero, che smaschera la vera natura dei due amanti. Gli interpreti sono Emanuela Montanari e Antonino Sutera, già primi ballerini del Teatro alla Scala, accanto al giovane Nicolo Brizzi.

Videobox 2025: corpi in pixel
Un viaggio di cinque giorni tra videodanza, innovazione e tecnologie immersive, con workshop, concorsi e proiezioni a 360°. VIDEOBOX, festival di videodanza e nuove tecnologie promosso da Hangartfest, torna dall’8 al 12 ottobre alla Maddalena – Centro Arti Performative, di Pesaro, confermandosi crocevia tra danza, cinema e innovazione digitale (sarà attivo il VR Corner, realizzato in collaborazione con ZED Festival di Bologna, pioniere italiano nella curatela di contenuti immersivi).
La selezione di quest’anno comprende opere a 360° come Wave di Bart Hess e Sedrig Verwoert, 6 Degrees di Jamie Lee e Stanislav Dobák, e A Simple Silence di Craig Quintero. I lavori, che esplorano percezione, ecologia e silenzio, offrono al pubblico un’esperienza immersiva capace di amplificare il dialogo tra danza e tecnologie digitali.

Polifonia del sottobosco
Lo spettacolo HYPHAE – Polifonia del sottobosco, nuova creazione della coreografa e danzatrice Annalì Rainoldi con le musiche originali Marcello Gori, nasce dall’osservazione del microcosmo sotterraneo di funghi, licheni e muschi: organismi invisibili ma vitali, che intrecciano reti simbiotiche fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema.
Una danza che si ispira alla natura invisibile, trasformando il corpo in un ecosistema sensibile dove memoria, movimento e vita sotterranea si incontrano e dialogano in una polifonia fisica e vocale, un “canto metabolico”. La coreografia si sviluppa da un corpo che ricorda trasformandosi, metabolizzando esperienze, relazioni e intuizioni, lasciando che il gesto emerga dai suoi strati più profondi (l’11 ottobre, al Teatro Sperimentale di Ancona). HYPHAE è prodotto da Marche Teatro nell’ambito di The Big Green.

Il linguaggio poetico della lingua dei segni di Diana Anselmo
You Have to Be Deaf to Understand, lo spettacolo simbolo della poetica di Diana Anselmo attivista, regista e performer sordo (fondatore nel 2020 di Al.Di.Qua. Artists, Alternative Disability Quality Artists, prima associazione europea interamente gestita da artisti disabili), è un’esperienza visiva e lirica, accessibile a tutti, che mira a scardinare le dinamiche abiliste. La performance nasce dall’incontro tra ricerca artistica e impegno sociale: prende spunto dall’omonima poesia di Willard J. Madsen, professore sordo della Gallaudet University, e la traduce in Visual Sign, un linguaggio poetico della lingua dei segni comprensibile anche a chi non è segnante.
Lo spettacolo (l’11 ottobre a Foligno, Umbria Factory Fest) trasforma ogni movimento in veicolo di significato e apre un dialogo profondo tra pubblico sordo e udente. Prodotto da Fattoria Vittadini (nell’ambito del progetto Beyond Signs), la regia e la performance sono affiancate da Daniel Bongioanni e DMK.

Due generazioni a confronto
Alessandro Mor e Gabriele Graham Gasco sono i protagonisti dello spettacolo Acanto di Nicola Russo (al Teatro India di Roma, dal 9 al 12 ottobre). Due generazioni si incontrano, e, attraverso il confronto delle proprie esperienze, trasformano l’attesa in un viaggio immaginario che intreccia desiderio, memoria e fragilità umana. Nella sala di attesa di un centro di analisi due sconosciuti, un uomo e un ragazzo, aspettano di essere chiamati. La stanza è anonima e fredda mentre fuori la natura sembra invadere la città.
“Come vorresti che fosse questo luogo?” chiede uno all’altro, iniziano a pensare uno spazio diverso e più accogliente in cui aspettare, prende vita così un viaggio immaginario nei luoghi dell’eros e delle loro prime volte. Condividendo i propri luoghi interiori costruiscono una geografia alternativa, un set immaginario dove mettersi a nudo.

Il Vangelo di Cassandra – annunciazione di una genesi
Dopo più di quattro anni di lavoro tra Europa e Asia su Muoio come un paese, testo fondante dell’autore greco Dimitris Dimitriadis, la performer Gemma Hansson Carbone prosegue il percorso di ricerca sull’opera di questo poeta e drammaturgo, esplorando la forza della parola e della voce come strumenti di evocazione e invocazione, in un atto di profonda riflessione sulla nostra identità storica e politica (al Festival Fabbrica Europa, Semiottagono delle Murate di Firenze, il 7 e 8 ottobre). Il Vangelo di Cassandra – annunciazione di una genesi si propone come esperienza immersiva dove la parola poetica e il movimento si fondono.
Delineando sequenze circolari alla ricerca di nuovi piani gravitazionali e antiche formule gestuali, Gloria Dorliguzzo e Hansson Carbone ricercano una fisicità che oscilla tra disequilibri e chiasmi, trasmettendo la tensione tra genesi e distruzione, tra eros e negazione, tra tempo passato e tempo presente.

Un nuovo teatro a Roma. Si inaugura con Eugenio Barba
Nasce il Teatro della Città di Roma-Teatro d’Italia con la United Artists per un programma che lancia la stagione del Teatro Greco con la prosa, la musica e la sperimentazione, oltre alla danza. Un palcoscenico inaugurato con un progetto proteiforme per festeggiare gli 89 anni di Eugenio Barba, ritenuto l’ultimo Maestro del novecento teatrale. Un progetto composto da regie, workshop, masterclass, incontri, dimostrazioni-spettacolo firmati da Barba che si replicheranno dall’ 8 al 26 ottobre al Teatro Greco, allo Spazio Rossellini, all’Accademia Teatrale di Roma e al Teatro Nino Manfredi di Ostia2.
Si inizia l’8 e fino al 12, con Lorenzo Gleijeses in Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, drammaturgia e regia di Barba, Gleijeses, e Julia Varley. Nello spettacolo si intersecano tre diversi nuclei narrativi: alcuni elementi biografici dello stesso Kafka; la vicenda del personaggio de La Metamorfosi, e quella di un immaginario danzatore omonimo che rimane prigioniero della ripetizione ossessiva dei propri materiali performativi in vista di un imminente debutto.

Coppelia per il Balletto di Roma
La stagione della danza dell’Accademia Filarmonica Romana si apre al Teatro Olimpico col debutto nazionale di Coppelia su musiche di Léo Delibes, regia e coreografia di Fabrizio Monteverde per la compagnia Junior del Balletto di Roma (dal 10 al 12 ottobre). Il coreografo veste Coppelia di rosso e attualizza la vicenda contrapponendo, in un contesto giovanile, quasi adolescenziale, l’amore autentico a quello delle apparenze e dei surrogati.
Cifra stilistica di Monteverde è come di consueto l’attualizzazione dell’opera, inserendola in un contesto e un messaggio contemporanei, pur rimanendo fedele alla narrazione classica. L’inganno incarnato dalla donna giocattolo, rappresentata nel balletto, appare oggi quanto mai attuale in un mondo sempre più virtuale, in cui finzione e realtà si contrappongono fino ad annullarsi, creando una nuova dimensione umana di favole virtuali.

Il tema eco-ambientale nella danza di Cornelia
La nuova produzione di Cornelia Dance Company, To my skin, indaga il tema del cambiamento climatico. Attraverso il corpo i danzatori interpretano gli effetti estremi del calore e del gelo pensando alle grandi estinzioni di massa con l’obiettivo di aprire uno spazio di riflessione sul tema eco-ambientale attraverso atti fisici e poetici.
To my skin (prima nazionale il 10 ottobre al Festival D’Autunno di Catanzaro) è un dittico di danza contemporanea che propone due interpretazioni distinte ma complementari di questo tema così urgente nella declinazione delle visioni proposte dai coreografi Mauro de Candia con Before/After ed Antonio Ruz con Ardor. Before/After è composto da strutture apparentemente statiche, che si rivelano soggette a trasformazioni parzialmente prevedibili. In Ardor il corpo cede, lento, sotto il morso del calore. Non si frantuma: si fa magma.















