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Trasparenze Festival 2025, il teatro che abita l’Appennino modenese
Teatro
Da giovedì, 24 luglio, fino al 3 agosto 2025, Gombola, piccola frazione dell’Appennino modenese, si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto grazie alla collaborazione tra Teatro dei Venti e ATER Fondazione: il festival si aprirà questo primo weekend con la tredicesima edizione di Trasparenze, una rassegna che intreccia teatro, danza, musica, incontri e installazioni artistiche in stretta relazione con gli spazi naturali e architettonici del borgo. Ne è un esempio Le donne al Parlamento, un lavoro immersvo e itinerante, uno spettacolo itinerante in cui gli abitanti del territorio prendono la voce dei cittadini, firmato Teatro dei Venti e che apre ufficialmente il festival il 24 luglio e in replica il 25.
Tra gli spettacoli inaugurali, anche Aspettando Godot del Gruppo L’Albatro, inserito nel progetto Teatro e Salute Mentale della serata di apertura. Un segnale forte: la capacità del teatro di dialogare con le sensibilità collettive più profonde, sfiorando temi delicati come la fragilità psichica. Le serate proseguiranno tra spazi sacri e pubblici, alternando proposte teatrali a performance musicali come quelle del gruppo Mille, e momenti contemplativi nei silenzi del mulino, con le produzioni del collettivo Tra un atto e l’altro.

Il weekend successivo, dal 1 al 3 agosto, vedrà Gombola ospitare Fuoripista, selezione di circo contemporaneo e musica, frutto della sinergia tra Trasparenze e ATER. Tra le proposte spiccano la delicatezza surreale di Swan di Tardito/Rendina e la comicità raffinata di Juliet firmata Teatro C’Art, spettacoli pensati per un pubblico alla ricerca di emozioni autentiche e atmosfere familiari.
Il cuore dell’esperienza festivaliera resta però l’idea di comunità: qui non si è spettatori passivi, ma spettatori residenti. Chi sceglie la formula abbonamento vive l’intero percorso culturale, avvicinando artisti, riflettendo sul paesaggio e scoprendo le eccellenze del territorio, da agriturismi e caseifici a passeggiate e opportunità di soggiorno sostenibile. A orchestrare il tutto è la direzione artistica di Stefano Tè, che ha pensato un festival come “tessitura”: intreccio di generi, età e saperi, capace di creare un dialogo tra la memoria di Gombola e le nuove forme della narrazione contemporanea. In questo spazio, lo spettatore incontra proposte che vanno dalla riflessione seria all’ironia, dal profondo al leggero, con la consapevolezza che ogni spettacolo sia un tassello in un mosaico più ampio.
Tra le proposte nel programma di Trasparenze Festival 2025, si segnalano performance tra le più attese anche fuori dal pubblico più giovane: Abattoir Blues di Luigi Ciotta, onirico, dissacrante e crudele, capace di riflettere sulla condizione umana e animale attraverso un linguaggio clownesco; Circo Kafka di Roberto Abbiati, che trasporta le atmosfere kafkiane in uno spazio surrogato di circo, un luogo in cui la vita di tutti i giorni si fa metafora esistenziale. La contemporaneità e la capacità di rompere le attese sono poi incarnate da spettacoli come Trickster di Opera Bianco o Rio di Giulia Cammarota, visioni intime e personali che esplorano i limiti di identità e desiderio in poche sequenze intense.

Il festival non è solo teatro e circo. Ogni sera, la piazzetta risuona delle note esuberanti della musica indipendente, da Sandro Joyeux a Mille, da Wunder Tandem a Emanuele Colandrea,fino al gran finale con il quartetto bresciano Slick Steve and the Gangsters. Così, tradizione e modernità si amalgamano sotto le stelle: la musica, come il teatro, diventa occasione per ritrovarsi comunità.
Genesi e intenti di Trasparenze Festival riflettono un progetto vitale: abitare l’Appennino non come confine, ma come ponte tra città e cultura, tra passato e futuro. La dimensione di “abitare utopie”, sostegno regionale e associativo, rende questo evento non solo un contenitore di spettacoli, ma un processo partecipativo, un movimento culturale che sfida l’appiattimento e costruisce relazioni, progettualità, sensibilità.
Partecipare significa mettersi in cammino – per gli spazi rumorosi della piazza, per i silenzi del bosco circostante – e scoprire che il teatro, la musica, il circo, la convivialità possono essere chiavi di volta per abitare i luoghi e le idee in modo più consapevole, creativo, comunitario.














