Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
30
maggio 2008
fino al 10.VI.2008 Riccardo Ghirardini / Stefano Martino Torino, Fusion Art Gallery
torino
Flash frastornanti rubati alla dimensione dei media. A fianco, visioni impresse in un paesaggio silente. La formula è quella consueta della doppia personale. Dalla nutrita scuderia di Di Mauro, due artisti diametralmente opposti...
Riccardo Ghirardini (Torino, 1958), ideatore della Biennale d’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte, è un irrequieto, polivalente, instancabile creativo. Architetto di formazione, si divide fra la curatela di mostre ed eventi culturali, il lavoro nell’ambito della grafica pubblicitaria e una vera e propria produzione artistica individuale. Va da sé, pertanto, che le sue opere siano sensibilmente influenzate da mondanità, moda e glamour, nonché dai vorticosi input derivanti dai mezzi di comunicazione di massa (la denominazione Navaho Cafè riporta a un celebre fatto di sangue accaduto nell’America degli anni ’50).
Pregnante è la sua relazione con il mondo esterno e il culto dell’immagine, nonché l’analisi relativa alle esponenziali sollecitazioni della cultura del consumo. Le atmosfere riprodotte, equilibratamente noir e pop, sono generate da maturità progettuale, capacità analitica, ironia. Le ampie tele in acrilico sono caratterizzate da accostamenti stridenti, luminescenze quasi acide, flash di rossi, verdi e gialli, colature di nero su istantanee del quotidiano.
Attivo fin dagli anni ’90, Stefano Martino (Torino, 1967), dopo un periodo di apparente stasi, pare abbia ritrovato il lustro di un tempo. Di matrice pittorica ma fortemente integrata da un interessante polimaterismo, la sua tecnica si fonda su un complesso iter stratificativo, che prevede accumuli di sostanza rappresa, applicazioni cartacee di velina, piccole croci scarlatte o aeroplanini, sberleffi e sbavature trasparenti-brillantinate. Mescolanze armoniche ed equilibri sottili, dunque, di elementi organici e pittorici: colori ad olio, sabbia, fuliggine in qualità di legante. Talvolta, la resina gettata sulla superficie si condensa in gocce e sentieri filamentosi, dinamici.

Martino dà vita a un’astrazione sobria, sospesa, paradossalmente quasi rarefatta, assai compatibile con la figurazione, dove piccole e grandi geometrie emergono da paesaggi anonimi seppur riconoscibili, quasi post-nucleari. Le partiture cromatiche coadiuvano il disegno, le forme -ora piane, ora solide-, i fondali ruvidi e sedimentati. Emanando una forte carica seduttiva e alimentando un desiderio tattile, proprio come suggerisce Soggettili, titolo della personale.
Una sorta di colonna vertebrale arcuata sembra un ponte gettato verso l’irraggiungibile. Ecco poi, poco più in là, una navicella ragnesca, soggetto che -sebbene in maniera più aggressiva- già compare nella teca dedicata all’artista presente al Mau di Torino.

La rappresentazione di questi scenari, richiamanti universo e infinito, rimanda altresì a una realtà interiore, intima e raccolta, silenziosa seppur vibrante di energia vitale. Così, il pensiero si agita, frulla e diventa materia condensata, traccia grumosa e tangibile, per poi volare verso nebulosi approdi, manifestando e consolidando il sé e scandagliando luoghi lontani, alla ricerca di intese e interscambi.
Pregnante è la sua relazione con il mondo esterno e il culto dell’immagine, nonché l’analisi relativa alle esponenziali sollecitazioni della cultura del consumo. Le atmosfere riprodotte, equilibratamente noir e pop, sono generate da maturità progettuale, capacità analitica, ironia. Le ampie tele in acrilico sono caratterizzate da accostamenti stridenti, luminescenze quasi acide, flash di rossi, verdi e gialli, colature di nero su istantanee del quotidiano.
Attivo fin dagli anni ’90, Stefano Martino (Torino, 1967), dopo un periodo di apparente stasi, pare abbia ritrovato il lustro di un tempo. Di matrice pittorica ma fortemente integrata da un interessante polimaterismo, la sua tecnica si fonda su un complesso iter stratificativo, che prevede accumuli di sostanza rappresa, applicazioni cartacee di velina, piccole croci scarlatte o aeroplanini, sberleffi e sbavature trasparenti-brillantinate. Mescolanze armoniche ed equilibri sottili, dunque, di elementi organici e pittorici: colori ad olio, sabbia, fuliggine in qualità di legante. Talvolta, la resina gettata sulla superficie si condensa in gocce e sentieri filamentosi, dinamici.

Martino dà vita a un’astrazione sobria, sospesa, paradossalmente quasi rarefatta, assai compatibile con la figurazione, dove piccole e grandi geometrie emergono da paesaggi anonimi seppur riconoscibili, quasi post-nucleari. Le partiture cromatiche coadiuvano il disegno, le forme -ora piane, ora solide-, i fondali ruvidi e sedimentati. Emanando una forte carica seduttiva e alimentando un desiderio tattile, proprio come suggerisce Soggettili, titolo della personale.
Una sorta di colonna vertebrale arcuata sembra un ponte gettato verso l’irraggiungibile. Ecco poi, poco più in là, una navicella ragnesca, soggetto che -sebbene in maniera più aggressiva- già compare nella teca dedicata all’artista presente al Mau di Torino.

La rappresentazione di questi scenari, richiamanti universo e infinito, rimanda altresì a una realtà interiore, intima e raccolta, silenziosa seppur vibrante di energia vitale. Così, il pensiero si agita, frulla e diventa materia condensata, traccia grumosa e tangibile, per poi volare verso nebulosi approdi, manifestando e consolidando il sé e scandagliando luoghi lontani, alla ricerca di intese e interscambi.
articoli correlati
Verbania, BAM number one
Verbania, BAM number two
sonia gallesio
mostra visitata il 26 maggio 2008
dal 9 maggio al 10 giugno 2008
Riccardo Ghirardini – Navaho Cafè
Stefano Martino – Soggettili
a cura di Edoardo Di Mauro e Walter Vallini
Fusion Art Gallery
Piazza Peyron, 9/g (zona Cit Turin) – 10143 Torino
Orario: giovedì e venerdì ore 16,30-19,30 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 3356398351; info@fusiongallery.it; www.fusiongallery.it
[exibart]