31 ottobre 2008

fino al 12.XI.2008 Alberto De Braud Torino, Dieffe

 
Materiali apparentemente inflazionati al servizio di un’arte tutta nuova. Divertente e giocosa. La scultura di uno dei maggiori rappresentanti del neonato movimento irrealista scavalca il lascito della Pop Art e dei New Dada. Fino a trasformarsi in installazione impossibile...

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Piccole formiche in bronzo brulicano su una parete bianca, come fossero in cerca di briciole, disponendosi in modo da formare con i loro stessi corpi la parola eat. Un lungo serpente di salsicce rosse e ben cotte si erge verso l’alto, quasi si stesse muovendo in una danza atta al corteggiamento o fosse stato distratto da un fruscio improvviso e volesse studiare un possibile avversario. Al centro della sala campeggia un florido e rilucente colle di uova, fritte all’occhio di bue.
La personale di Alberto De Braud (Milano, 1959) è interamente dedicata al cibo, agli utensili di uso quotidiano legati all’atto del nutrimento e al pregnante valore simbolico che questi serbano in sé. La sua scultura infonde spesso un senso di leggerezza e ironia, strizzando l’occhio alle più audaci forme di design contemporaneo. Talvolta appare fragile e in precario equilibrio – si veda la torre svettante di sottili fiammiferi disposti come shangai (Matches, 2007) – ma è concettualmente ed emotivamente fruibile. Stimola desideri tattili, solletica tutti e cinque i sensi. Invita a guardare oltre le concrete sagome materiche osservabili: a intuirne il loro passato, il loro potenziale.
Alberto De Braud - Alice nel paese delle meraviglie - 1998 - maiolica e oro - cm 25x25x15 - courtesy Dieffe Arte Contemporanea, Torino
Grazie alle seduzioni cromatiche e agli sfavillii della maiolica salta subito all’occhio una certa componente ludica, che tuttavia non adombra il folto reticolo di rimandi che ogni artefatto genera. Svariate tazzine in bronzo sono unite attraverso i rispettivi manici che, nel formare veri e propri ponti arcuati, rievocano un forte senso di convivialità e condivisione. Così come il rito collettivo del the è ricordato dalle due teiere con più beccucci, costituenti Alice nel Paese delle meraviglie (1998).
Muovendo da un imprescindibile legame con la storia dell’arte, la singolarità del lavoro di De Braud consiste paradossalmente nel riutilizzo di tecniche e materiali classici ampiamente sfruttati, come il bronzo fuso, senza però mai naufragare verso maldestre o involontarie repliche. La scultura dipinta interagisce con l’installazione e la compenetra. Nuclei di tre limoni ciascuno formano una composizione di geometrie bilanciata, armonica, così come una cassetta adornata di panna montata in gesso bianco fa da cornice a banane bicolore.
Alberto De Braud - Culinary Dreams - 2006 - maiolica - cm 60x60x50 - courtesy Dieffe Arte Contemporanea, Torino
Circondati da un’aura metafisica e caratterizzati da una mirabile plasticità, anche gli oggetti più semplici e comuni (stoviglie, posate, bottiglie) vengono reinventati e assemblati; bizzarramente suggeriscono nuove interpretazioni della realtà, enigmi, metafore, narrazioni. Decontestualizzati, possiedono vita propria ed espletano in prevalenza una funzione colloquiale, servendosi di un linguaggio ricco di sfaccettature ma piuttosto diretto, franco, tangibile.

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mostra visitata l’11 ottobre 2008


dal 25 settembre al 12 novembre 2008
Alberto De Braud – Culinary Dreams
a cura di Rolando Bellini
Galleria Dieffe Arte Contemporanea
Via Porta Palatina, 9 (zona Duomo) – 10121 Torino
Orario: da lunedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0114362372; info@galleriadieffe.com; www.galleriadieffe.com

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