17 dicembre 2002

fino al 15.I.2003 Enrico T. De Paris Torino, Galleria Art and Arts

 
Spazi modificati, cellule abitative, griglie metropolitane. Enrico De Paris crea mondi paralleli che si trasformano in finestre sulla dimensione reale, piccoli microcosmi al cui interno è possibile leggere il destino della civiltà contemporanea…

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L’artista debutta nel ’90 partecipando alla mostra Ipotesi Arte Giovane organizzata da Flash Art presso La Fabbrica del Vapore. Poco dopo realizza la prima personale a Torino, nella galleria di Guido Carbone, alla quale seguono svariati successi di critica e pubblico.
Prodotte nel corso dell’ultimo anno, le opere selezionate per questa esposizione vertono sui temi più discussi del momento, dal dissidio tra globalizzazione e localizzazione agli effetti delle nuove tecnologie. Nei lavori relativi alla serie Maps una sorta di griglia metropolitana diventa lo sfondo di una realtà sospesa, rimandando agli scenari della fervente vita cittadina, o ancora ad un quadro dei circuiti che diviene emblema di una società Enrico de Paris ipertecnologica ed iperelettronica. Ricavate da ampolle da laboratorio, oppure ricostruite in suggestivi contenitori di vetro soffiato, vari esempi di Cellule Abitative raccontano innumerevoli microcosmi paralleli, piccoli mondi che l’uomo può osservare dall’esterno, forse anche per riflettere su se stesso. Le opere dal titolo Spazio modificato mostrano popolate scenografie racchiuse in teche di plexiglas trasparente. Protezioni che rappresentano invisibili barriere in funzione delle quali l’assenza di costrizione è soltanto una mera illusione. Del resto i veri steccati, i veri sbarramenti, sono costituiti dalle ideologie. L’autore stesso dichiara: ”quando [la barriera] non esiste materialmente, esiste psicologicamente o peggio intellettualmente”. Caratterizzate da una pittura in acrilico fluida e guizzante, le tele appartenenti alla serie Flussi rimandano al ritmo frenetico della quotidianità ed alle infinite sollecitazioni alle quali, nostro malgrado, noi tutti siamo sottoposti. Da superfici caotiche ed asimmetriche emergono strutture molecolari e boccette di vetro che assumono la valenza diEnrico T de Paris zona franca o rifugio.
Nelle minuscole comunità fluttuanti di Enrico T. De Paris (n. 1960), animali ed omini di plastica galleggiano in mari di silicone colorato ignari di cosa avvenga intorno, all’esterno. Attraverso microambienti e contesti alternativi, l’autore invita lo spettatore a riflettere sulle condizioni sociali, ma anche politiche ed economiche, che governano la nostra epoca . E’ vero che il suo lavoro introduce in un mondo di sogno, quasi fantastico, ma in fondo ha lo scopo di far luce sulla verità e di sottolinearne gli aspetti grotteschi e contrastanti. De Paris usa una chiave di lettura atipica, un codice comprensibile, un mezzo alternativo all’accusa. Non è la realtà ad essere cambiata e trasformata in qualcosa di fittizio, dunque, quanto il linguaggio espressivo ad assumere una forma più accessibile, meno invasiva, mantenendo al contempo una notevole efficacia.

sonia gallesio
mostra visitata il 23 novembre 2002

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Enrico T. De Paris; dall’8 novembre 2002 al 15 gennaio 2003
Torino, Galleria Art and Arts, Via Matteo Pescatore, 9
Tel +039 011 835773 dal martedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30


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