19 ottobre 2010

fino al 3.XI.2010 Karen Knorr Torino, Photo & Co.

 
Animali come incursioni che stravolgono il quotidiano. Spostamenti di senso in architetture che paiono mutare la funzione d’uso. Knorr alla terza personale torinese...

di

Il lavoro di Karen Knorr (Francoforte, 1954; vive a
Londra) è sottile. Come sottili sono i limiti tra la parodia e la satira. La
linea critica distintiva di Knorr è infatti più un ghigno che una risata.

Con caustica sagacia e arguzia, le sue foto mettono alla
berlina determinati cliché, comportamenti e ambienti tipici della borghesia.
Note sono le serie Gentlemen (1981-83), una ricerca sui club maschili inglesi, Connoisseurs (1986-1988), Academies (1994) e Visitors (1998), realizzate invece nelle
sale di musei e dimore storiche europee, dal Musée Carnavalet al Musée d’Orsay
di Parigi. Al centro il mondo animale con i suoi protagonisti. Esemplari di
varie specie entrano nei luoghi della storia e dell’arte, nei santuari
culturali in cui normalmente non hanno accesso, scardinando stereotipi e
immaginari. È una trasgressione giocata sul doppio binario di spettacolarità e
spontaneità che, generando uno spostamento di senso rispetto all’ordinario,
tende ad alimentare una relazione tautologica con le cose.

La ricerca di Knorr, per quanto utilizzi il mezzo
fotografico, dunque fresco e immediato, è più vicina alla lettura del Fedro di Ovidio, alle illustrazioni di
La Fontaine o al mondo delle meraviglie di Lewis Carroll. E, non ultimo,
rientra nell’approccio dello sguardo umano verso il mondo animale che –
analizzato recentemente dallo zooantropologo Roberto Marchesini come
“atteggiamento icona” – vede l’animale come simbolo dei vizi e virtù
dell’essere umano, configurandosi (e ne è esempio l’universo Walt Disney) come
l’antropomorfizzazione di alcuni caratteri dell’uomo condotti alla zoomorfia.

Oltre alle immagini, nei lavori di Karen Knorr compaiono
didascalie a commento della composizione, elaborazione che talvolta appare come
vera e propria mise en scène con animali vivi o tassidermizzati, tal altra è invece
realizzata con il più contemporaneo dei fotoritocchi, Photoshop.

Mix tra la poetica visiva de I misteri dei Giardini di
Compton House
di Peter
Greenway
e le
performance sul turismo museale di Andrea Fraser, la serie India song di Knorr è una sofisticata
sintesi degli scenari lussureggianti delle leggende raccontate negli Zenanas e Mandawas rappresentate nei palazzi del
Rajasthan. Le storie di animali di Karen Knorr, filtrate dall’occhio
occidentale, e grazie a una residenza sostenuta da UCA Research, parlano così
della vanità delle cose terrene, della simbologia indiana attribuita ad esempio
alla mucca, alla scimmia o al pavone, icona della vacuità umana a confronto con
la forza della natura.

Pur con la messa a punto di artifici ed escamotage
compositivi, India song diventa saggio critico sulla contemporaneità, drammaturgia filmica di
sequenze ben calcolate sugli attuali principi d’identità e interpretazione del
comportamento umano.

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dal 23 settembre al 3 novembre 2010

Karen Knorr – India Song

Photo & Contemporary

Via dei Mille,
36 (Borgo Nuovo) – 10123 Torino

Orario: da
martedì a sabato ore 15.30-19.30

Ingresso
libero

Info: tel. +39
011889884; fax +39 0118178693;
photoco@libero.it

[exibart]

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