16 maggio 2002

Fino al 30.VI.2002 Aldo Ferrara – Simili e possibili Torino, Galleria Giorgio Persano

 
“Quello che sento è la presenza, la materialità, l’azione rapida…questo è quello che vedo nel lavoro che sto per presentare…nelle carte accartocciate io vedo il tempo speso e non quello consumato, nelle fessure la dimensione della sopravvivenza alle accelerazioni degli scenari virtuali…” (A. Ferrara)

di

Fino alla fine di giugno la galleria Giorgio Persano di Torino presenta una mostra di Aldo Ferrara intitolata, come una precedente del 1996, Simili e possibili.
Quattro parallelepipedi si guardano da quattro angoli della galleria. In ciascuno è visibile il supporto interno di legno e una piccola fessura, posta in alto, un’apertura verso l’esterno.
In un’altra sala sono invece esposti due lavori scomposti nei loro elementi costitutivi: il legno, la rete che contiene bozze di progetti accartocciate ed è posta sul muro una fessura, identica a quella presente sulle colonne nelle altre sale, ad indicare che lì ci troviamo metaforicamente all’interno del lavoro.
L’esposizione in generale si configura come un lavoro sullo spazio e su tutte le molteplici coordinate fisiche e ideali che lo attraversano. Dal punto di vista di Ferrara l’opera si configura infatti innanzitutto come concetto e progetto, gioco spazio temporale tra il pensiero e l’esistenza concreta, ad esso successiva. Come accadeva Aldo Ferrara, simili e possibiliper il quadrato nero dipinto da Malevic, i parallelepipedi di Ferrara contengono e insieme annullano le coordinate spaziali, implicandole tutte, compreso il tempo. In questo processo, l’attenzione dell’autore si sposta sul prima, su ciò che precede e anticipa l’opera, il suo essere oggetto intenzionale del pensiero prima ancora che realtà fisica esperibile e condivisibile. Il risultato è il residuo del pensiero e la sua sedimentazione, il suo disegno fisico dove, nelle parole dell’artista: disegnare è pensare.
Se oggi la velocità del pensiero e della comunicazione costruisce reti di senso e significato anche secondo schemi e meccanismi dettati dall’accidentalità del caso, l’opera-cosa di Ferrara si propone in un’apparente staticità, generando un gioco di specchi ed un silenzio fatto di rimandi e differimenti spazio-temporali. Così l’opera si fa esperienza possibile e successiva ad ogni progetto. Diviene capace di generare un movimento ben più radicale e intenso, anche se sottilissimo, che ha luogo al livello delle intuizioni spazio temporali: quelle che costruiscono la nostra percezione e si collocano al di là e al di qua dell’opera stessa.
In tal modo la realizzazione del lavoro si configura come un fare che succede ontologicamente al pensiero, che tuttavia si fa capace di produrlo e riprodurlo infinite volte. Il processo che ha condotto alla realizzazione dell’opera diviene visibile, e ci porta d’un tratto al suo interno: è il concretizzarsi del pensiero, che passa attraverso la materia e si sporca, si accartoccia e si avvolge su se stesso creando il mondo intorno e attraverso di sé.
Come scatole nere della memoria, i parallelepipedi si guardano l’un l’altro e restano apparentemente chiusi e segreti: sono, nelle parole dell’autore, il prima mutato di segno, frutto insieme dell’accumulazione e della dépense del senso. Così, mentre si rivolge indietro, al momento del suo proprio concepimento e al processo fenomenologico che costituisce ogni operare artistico, l’opera è d’un tratto, inaspettatamente, proiettata nel suo proprio futuro.

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Art Basel 2000
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giorgiopersano.com

Maria Cristina Strati
mostra visitata sabato 11 maggio 2002


Aldo Ferrara
con una presentazione di Mario Bertoni
Galleria Giorgio Persano, Piazza Vittorio Veneto, 9 10124 Torino
Tel. +39011835527 Fax. +390118174402
info@giorgiopersano.com
orari: dal martedì al sabato 10 – 12,30/ 16.00 – 19,30
lunedì mattino chiuso


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