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Merz, è fondazione
torino
L’intensa vitalità di Mario Merz in una Fondazione che sprizza luminosità da ogni finestra. Spazi disposti su tre piani, un giardino, le vasche della ex centrale termica della Lancia, un ampio seminterrato. In uno dei luoghi più in subbuglio della capitale dell’arte contemporanea. Torino, Torino, ancora Torino...
La passione con la quale Beatrice Merz ha portato avanti il progetto della casa editrice Hopefulmonster era già un dato inaggirabile. E naturalmente la Fondazione, fortemente voluta dallo stesso Mario Merz (Milano 1925 – Torino 2003), non poteva che incrementare quell’attitudine solare e intelligentemente coltivata. L’entusiasmo con il quale la stessa Beatrice ce ne ha parlato in un’intervista (la trovate sul numero di Exibart.onpaper in presentazione a MiArt) è quello che ferve negli ultimi giorni che precedono l’inaugurazione dello spazio in Borgo San Paolo, a due passi dalla Fontana allestita sul Passante ferroviario.
Si sfruttano le ultime ore per completare la messa in opera di una grande mostra dedicata al Re Leone. Che si snoda attraverso alcune decine di lavori sul filo rosso dell’“assenza del tempo”, occupando con un piglio dialogante parte degli spazi espositivi (la sezione adibita al centro studi, per esempio, sarà aperta solo in autunno). Ma va sottolineata proprio l’atmosfera che si respira fra i collaboratori della neonata struttura, per nulla tesa, come si potrebbe immaginare. O meglio, una tensione s’avverte, ma non è oscurata dalla frenesia dei preparativi.
È un’energia solare che pare sostenuta dai lavori stessi di Mario Merz, il quale anche nelle sue esternazioni più pessimistiche sapeva infondere comunque una speranza propositiva, attraverso lavori che non cedevano e non cedono mai alla disperazione. L’esempio più palese in questo senso, fra quelli presentati in questa personale, v’è la sequenza di pile di quotidiani, alcuni arabi, in gran parte de “La Stampa”, con i terribili titoli per la guerra irakena del 2003.
Ma sopra di essi, il neon recita un verso-titolo di Mallarmé: “Un coup de dès n’abolira jamais l’hasard”.
E anche il luogo contribuisce al clima luminoso che si respira in Fondazione. È ovviamente un dato favorito dall’architettura stessa del luogo, archeologia industriale, certo, ma priva o privata di quella grevità che spesso si percepisce in luoghi siffatti. Le pareti candidamente dipinte di bianco e le enormi vetrate fanno filtrare e rifrangere la luce naturale che giunge copiosa anche negli angoli più remoti. Dunque, nessuna retorica “fabbrichista”, ma nemmeno un’obliterazione del recento passato. Ed è ancora il lavoro di Mario Merz a sottolineare e sostenere questo equilibrio. Con una panoramica impressionante che copre un arco pluridecennale. A partire dalla sala più piccola, che ospita un’ampia selezione di Carte. O negli spazi del giardino, con la Casa sulla foresta (1989) in cera e gomma. Anche altri spazi “minori” vengono investiti dalla forza e dall’energia delle tipologie primarie merziane, al primo piano con un igloo del 1997 in garza e pigmenti dorati, al piano interrato con due tele e una sequenza Fibonacci su tavoli in legno. Ma è al pianterreno, nell’altissima sala centrale, che si dispiega la forza del torinese d’adozione.
In fondo alla navata, un enorme tavolo a spirale, nella sua essenzialità, pare voler attirare l’attenzione proprio sul movimento primigenio che simboleggia quella forma, un’eco simbolica del titolo stesso della rassegna. Pare che intorno a quella sinuosità si redistribuiscano di conseguenza le altre opere, dagli animali preistorici agli igloo in pietra e vetro, passando per una sequenza di Fibonacci realizzata con i noti neon e culminante con una scultura rappresentante un coccodrillo. Insomma, l’ennesima prova del fatto che l’etichetta “concettuale” apposta su quest’artista e sulle sue opere non si attaglia affatto. Oppure significa non averne colto l’energetica primordiale e potente.
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Fondazione Merz: inaugurazione venerdì 29 aprile ore 18
Via Limone, 24 – 10141 Torino
Orario: martedì-domenica 11-19 – giovedì 11-22
Ingresso: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto (studenti, disabili, gruppi organizzati min. 10 persone) Gratuito: bambini fino a 10 anni, maggiori di 65 anni e ogni prima domenica del mese – Info: tel. +39 01119719437; fax +39 01119719805; info@fondazionemerz.org – www.fondazionemerz.org – Catalogo Fondazione Merz, in preparazione
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