21 novembre 1999

30.X.1999 – 13.II.2000 Edvard Munch – Dal Realismo all’Espressionismo Firenze, Palazzo Pitti

 
Ossessionato dalle problematiche della vita e della morte, influenzato (non è un mistero e lui stesso non lo negava) dal filosofo Nietzche e dallo scrittore Strindberg, Munch è autore di livida forza espressiva, che trova nella plastica e drammatica evidenza di un cromatismo quantomai intenso e sgargiante il miglior veicolo per affermare la sua visione sostanzialmente pessimistica della società e del mondo a lui contemporanei. Una delle sue opere più famose «il grido» è diventata il simbolo stesso, quanto mai preclaro, delle ansie e delle inquietudini di un intero secolo

di

Edvard Munch: Ragazze sul pontileAlla fine del secolo e del millennio Firenze dedica dunque uno dei suoi «salotti buoni» ad un maestro di assoluto talento, che ha rivestito un’importanza fondamentale nel percorso delle arti figurative di tutto il ‘900.
Ossessionato dalle problematiche della vita e della morte, influenzato (non è un mistero e lui stesso non lo negava) dal filosofo Nietzche e dallo scrittore Strindberg, Munch è autore di livida forza espressiva, che trova nella plastica e drammatica evidenza di un cromatismo quantomai intenso e sgargiante il miglior veicolo per affermare la sua visione sostanzialmente pessimistica della società e del mondo a lui contemporanei. Una delle sue opere più famose «il grido» è diventata il simbolo stesso, quanto mai preclaro, delle ansie e delle inquietudini di un intero secolo.
Oggi il quadro, che alcuni anni fa venne trafugato, dopo essere stato recuperato all’arte mondiale, viene conservato gelosamente al museo di Oslo. A Firenze l’opera sarà comunque presente in una litografia in bianco e nero del maestro norvegese: un opera del 1895 che ripete I tratti principali del quadro.
E con «Il grido», altre 18 opere grafiche (tra litografie, xilografie, puntesecche, incisioni) e 17 dipinti.
Con questa esposizione Firenze intende anche tributare un omaggio a Munch nel centenario del suo soggiorno in città: Munch fu infatti a Fiesole nel 1899 in piacevole soggiorno. Edvard Munch: Autoritratto con sigaretta
Le opere esposte alla Sala Bianca percorrono il cammino che il maestro norvegese sperimentò a partire dagli anni ’80 del XIX secolo via via fino ai primi anni del Novecento. Un passaggio che si concretizza anche in una sempre minore ossessione angosciosa nella soggettistica ed in una virata dei toni verso lievità precedentemente sconosciute.
Munch rimane comunque un artista fondamentalmente «pessimista»: straniato di fronte ad un mondo in vorticosa evoluzione, profeta di atroci sventure future, poco indulgente nei confronti del femminino.
Dell’esposizione fiorentina segnaliamo quadri come «Ceneri» e «Malinconia»; anche se, come sempre in questi casi, fare scelte appare operazione estremamente forzata ed assai poco legittima.
In contemporanea alla presenza di Munch a Firenze, la Galleria Nazionale di Oslo ospita I capolavori della pittura veneziana provenienti dalla Galleria Palatina: da Tiziano a Sebastiano Ricci, per dar vita alla più grande mostra di arte rinascimentale mai realizzata in Norvegia.

Edvard Munch: «Dal Realismo all’Espressionismo»
Sede: Sala Bianca di palazzo Pitti, P.zza Pitti 1 Firenze
Durata: fino al 13 febbraio 2000
Orario: martedì- domenica 8.30/18.50
Chiusura: lunedì
Prezzo: 14.000
Info: Firenze Musei 055 2654321
Catalogo: Sillabe, a cura di M.Lange e S.Hellisen, £40.000



Domenico Guarino

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui