26 aprile 2002

fino al 1.IX.2002 Islam – Specchio d’Oriente. Rarità e preziosi dalle collezioni statali fiorentine Firenze, Palazzo Pitti

 
Il fascino esercitato dall’Islam nei secoli si ritrova oggi tra tappeti sontuosi, suppellettili, libri e maioliche che...

di

…nella ricostruzione di un altro capitolo dell’onnivoro collezionismo mediceo, rendono la complessità e la raffinatezza estrema della civiltà islamica, che ha saputo esprimersi in manufatti d’incomparabile bellezza.
Egitto Mamelucco ?, sec. XIV, 1363 / 1377Grande broccaA beccuccio con manico, con medaglioni ed iscrizioni alla spallaOttone battuto incrostato in argentoh. 52,6Museo Nazionale del Bargello
“Saliti che furono, videro una città di cui mai gli occhi avevano visto una più grande: alti palazzi, superbi edifici a cupola, case ben costruite, fiumi correnti, alberi pieni di frutti maturi” (Le mille e una notte)
I pregi della mostra, allestita alla Sala Bianca di Palazzo Pitti, risiedono nel numero di oggetti limitato- sono un centinaio- che ne rende la visita concentrata, e nell’esposizione tematica, che permette di avvicinarsi ai diversi aspetti della civiltà e alle diverse tecniche, capaci di aprire una finestra su un’ area geografica vastissima, che si estende dall’Egitto mamelucco all’India. Si svela dunque l’interesse della città nei confronti dell’arte islamica durante i secoli.
L’immagine di un mondo favoloso e magico era quella diffusa dalla letteratura, dai racconti di mercanti e viaggiatori che fin dal XV secolo avevano stretti rapporti con il vicino e medio Oriente. Sulle basi, e sulle rotte, di questi traffici commerciali giunsero a Firenze i primi oggetti d’uso, come i tappeti che appaiono già in dipinti rinascimentali qualificandosi immediatamente come simboli di ricchezza e potere. Della stessa epoca alcuni astrolabi ci ricordano l’apporto dato dal mondo arabo agli studi di matematica e astronomia, senza dimenticare quanto la stessa elaborazione della prospettiva debba agli ottici arabi.
Bisogna attendere il tempo del Granduca Cosimo I e tutto il Seicento per vedere come le collezioni granducali incrementino – tra bottini di guerra e oculati acquisti- le loro raccolte islamiche. Già dal 1587 la loro presenza nella Tribuna degli Uffizi e nell’armeria medicea definisce un nuovo interesse politico e antropologico. L’esposizione valorizzava inoltre la cultura islamica dal punto di vista del raffinato magistero tecnico: sorprende il lusso dei materiali dagli avori intagliati con lotte di animali, draghi di smalto e argento, scatole in tartaruga, madreperle e cristalli di rocca.
Spagna, sec. X, CofanettoAvorio montato in filigrana d’argento, pietre prezioseh. cm. 6,9 x 12,9 x 9,3Museo Nazionale del BargelloDopo le dispersioni d’epoca lorenese l’interesse per l’Islam si rinnova nella Firenze della fine dell’Ottocento, momento fecondissimo sia per la presenza di collezionisti generosi come Carrand e Bardini, sia a livello istituzionale con la fondazione delle prime cattedre universitarie dedicate agli studi islamici e con il primo convegno di studi sull’islamismo nel 1878, che fa delle città una capitale del gusto “orientalista”.
Una sala dedicata alle armi e alle arti della guerra oggettiva al di là una differenza sostanziale nei modi e nell’immaginario, la mitizzazione della figura dell’arciere ad esempio, quel contrasto con gli oppositori della cristianità che ci accompagna anche oggi e che carica la mostra di ulteriori aspirazioni civili, sollecitando quel rispetto che solo la conoscenza ci può dare.

link correlati
www.sbas.fi.it

silvia bonacini


23.IV.2002-1.IX.2002
Sala Bianca di Palazzo Pitti, Piazza Pitti 1, Firenze
Orario e giorni di chiusura : Martedì – Domenica 8.15-18.50, Lunedì Chiuso
Biglietto € 8,50 (comprensivo dell’ingresso alla Galleria Palatina)
Sevizi Informazioni e prenotazioni – Firenze Musei 0552654321
Catalogo Sillabe, €30


[exibart]



LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui