08 gennaio 2004

fino al 29.I.2004 Rotte Metropolitane – La Città Visibile Firenze, sedi varie

 
Rotte Metropolitane continua a far parlare di sé, occupando spazi sempre più inconsueti. Come un ex-carcere e un serra ormai non più utilizzata. Nella prima location il linguaggio rapido delle fotografie di Adras Calamandrei. Nella seconda una videinstallazione di Letizia Renzini…

di

I meandri dell’ex carcere delle Murate per le fotografie di Andras Calamandrei, e le alte volte del Tepidario Roster del Parco dell’Orticultura come scenografia per il video di Letizia Renzini: La Città Visibile di Rotte Metropolitane prosegue con altri due percorsi artistici.
Nelle fotografie di Andras Calamandrei luoghi deserti, immortalati nella più completa desolazione, parlano di un tempo sospeso, senza né un prima o un poi. Gli scenari delle città sono colti dall’obiettivo fotografico nella loro nudità architettonica. Monumenti, palazzi, giardini senza alcuna presenza umana.
Il linguaggio di Calamandrei è diretto, rapido, ma non scontato. La solitudine dei suoi ambienti non cerca di essere compresa o approvata: si da allo spettatore nella più totale immediatezza. Non per questo il senso di estraneità e di distacco da contesti ambientali comuni è percepito meno intensamente. L’artista afferma di essersi ispirato a Lo straniero di Camus nel realizzare gli scatti. Un muoversi non certo lento, ma Andras Calamandrei ozioso, privo di reattività, di spessore, di quella qualità che spesso ci è assente nel nostro modesto intercedere quotidiano, scrive l’artista nel testo critico che accompagna la mostra, una calura, un intontimento, che dialoga col nero e il giallo – in natura segnali di pericolosità – non con il suo mal raggiungibile contenuto, ma con la forma, con la freddezza.
La videoinstallazione Pentesilea di Letizia Renzini – appartenente al gruppo artistico Timet – si è invece ispirata a Von Kleinst e alla sua opera omonima, che ha come protagonista la Regina delle Amazzoni. La mitologia vuole che il destino del suo esercito di donne fosse di quello di cacciare un compagno per poi ucciderlo: Pentesilea andrà contro lo stesso fato, innamorandosi prima di Achille, per poi ucciderlo e infine togliersi a sua volta la vita. La Renzini ha ricreato la Festa delle Rose, durante la quale le donne sono impegnate nella caccia umana, usando tre grandi semisfere sospese nel vuoto. Al loro interno si sussegue unaLetizia Renzini carrellata veloce di immagini floreali, in un mutarsi rapido di forme. Ho cercato di visualizzare il ruolo di serra che un tempo aveva questo Tepidario, spiega l’artista, così che lo spettatore sia ben consapevole di dove si trovi e a cosa stia assistendo. Il video è un connubio inscindibile di fotografia e suono, proiettato su due grandi schermi dal notevole impatto visivo. In Pentesilea la Renzini usa se stessa per raccontare un tentativo di ribellione a un qualcosa di già scritto, la lotta di chi deve scegliere tra eroina vittoriosa o carnefice-vittima al tempo stesso. L’artista si scontra con Éros e Tánatos, utilizzandone pienamente il bagaglio emozionale. Non usa toni enfatici o una retorica sentimentale, ma una sperimentazione pura tesa alla ricerca di nuovi interrogativi.

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Rotte Metropolitane – La Città Visibile
dal 25 novembre al 29 gennaio

Andras Calamandrei
Ex carcere delle Murate
Via dell’Agnolo – Firenze

Letizia Renzini
Tepidario Roster, Parco dell’Orticultura
Via Vittorio Emanuele II, 4 – Firenze

Info: d.cresti@email.it, d.ciullini@comune.fi.it


[exibart]

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