-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 3.X.2003 Stefania Balestri – Nautilus Firenze, La Corte Arte Contemporanea
toscana
Il mondo di Lilliput torna in galleria. A meno di un anno dall’ultima esposizione, Stefania Balestri presenta il suo nuovo lavoro. C’è ancora la Casa delle Bambole. Ma da un altro punto di vista…
Stefania Balestri lascia la superficie solida degli oggetti e si immerge in una ricognizione liquida. Come un sottomarino o come un mostro acquatico ed insonne che, con il suo unico occhio, scandaglia il contorno di quello che fu Lilliput. Il mondo grottesco e incantato dell’artista, dove coabitano con disinvoltura e tolleranza reciproca bambole, dinosauri e soldatini di piombo, è di nuovo protagonista, al centro di una nuova esplorazione condotta attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica.
Gli scenari sono ancora quelli surreali della Casa delle Fate blindati all’interno di scatole in plexiglass. Da allora la Balestri ha compiuto un passaggio necessario varcando la soglia tra due distinte dimensioni percette: quella della statica e intangibile installazione nei parallelepipedi, trasparenti quanto impermeabili, e quella fluida, alterabile e invasiva del mezzo fotografico. I confini tra i micromondi sospesi nel plexiglass si sono sciolti lasciando spazio ad una curiosità ondivaga e indiscreta.
Il materiale artistico che Stefania Balestri ha elaborato nel corso degli ultimi anni si dispone lungo gli episodi di una narrazione paratattica; “storie sigillate e incomunicanti”, scrive Laura Vecere, curatrice della mostra, ma connesse dall’unità stilistica (coerente non ostante il cambiamento del mezzo espressivo) e dall’ansiosa necessità di tessere un minuzioso regesto delle varie possibilità del linguaggio.
In Nautilus è in atto la stessa inclinazione per la sovrapposizione dei significanti, dei nomina nuda, con il conseguente, inarrestabile, slittamento della realtà degli oggetti verso destinazioni suscettibili di ogni sviluppo. Ma l’aspetto che rimane in evidente continuità con quella parte del lavoro della Balestri che precede, e contiene, le metamorfosi di Nautilus, è la divertita sorpresa con cui l’artista assiste agli esiti formali.
La Balestri non è, per definizione, una fotografa; guarda all’interno delle sue scatole come se usasse un’appendice tecnologica dei propri occhi di cui sfrutta al massimo le potenzialità, dal macro al teleobiettivo. Le lucide stampe, appena una ventina, scelte tra migliaia di scatti, non sono state “passate” per l’elaborazione digitale. I risultati – straordinari anche sotto il profilo estetico – sono davvero unici, non somigliano a niente se non al mondo di Stefania Balestri.
articoli correlati
La Casa delle Fate
Se Lilliput
p.gagliano@exibart.com
mostra vista il 20 settembre 2003
fino al 3.X.2003
Stefania Balestri – Nautilus (a cura di laura vecere)
Firenze, La Corte Arte Contemporanea
via de’ Coverelli, 27 r.(Oltrarno, Piazza S. Spirito)
Mar_sab 16-19 e per appuntamento
Informazioni: tel. 055 284435; e-mail: rostem@tin.it
[exibart]