06 novembre 2014

Fino al 9.XI.2014 David Lynch, Lost visions. L’indiscreto fascino dello sguardo Archivio di Stato, Lucca

 
Non dimentichiamoci del Final Cut e della libertà dell'artista. Dalla raccolta di frammenti alla loro ricomposizione per un'opera compiuta seguendo l'ossessione creativa di Lynch -

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L’invasione di David Lynch prosegue inarrestabile e tocca una nuova meta toscana. Dopo la mostra “Women and Machines” ospitata a Palazzo Panichi nella meta estiva di Pietrasanta, Lynch si presenta nel capoluogo di provincia dove gli hanno cucito addosso la nuova edizione del LuccaFilmFestival. 
Oltre alle proiezioni di opere del regista americano, sono molti gli eventi organizzati per la kermesse cinematografica che lascia spazio ai film di John Boorman e di Julio Bressane, alla visione dei corti in gara per il concorso internazionale di cortometraggi sperimentali.  
Se il cinema di David Lynch è carta corrente tra le generazioni più o meno giovani, lo stesso non si può dire delle sue opere di arte visiva, delle serie di fotografie e litografie presentate per la prima volta in Italia dopo un tour europeo che ha toccato città come Parigi e Londra. “Lost Vision. L’indiscreto fascino dello sguardo” a cura di Alessandro Romanini, purché allestita come una “normale” mostra d’arte è soprattutto un’occasione per approfondire la conoscenza del mondo lynchiano. Icona dell’immaginario inquietante del XX secolo riabilitatasi alla luce della Meditazione Trascendentale, Lynch ci accompagna in un viaggio che non ha una vera e definita identità, diviso tra l’inquieto paesaggio periferico americano ed i fenomeni da circo del nuovo millennio, entrambi sepolti da un grigiore ancestrale. 
David Lynch, Head 13, 2012
Visioni dell’ignoto, apparizioni e sparizioni radicate dell’immaginario lugubre che tanto riportano alla mente la serie televisiva Twilight Zone di Rod Serling e partecipano alla costruzione di un immaginario onirico post-apocalittico, esteticamente modellato sul condiviso terrore della guerra fredda, concretamente vissuto come alterità oscura. In questo senso possono interpretarsi i frame di Small Stories in cui si susseguono visioni d’interni, prospettive negate, elementi amorfi antropomorfizzati ed infine il fuoco corruttore, unico elemento portatore di cambiamento e vita.
Questo senso del mostruoso moderno è ben collocabile entro differenti canali dell’arte del novecento e rievoca il cinema sperimentale, l’horror, la fotografia spettrale e l’incisione simbolista di Kubin e Klinger, le bambole dada di Hannah Hoch. Tuttavia si deve rilevare il carattere dilettantesco della ricerca artistica, poco originale, poco raffinata e molto autoreferenziale.
In mostra anche le serie fotografiche Women and machines, testimonianza di una danza macabra avvenuta tra gli spazi dell’atelier abitati da antichi macchinari, e Small Stories:Heads, insieme di fotografie raffiguranti un volto privo di caratterizzazioni ed umanità a cui sono aggiunti particolari significanti di uno stato d’animo e di personalità, in un vago richiamo alle ricerche artistiche sulla fotografia dell’incorporeo d’inizio novecento. Tra le numerose litografie, realizzate dal 2009 ad oggi presso lo storico atelier Idem di Parigi, che ha ospitato i maggiori artisti del XX e XXI secolo, la serie Dreams propone una realtà leggermente meno dura e permette di credere alle parole di Lynch quando, forte della sua esperienza con la Meditazione Trascendentale, sostiene “maybe the story is from darkness to light”.
Alessandra Franetovich
mostra visitata il 30 settembre
Dal 20 settembre al 9 novembre 2014 
Lost Visions. L’indiscreto fascino dello sguardo.
Archivio di Stato di Lucca
via dei Pubblici Macelli, 155
orari: dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00

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