17 aprile 2000

La Selva di Sogno

 
La Selva di Sogno è sulla Montagnola Senese. Ospita le opere di Deva Manfredo. Guai a soffocarle di chiacchiere...!

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È cominciato 18 anni fa, nel dissodare i campi della nuova comunità di meditazione Sannyasin, quando la terra lasciava scoprire pietre così belle che Deva Manfredo, appena arrivato da Amburgo, le metteva da parte, con un’idea che si andava formando man mano che i mucchi crescevano. Il bosco tutto intorno, fatto di querce giovani e di ginepri, sulle colline morbide così tipiche della Montagnola Senese, offriva tutto lo spazio immaginabile per sperimentare la costruzione dello slancio umano verso l’alto, da dove lo sguardo riesce a cogliere l’insieme. Manfredo ha aperto i sentieri e costruito, negli spazi più ampi, le torri, i templi, le piazze fatte di pietre irregolari che ha sovrapposto con un tale senso dell’equilibrio e dell’armonia, da renderle perfettamente stabili, senza costringerle insieme con un legante. Ciò che le tiene unite è l’essere nel posto giusto ed in rapporto equilibrato con le altre, espressione visibile di una consapevolezza che nasce dolorosamente a proprie spese.
La SELVA DI SOGNO i primi di Marzo, il giorno dopo la pioggia, è illuminata da una luce radiosa e radente che mette in risalto la forma e il colore morbido, pieno di calore degli edifici irregolari ed eleganti, parenti stretti, anzi, antenati degli alberi che sono adesso ancora spogli, bellissimi nel disegno e la corteccia a scaglie argentate. La spiritualità di quell’insieme, fatta di sapienza ed esperienza, antichità ed universalità è espressa in costruzioni in miniatura che potrebbero appartenere a qualunque civiltà millenaria, ma al tempo stesso ricordano i giochi infantili. Le ossa della terra, che hanno incamerato i continui mutamenti della vita, che sono state al sole, nell’acqua, sotto il suolo, che hanno mutato stato tante volte, comprimendo in sé la vita vegetale e animale, sono diventate lo specchio dell’interiorità di un artista che, in scala umana, ha ripercorso in sé gli stessi passaggi.

Gli amici, i conoscenti, gli ammiratori dell’opera di Manfredo, gli regalano le pietre che raccolgono in tutto il mondo e lui stesso torna dai suoi viaggi con carichi pesantissimi. Uova e gallette di marmo levigate dall’acqua, mattoni arrotondati dal continuo sfregare la sabbia del mare, blocchi disegnati dall’erba di millenni fa, calcare traforato dai molluschi, sfoglie di sedimenti si incontrano con le pietre riemerse dalla terra senese.

La bellezza che viene dalla profondità e dal silenzio esercita il suo potere nella profondità e nel silenzio, componenti essenziali dell’insieme. Guai, a soffocarle di chiacchiere!

Anna Cassarino da Como

la selva di sogno

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