29 ottobre 2003

fino al 2.XI.2003 Sogno di pace Merano, Kurhaus

 
2003: guerre ovunque. Il mondo sembra avere scordato le dure lezioni inflitte dalla storia. Ma a Merano dieci artisti di cultura ebraica ricordano la data del 16 settembre 1943. Sessant’anni fa avvenne qui la prima deportazione di ebrei in Italia. Un tragico, involontario primato…

di

“Con l’Unione Europea, Merano non è più una città di confine, ma ha ripreso a essere centro europeo come fu centro mitteleuropeo tra Ottocento e Primo Novecento” dice Maria Luisa Trevisan, curatrice della mostra Sogno di pace che invita a dialogare tra loro dieci artisti di generazioni diverse uniti dalla stessa radice ebraica.
Si parte con l’installazione della Seidmann, My mother’s passeport, un foglio ripiegato come per essere tenuto in tasca che, cresciuto a dismisura, appare come una gigantesca carta copiativa, solcata da scritture successive che, sovrapponendosi come tracce di vissuto, rendono illeggibili i significati. Si lascia decifrare all’inizio la J di Jude-ebrea e il nome Sarah con il quale venivano designate indistintamente tutte le donne ebree. “Io sono una lente, tutto quello che passa lascia memoria” dice l’autrice ribadendo che la memoria è tenace capacità di fondare il presente sul passato in una Luzzati costante continuità di sentire.
Il sogno di pace passa attraverso Sogno letterale ebraico di Gabriele Levy in cui le lettere dell’alfabeto schiudono la soglia ai segreti dell’esistere, permea i lavori materici di Ariela Böhm da lei stessa definiti “pagine di terra, di fuoco e di luce”, s’immerge nei paesaggi interiori di Tobia Ravà intessuti di lettere e numeri, mutuati dalla ghematria, prassi interpretativa della Quabbalah (libro della mistica ebraica), che hanno tra loro rispondenze sottili e sono chiavi d’accesso alle successive stratificazioni di forme e significati. L’esistenza è pervasa dal senso del sacro, ritrovato nella dimensione mentale della musica da Maura Israel che, con le immagini di musicisti tratti fuori dall’oscurità delle sue incisioni, ci svela tutte le prodigiose sfumature del nero o vissuto attraverso sguardo ironico di Lele Luzzati che, tenendo fede alle aspirazioni dell’infanzia, con arguta carica affabulatrice rende visibile il non visibile dando forma ad un mondo fantastico. Lo sa Giorgio Linda nelle cui opere appaionoSEIDMANN figure arcane di rabbini e golem –essere antropomorfo di argilla-immerse in atmosfere vibranti di mistero e lo sa Aldo Mondino con i suoi incessanti viaggi dell’anima in mondi più spirituali dell’occidentale. Se la pittura è per Barbara Nahmad “uno svago per lo spirito” per Hana Silberstein e per le sue parabole di levità è poesia di emozioni e avventura della mente.
Condividono il sogno di pace degli artisti, oltre alla curatrice della mostra, Elena Casotto, Vittoria Coen, Maria Cristina Galantini, Rita Levi-Montalcini e Luciana Stegagno Picchio che firmano gli intensi testi critici in catalogo.

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myriam zerbi
mostra visitata il 10 ottobre 2003


Sogno di pace
a cura di Maria Luisa Trevisan
Kurhaus, Sala Czerny
Corso Liberta’ 37 Merano
10 ottobre – 2 novembre 2003
catalogo disponibile
Ufficio stampa: Concerto d’Arte Contemporanea, via Roma 109 35040 Sant’Elena (PD)
tel. 349 1240891 fax 0429/690004 www.cartec.supereva.it e-mail: mluisatrev@libero.it


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