21 aprile 2000

Dal 15 aprile 2000 al 14 aprile 2000 Le vere scuole. Artisti Vicentini del Novecento Cittadella (Pd): Palazzo Pretorio

 
All’interno della cornice, di estrema suggestione, delle mura medievali del borgo di Cittadella (Pd), è stata inaugurata sabato 15 aprile una mostra dal titolo “Artisti vicentini del Novecento”, allestita nelle nobili sale del Palazzo Pretorio

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All’interno della cornice, di estrema suggestione, delle mura medievali del borgo di Cittadella (Pd), è stata inaugurata sabato 15 aprile una mostra dal titolo “Artisti vicentini del Novecento”, allestita nelle nobili sale del Palazzo Pretorio.
L’esposizione, organizzata tra i Comuni di Cittadella e Valdagno, dove la mostra sarà trasferita al termine del soggiorno attuale, è curata da Giuliano Menato ed è frutto di un progetto finalizzato alla rivalutazione delle figure di otto artisti che hanno contribuito alla crescita di una autonoma cultura artistico-figurativa nell’area vicentina, un territorio che ha formato le loro personalità lasciandovi depositare le tracce profonde di una vita legata alla terra, alla quotidianità e ad una religiosità di stampo pietistico. Di qui la necessità di identificare tale corrente che storicamente non risulta codificata ma che invece dimostra la sua esistenza non solo nelle tecniche e negli stili che spesso accomunano gli artisti ma, soprattutto, nelle tematiche e negli ideali. Ugo Pozza, Giovane Cantore (1939) gesso 50x22L’intenzione più ampia è che questa esposizione rappresenti lo stimolo per un reale approccio al problema della storicizzazione della cultura artistica provinciale veneta, ove il termine provinciale non ha da intendersi in senso restrittivo ma come elemento essenziale ai fini di una comprensione più ampia e completa del ricchissimo panorama regionale.
A scorrere le opere si intuiscono i motivi della trascuratezza riservata dalla storiografia artistica per questi personaggi che risultano spesso ancorati alla tradizione accademica ottocentesca o disposti a sperimentare le tecniche stilistiche delle avanguardie ma non ad aderire ai modi aniconici che andavano imponendosi un po’ ovunque.
L’adesione accademica caratterizza l’opera di Ugo Pozza ma piace quando se ne svincola ritraendo il Giovane cantore del ’39 con una intuizione simbolista di grande impatto plastico.
Il più famoso scultore Neri Pozza si impone per la sua estrema abilità sintetica nel rappresentare la religiosità, quella popolare e pietista del Presepe del ’48 e quella più elegante e liquida della deposizione del ’41, passando per l’umanissima figura di Eva (’42), vera sintesi dell’opera di Neri, dove il malinconico e spirituale volto della figura è bilanciato dall’estremo realismo del corpo, quasi scompostamente seduto sul masso dal quale sembra attingere fisicità terrena.
Di Francesco Noro si apprezza la perizia tecnica, frutto di una rigida impostazione accademica che gli consente di operare con registri di stile diversi, dalla sfumata e assorta Testa di giovane donna del 1903 al severo e dovizioso Ritratto virile del 1912. Noro si pone come prosecutore della scuola del genere storico ottocentesco ne Il ritorno del bersagliere (’18), patriottica rielaborazione degli stilemi impressionistici francesi. E ai modelli francesi si rifà anche Nerina Noro con l’ossessiva rielaborazione di volti che sembrano provenire talora dai mondi esotici di Gauguin, quasi che il mito del buon selvaggio sia trovato dentro di sé, nella vita quotidiana.
Un certo decadentismo della pittura sacra può essere letto nelle opere di Mina Anselmi mentre sorprendente è l’eclettismo dimostrato da Attilio Polato la cui sperimentazione di tecniche diverse lo conduce dalla Maternità del 1930, le cui sfumature sembrano un tributo alla tradizione veneta, all’intimo Ritratto di famiglia del 1933; dal Ritratto di ragazzo del 1960 al Passaggio con casa blu, che manifestano l’interesse per la scena espressionistica di area nordica.
Forse troppo di genere è la pittura di Ernesto Lomazzi, almeno fino al vibrante Ritratto del 1953, apparizione spiritica dalle forme di una figura remota, distaccata e introversa, quasi che le pennellate che scavano i lineamenti derivassero da una sorta di combustione naturale dello sfondo del quadro.
Di notevole interesse è la ricerca di Otello De Maria, ove si considerino le tracce della conoscenza della scena artistica a lui contemporanea: il Ritratto di vecchio è tolto dal mondo di Gino Rossi; e tuttavia l’influenza della tradizione è ancora forte nella Piazza di Montegalda, dalla atmosfera quasi fattoriana, o nelle Marine di Chioggia del 1973, sintesi di un fare pittura ancora legato ai modi francesi e alle luminescenze fauviste.
Il catalogo della mostra è interessante, completo delle biografie degli artisti; lo stile dei testi del curatore è asciutto e preciso, peccato manchino i riferimenti bibliografici.


Mostra “Le vere scuole. Artisti Vicentini del Novecento”, Cittadella (Pd), Palazzo Pretorio dal 15/04/2000 al 14/05/2000. Orari: festivi 10.00-12.30 e 16.00-19.00; feriali 16.00-19.00. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni di visite guidate al tel. 049/9413448. Catalogo Biblos £ 25000.

Alfredo Sigolo

[exibart]

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