06 febbraio 2006

fino al 02.IV.2006 Gino Rossi / Arturo Martini Treviso, Fondazione Benetton

 
La pena, il disgusto, la malinconia, il dolore. Che cedono spazio alla poesia. Una mostra documentaria diventa uno straordinario momento emozionale. Oltre che un’occasione di riflessione...

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La Fondazione Benetton si è impegnata in un lavoro di recupero della memoria -e di divulgazione- di una fase artistica e sentimentale tra le più delicate della vita di Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947) e Gino Rossi (1884 – Treviso 1947). I due artisti sono infatti accomunati da un periodo di allontanamento forzato dal mondo dell’arte. Per ragioni politiche il primo e per motivi di salute il secondo, entrambi hanno vissuto lo strazio del silenzio di “Quando l’arte si Tace”. Ed è proprio su questa privazione che nasce un’esposizione allestita con cura, attenta a soddisfare le esigenze del fruitore come quelle del conservatore.
Al primo piano un grande touch-screen in forma di tavolo raccoglie documenti, lettere, immagini e disegni che i visitatori possono consultare liberamente. Intanto dalle sale attigue filtrano le luci: blu dell’allestimento rossiano e gialla di quello martiniano. Un rumore sordo e cadenzato attrae e spinge il visitatore verso il video di Riccardo De Cal in cui una telecamera attraversa impietosamente, ma con occhio attento alla resa artistica, gli interni e gli esterni di Sant’Artemio (decadente istituto manicomiale del Trevigiano che fu l’ultima dimora dell’artista). Sono centinaia i disegni inediti, esposti l’uno accanto all’altro in un fitto susseguirsi di pensieri. Come in un gioco di mediazione tra la grafica di Matisse e il primo astrattismo di MondrianUn disegno di Gino Rossi il tratto è sintetico, vagamente influenzato da modalità cubiste. Ogni disegno si compone di poche linee tracciate su pagine di giornale, riviste d’arte e libri (strumenti d’aggiornamento che gli amici dell’artista non mancarono mai di procurargli). La cosiddetta Sala della Lettura –una sequenza di lettere, appunti e pochi disegni di Martini esposti in bacheca o in consultazione su libri digitali– offre sicuri spunti allestitivi ma pochi altri motivi di riflessione. Lo scossone emotivo è ancora una volta affidato al video che, al secondo piano, prosegue coi racconti (per lo più dialettali) degli ex infermieri del Sant’Artemio che il regista ha intervistato quali custodi emozionati e emozionanti degli ultimi anni di vita di Rossi. Hanno volti segnati dal tempo e dai ricordi, hanno storie semplici e difficili da raccontare ma sono la giusta controparte emozionale per una mostra che altrimenti rischierebbe di risultare freddamente documentaria.

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mostra visitata il 7 gennaio 2006


Gino Rossi / Arturo Martini – Quando l’arte si tace
Palazzo Bomben – Fondazione Benetton, via Cornarotta 7, Treviso – orario di visita: dal martedì al domenica: h. 10.00 – 20.00. Lunedì chiuso
biglietti: 6 euro, ridotto 4 euro; gruppi da 8 a 15 persone – biglietto ridotto; visite guidate 25 euro a gruppo – catalogo in mostra
per informazioni tel. 0422 5121 e 0422.512240, fax. 0422 579483, e-mail: info@fbsr.it
a cura della Fondazione Benetton, Iniziative Culturali


[exibart]

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