17 febbraio 2012

fino al 17.III.2012 Inside the whale Verona, FaMa

 
Tra video-sperimentazioni concettuali, vecchie pagine di tabloid rielaborate e foto-collage architettonici. Tre giovani artisti si addentrano nelle nostre certezze percettive. Ma per sovvertirle e distruggerle -

di

Un giapponese che vive in America, una peruviana in Europa e una inglese nata a Hong Kong. “Inside the whale” – dentro la balena – è questo: uno sguardo comune all’insegna delle rispettive differenze culturali e stilistiche, e del complesso rapporto tra una nuova percezione delle cose e la banalità del quotidiano.
Koki Tanaka (Tochigi, 1975; vive a Los Angeles) interagisce con oggetti e situazioni comuni, in modo ludico e ironico, con l’intento di ridefinire spazi e funzioni dei luoghi. Nel primo video, “Approach to an old house”, una vecchia casa abbandonata diventa teatro di performance, come scalare una montagna di sedie, svuotare bottiglie di birra, far cadere casse appese a un filo, far rotolare palline colorate. La ieraticità zen enfatizza il non-sense di queste azioni innescate dalle leggi della meccanica elementare e dalla gravità. Nel secondo video girato a Pechino, “Rooftop walking, Going up and step”, l’artista cammina sulle tegole di un tetto per poi salire e scendere da una casa brandendo un cartello di aiuto rivolto alla più che spaesata popolazione locale.

Più razionale e “archivistica” è l’impostazione di Elena Damiani (Lima, 1979; vive a Londra) che indaga sulla dicotomia tra natura e artificio, e tra paesaggio e architettura, in cui le rovine figurano come elementi ancestrali del territorio. Nella serie “Journeying”, le foto di vecchie pensiline di sosta, abbandonate in luoghi desertici e inospitali, subiscono un processo di riformulazione attraverso l’inserimento di un collage di forme cubiche e minimali di sapore quasi costruttivista, mentre, in “Playning dead”,  la pietra acquisisce una funzione simbolica come primordiale materiale della civiltà umana.
Valorizzate da un impeccabile allestimento, le opere di Gabriele Beveridge (Hong Kong 1985; vive a Londra) sono incentrate sul recupero emotivo della memoria attraverso vecchi materiali anni Sessanta e Settanta. Se nell’installazione polimaterica “Gullerlain Regal”, agiscono filtri insondabili legati all’infanzia dell’artista, in “I am mainly an idiot, you are almost beautiful” le pagine pubblicitarie strappate da riviste, e in parte celate con spray e vernici, conducono a un’interpretazione in chiave estetica, richiamando le parole di Roland Barthes: “Un dettaglio viene a sconvolgere la mia lettura; è un mutamento vivo nel mio interesse, una folgorazione. A causa dell’impronta di qualcosa, la foto non è più una foto qualunque.” 
enrico padovani
mostra visitata il 13 gennaio 2012

dal 13 gennaio al 17 marzo 2012
Inside the whale
a cura di Matteo Pollini
FaMa Gallery
Corso Cavour, 25/27 (37121) Verona
Orario: da martedì a sabato 10.00-13.00/14.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0458030985 –
info@famagallery.comwww.famagallery.com 

 

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