03 gennaio 2003

fino al 7.I.2003 86ma Collettiva Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa

 
La prima Collettiva della Bevilacqua diretta dalla critica Angela Vettese. La mostra più importante per la giovane arte del Triveneto. Vediamo come è andata...

di

La Collettiva è forse il momento centrale della programmazione espositiva della Fondazione Bevilacqua La Masa, l’evento che rappresenta l’obiettivo originario di questa Istituzione: la promozione dei giovani artisti del Triveneto. La mostra è stata preceduta dalla tradizionale pubblicazione di un bando di partecipazione e da una successiva selezione che, per questa edizione, è Zucco, Davide: "Dancing", tecnica mista, m. 2x1,5stata affidata ad una commissione nominata dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione. La giuria era composta dal Presidente della Fondazione, Angela Vettese, da due critici d’arte contemporanea, Gianni Romano e Roberto Pinto, da due operatori del settore dell’arte contemporanea, Patrizia Brusarosco e Ludovica Barbieri, e da due artisti, Mariagrazia Rosin e Marco Ferraris con la partecipazione del Direttore della Fondazione Barbara Poli.
La commissione ha scelto tra le opere presentate quelle ritenute meritevoli di essere esposte nella Galleria di Piazza San Marco di Venezia ed in seguito sono stati assegnati i premi e le borse di studio. Questo l’elenco completo: Valentina Ferrarese “Il tuo spazio pubblico è grande come il mio” ( prima Borsa di studio Fondazione Bevilacqua La Masa), Elisa Rossi, “Giulia: preparazione” (Borsa di studio Fondazione Bevilacqua La Masa e premio acquisto A.S.I.), Sebastiano Zanetti “Debans way” (Borsa di studio Fondazione Bevilacqua La Masa), Davide Zucco “Dancing” (Borsa di studio Fondazione Bevilacqua La Masa e Borsa di studio Regione Veneto), Matteo Rosso “Marghera 2002 youth spleen” (Borsa di studio Regione Veneto), Gianluca Aiolo “Senza titolo” (Premio Acquisto Cassa di Risparmio di Venezia), Meta Girgurevuc’ – Miki Maus te Peder (Premio Acquisto Consorzio Venezia Nuova).
Montenegro, Giovanna: "Cities of the plain", silver gelatin print, cm. 82x93
La qualità delle opere in mostra è parsa buona. Valentina Ferrarese sembra accoglierci nel suo tavolo – dialogo virtuale, invitandoci all’interazione per lasciare messaggi e tracce che costruiscano uno spazio di relazione. Buona la pittura di Elisa Rossi, che indaga forme e spazi della quotidianità della giovane Giulia, lavorando con un forte chiaroscuro che esalta i colori dell’ombra e svela momenti di poetica intimità. Elettrica e dinamica la tecnica mista di Davide Zucco, costituita da figure di diverse dimensioni che si agitano all’interno di una elaborato rimbalzare di vivaci forme – colore. Irriverente e provocatorio l’intervento di Sebastiano Zanetti, ovvero una spruzzata di vernice sulla fotografia che vorrebbe immortalare la parte anteriore di una volante della polizia, un atto aggressivo che risponde alla minaccia della “pantera”. Da ricordare il video con interviste a giovani di Marghera di Matteo Rosso . Inquadrature che si attaccano al viso per riconoscere dietro le parole la timidezza e l’orgoglio, la dolcezza e la delusione, ma anche il balbettare del pensiero di chi si sta cercando e si scontra con una dura realtà.

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stefano coletto
mostra vista il 30 dicembre 2002


86ma Collettiva Giovani Artisti
Artisti partecipanti: Aiolo Gianluca, Girgurevic’ Meta, Rosso Matteo, Rossi Elisa, Zucco Davide, Zanetti Sebastiano, Ferrarese Valentina, Pesut Patricja, Milan Viviana, Peterlini Matteo, La Fata Karen, Montenegro Giovanna.
Sede: Galleria di Piazza San Marco San Marco, 71/c Venezia
Apertura mostra: dal 14 dicembre 2002 al 07 gennaio 2003
Orario: dalle 15.00 alle 19.00, chiuso il martedì il 25 dicembre 2002 il 1° gennaio 2003; Informazioni: Fondazione Bevilacqua La Masa tel. 041/5207797 – 041/5208879 fax 041/5208955. E-mail: info@bevilacqualamasa.it; www.bevilacqualamasa.it Ufficio Stampa: Giorgia Gallina


[exibart]

25 Commenti

  1. il mio spazio adesso e’ piu’ del tuo!!!!
    anche con euro 4.000 per acquistare qualche perizoma griffato prada!!!
    coletto lascia perdere !!!
    p.s : (E’ solo un consiglio)
    guallara d’oro

  2. mi si consenta solo per dover de verità, cittare dal catalogo “Dopo ampia discussione, la giuria ha deciso di selezionare gli artisti che parteciperanno all’86.ma Collettiva Giovani. Pur riscontrando un livello piuttosto basso della produzione presentata, peraltro non accompagnata da altra documentazione e quindi difficile da giudicare, la Commissione decide di sostenere il lavoro di alcuni giovani assegnando tutte le borse di studio messe a disposizione della Fondazione ritenendo di poter dare, in questo modo, un segnale di maggior presenza sul territorio e nel panorama artistico.
    Particolare attenzione ha avuto il problema della assegnazione della borsa di studio maggiore per importo; la Presidente si astiene mentre i membri della Commissione decidono a chi attribuirla.”
    Credo e pendo molti come me che un’appendice come questo non puo essere ignorato dal recensore.
    Comunque vada lunga vita al presidente , ma sarà battaglia sopprattutto etica .
    fraternamente
    antonio arevalo

  3. prendo in mano qualche catalogo delle varie collettive: 81,83,84,85 e le prefazioni sono a grandi linee sempre simili. come ha operato la giuria, cosa si aspettava, le scelte ecc. praticamente quasi sempre le stesse “insulse” parole. mi chiedo se sia realmente così difficile scrivere in prefazione di un catalogo una qualche cosa di originale. ogni nuovo presidente, applicando ora io quel poco di analisi lacaniana che ho appreso, sembra, da ciò che scrive, rendersi conto esso stesso che esiste una struttura, la blm, della quale probabilmente sino a prima non ne conosceva l’esistenza.
    il peccato più che altro è l’annullamento dell’elezione degli artisti ammessi in giuria da parte dei selezionati delle passate edizioni. l’apertura cercata all’interno in questi anni se ne è andata a quel paese. quale poi, il paese?
    l’impossibilità di vedere pubblicato il verbale, così come dovrebbe essere. il rifacimento ogni qual volta se ne crede dello statuto bene espresso nel testo storico di enzo di martino (bevilacqua la masa 1908-1993 ed. marsilio sec. ed. venezia 1994). autore anche di una buona recensione, critica giustamente, sulla collettiva. così come trovo buona la recensione di stefano. e comunque caro antonio dovresti sapere bene come funziona venezia!
    e che di vettese forse non ce n’era bisogno!

  4. Ma, scusate… quello che cita Antonio in catalogo è proprio il “verbale della commissione”, no? Il titolo è quello… Altra cosa è la prefazione della Vettese, che io, per altro, ho trovato anche interessante. E’ strutturato impiegando numerose volte uno stratagemma: per dirla in breve, controbattendo a tutta una serie di possibili critiche, non fa altro che dichiarare, in fila ordinata, i punti deboli della fondazione e della sua struttura. Esempi?
    1. “il fatto che la BLM abbia nel suo statuto una particolare attenzione all’ambito veneto mette in luce come questo apparente anacronismo…ecc.” (e infatti nel bando la Vettese è riuscita, in parte, a porre rimedio a questo, aprendo il bando all’esterno)
    2. “(la BLM) ha il dovere di porsi come luogo per eccellenza di scambi, di incontri, di relazioni tra istituzioni internazionali. La BLM potrebbe essere un nodo di rapporti di altissimo valore civile oltre che artistico” (dice “potrebbe”…implicita è l’affermazione che tale non è)
    3. (La BLM dovrebbe comportarsi) “come una padrona di casa che non si arrocca dentro casa sua ma anzi ospita, offre, riceve” (è una delle classiche accuse diffuse a Venezia, che la BLM non abbia saputo inserirsi in una rete)
    4. L’appuntamento annuale con la Collettiva di giovani può apparire desueto perché poco glam e scarsamente attraente (e infatti in questi anni si è scelto di puntare sui grandi eventi: Basquiat, Beuys, Khalo, ecc.)
    La seconda parte dell’introduzione è critica invece nei confronti degli artisti, rilevando una tendenza che è definita, a raffica: ripetitività, nuovo accademismo, già visto, koiné internazionale imparaticcia, standard.
    Insomma uniti i contenuti della prefazione a quelli del verbale e raccordati con l’astensione dal voto della Vettese, non mi sembra che manchino né gli stimoli né gli impegni. Per il resto rimane un premio, non credo ci si possano aspettare disquisizioni concettuali, una certa neutralità deve essere preservata giocoforza per salvaguardare l’equità di giudizio. Piuttosto, invece che attaccare il premio, sarebbe da pretendere una più continua attività per l’arte giovane, lasciando da parte le precedenti iniziative “commerciali” (e, in questo caso, ben vengano i cambiamenti al vertice se servono a cambiar direzione). Per esempio, qualcuno sa cosa si farà durante la Biennale nello spazio di S. Marco? Comunque condivido l’opinione di Arevalo: nella recensione si sarebbe dovuto dar conto dell’astensione della Vettese e delle riserve della commissione.

  5. credo che Il dibattito sia sacrosanto e benvenga che ora a venzia si possa aprire uno spiraglio. Frequento venezia da molto da rendermi conto che è caratteristica della laguna essere pilotata da insaziabili personaggi che non hanno il supporto intelletuale per farlo; a questo poi si susseguono le innumerevoli strategie, le innocue billaterali per segnare il passo, le ingenue confabulazioni mediavali di ognuno, che non sto qui ad elencare per non anoiare il resto dei lettori che nulla sa perche non conosce, comunque che c’era bisogno di un cambiamento lo si sentiva urlare da molto. Per cui saluto le astenzioni, i nuovi arrivi, le testimonianze. Ci sarà pure un punto d’arrivo ad un certo punto, se poi a crearlo e una critica di milano benvenga, forze venezia a descapito della lega a bisogno di forestieri.

  6. alfredo ma secondo te affittare lo spazio di san marco alla cina durante la biennale non è un’iniziativa commerciale?
    come mai la collettiva poi ha chiuso così presto?
    come mai è uscita una lettera “tabula rasa” su nexus a firma vettese?
    mi sembra tanto una mini-moratti!

  7. Gentili amici,
    intervengo anch’io..l’autore della recensione.
    Forse ho sbagliato; l’articolo, ad una lettura oggettiva, sembra presupporre che i giurati fossero contenti delle loro scelte; così non è, e quindi ho sbagliato.
    Tuttavia mia intenzione era evitare la solita polemica sulle scelte, anche perchè chi sceglie trova sempre qualcosa, altrimenti si astiene. Comunque ho visto la mostra, mi sono piaciuti x y z ecc. e li ho citati; nel complesso la mostra non era male (rispetto anche ad altre Collettive)…a mio avviso. Non sono però Celant Bonito Bonami Gioni e quindi forse ho sbagliato anche qui, ma per scarsa conoscenza non per professionalità. Concedetemi il primo sbaglio non il secondo….per spirito democratico, almeno
    A presto
    Stefano

  8. cioè ciao cioè
    e del dj set valentina ferrarese all’inaugurazione, figo no? fa tanto milano! ma come siamo glam! soprattutto in pre-spritz alle 12 di sabato.
    ciao a tutti gli iperfascinosi.
    ciao cioè ciao

  9. Per Laura: no Laura, è peggio che commerciale. Significa dichiarare di non aver idee o progetti (o non aver la forza e la libertà per sostenere quelli che eventualmente ci sono).
    A Stefano: in fondo il bello dei tanto vituperati commenti in calce è proprio nel lasciare ai lettori la possibilità di continuare ed integrare l’articolo. In questo senso il tuo articolo ha comunque fatto il suo dovere egregiamente, no?

  10. Caro Colettoo, se non ha le p***e per scrivere un articolo sferzante e critico come mi pare essere nelle corde di molti articoli su questa rivista, bhe allora…
    Capito no?

  11. forza guallarad’oro …..
    smettetela signori miei- ma cosa pensate vi si bruciano i neuroni!!!!
    lavorare, lavorare, lavorare
    nike
    nike
    nike conoscitori della guallarad’oro

  12. stefanone!!!stefanone!!!!
    perdono perdono perdono
    scusate scusate non volevo !!!
    stefanone!!!! stefanone!!!!
    alla seconda…terza
    stefanone!!!!!

  13. stefano non si deve scusare: fa il recensore. exibart non deve per forza essere la palestra dei frustrati che criticano e basta, si può anche solo riferire la notizia.
    non è che ad Arevalo brucia non aver più piede alla FBLM dopo la mostra che aveva tenuto tempo fa?
    Bella la Vettese-Morattiana, in effetti chiediamoci chi si è portata dietro da Milano e come sta agendo…anche allo IUAV (chi sono i professori e gli assistenti ?)
    la Cina fa comodo a molti, ed è molto politically correct…ma cosa volete da una collettiva di giovani? il nuovo prodotto-pronto-da-lanciare-nelle-fiere ogni anno? quella sì che è una operazione commerciale, dove sono finiti i vincitori delle borse di Barbero ?

  14. acar arabella,
    non dormo la notte pensando cosa ho perso. Ai ragione la palude è la palude e basta metterci piede una volta sola. Comunque a me ha portato fortuna : sono diventato commisario è ho vinto pure una menzione d’onore, scusate se è poco.

  15. Eccomi qui, la minimoratti. Come la vorreste la collettiva? Preselezionata o a selezione libera? Va bene che le opere debbano essere portate direttamente dagli artisti oppure basta una documentazione? Quali sono gli ostacoli maggiori alla sua risucita, secondo voi? Visto che di opinioni in queste pagine ne ho lette molte, datemi le vostre opinioni costruttive. Cercheremo di renderle attive. Nel frattempo, Marco Ferraris da febbraio sarà attivo un pomeriggio alla settimana per ricevere i giovani artisti e aiutarli nel presentare e archiviare il loro lavoro. Provate a fare oltre che a criticare. Io ci provo e vi assicuro che è difficile: la vita di chi scrive solo recensioni l’ho fatta con piacere, ma appunto un po’ troppo facile. Del resto, se come vedo la Collettiva attira ancora tanti commenti, vuole dire che Venezia non è morta ma anzi molto vivace. E così, spero, la Bevilacqua La Masa.

  16. Quali abitanti? Venezia non ha abitanti. Chi di voi ha provato a viverci per un periodo, sa cosa intendo. Venezia è venduta ai ricconi americani e inglesi, ed invasa da giapponesi tutto click. Conosco molti artigiani e commercianti del veneziano e si lamentano di una perdita di identità. non è una città che permette di vivere, si lascia solo ammirare, e forse questo piano piano determina una discesa. La stessa Accademia di belle arti sta perdendo colpi, quando ci fu un tempo in cui “dettava trend”.A confonto con Brera non c’è nemmeno storia, nel senso esteso…E della biennale che vogliamo dire? in confronto ad altre realtà espositive mondiali rappresenta la fiera paesana. Ci vorrebbe una vera e propria campagna improntata sulal cultura del nuovo, dove l’arte contemporanea deve duettare con le calli e i porteghi della città. E’ più artistico il carnevale che la biennale!!! Buono l’intento di Interno3 che ha divulgato arte in piazza nel periodo di capodanno. No allo studio della BLM che mette in serra artisti promettenti. Coltivare indoor non giova a nessuno.

  17. Mah, non credo che i tanti commenti siano prova della polemicità dei veneziani o della vitalità di Venezia. Credo invece che, sotto sotto e nonostante tutto, gli artisti sentano ancora propria quell’istituzione, che ne rivendichino una maggior vivacità e progettualità. Trovo insomma che nell’intasata e invivibile Venezia (anche per quanto s’è detto in calce) permanga negli artisti un senso di affetto tradito, nel vedersi spesso costretti a sloggiare dalla galleria di San Marco per far luogo a Basquiat, a Katz, ecc., nel sentire voci di possibili chiusure degli studi o di destinazione ad altra funzione, nel veder investite risorse in grandi eventi commerciali a discapito dei progetti e della promozione per i giovani, nell’apprendere la notizia che durante la Biennale ci sarà la Cina in piazza San Marco e non loro, magari con un progetto di grande impegno, nel constatare il fallimento di alcune opportunità di confronto e di scambio con istituzioni o situazioni analoghe, italiane e internazionali, infine, e forse soprtattutto, nel respirare quel senso di diffidenza e di snobbismo che è diffuso tra tutti gli addetti ai lavori (critici, curatori, galleristi), nei confronti di un’istituzione che dovrebbe essere un fiore all’occhiello per la promozione dell’arte giovane in Italia. Chi vince il premio Furla è un Dio, chi quello della BLM un raccomandato e cialtrone. Converrete che qualcosa che non va c’è, se non altro perché il vincitore del premio Furla trova gallerie, inviti a collettive, prezzi delle sue opere in salita, ecc., chi vince alla BLM trova l’immediata e frettolosa archiviazione. Gli esempi di successo non mancano: penso alle ex Papesse, alla Civica di Trento (che dalla personale di Katz e passata alla sperimentazione e non viceversa), al credito che si sta guadagnando la neonata galleria di Monfalcone o quella di Siracusa, alla bella collettiva del G.A.I. di pochi giorni fa a Padova (di gran lunga superiore alla collettiva della BLM). Alla fine credo che la Collettiva sia il minore dei problemi. Comunque le polemiche non sono storia di oggi: per la 85a è stato lo stesso (andate a rivedervi http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCAtegoria=59&IDNotizia=4124). Una proposta? Si facciano dei laboratori di sperimentazione sul territorio Veneto (incontri, workshop, dibattiti, mostre, eventi, ecc.), sul modello di documenta o giù di lì, coinvolgendo i maggiori critici, artisti, galleristi della penisola e alla fine si tirino le somme con un progetto che si sviluppi, in piazza San Marco, durante tutto il periodo della Biennale e a latere e in collaborazione con la Biennale, secondo programmi precisi ed in modo coordinato.

  18. e adesso ferraris che riceve i giovani, ecc.
    marco ma dove sei finito…. cheffai, l’allestitore della collettiva, stai in giuria nella collettiva, eppoi stai a ricevere i giovani. speriamo almeno ti diano un soldo. brava sta vettese.
    sembra proprio brava sta vettese. intanto lasciamola lavorare…. eh si. ma ci spieghi perchè ha tolto la libera votazione per l’elezione, democratica e in alcuni casi trasparente, degli artisti rappresentati in giuria!

  19. per alfredo:
    in ogni caso quotidiana è nel circuito gai e si appoggia al progetto giovani. ne consegue che l’approccio e le aspettative della gestione di un progetto gai siano molto differenti dall’operazione di “impiantologia” professionale che si vorrebbe fare alla blm.
    qualche hanno fa abbiamo editato un catalogo con un lunga intervista ad adriano da re, uno dei fondatori della rete gai. all’epoca dirigente a venezia, ora dirigente a torino, e in passato anche direttore della blm. – eventualmente ti facciamo avere una copia – appunto in questa intervista spiegava, dettagliando, le differenze e gli approcci delle politiche giovanili rispetto alla cultura. distingueva due tracce demarcate fra la manifestazione di un evento – cultura in senso ampio amministrativo – e costruzione di un evento – politiche giovanili. a molti non piace il sistema dei gai per alcune cadute di tono, accusate anche da venezia e padova in passato.
    ecco. riguardo poi a seminari e incontri credici ma qualcosa c’è. non tantissimo e caso mai poco pubblicizzato ma incontri ve ne sono. saranno sotterranei, per carità, ma non sono loggie o società segrete. è un dibattito artistico/culturale sussurrato, ma presente e vivo.

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