03 marzo 2000

La collezione Peggy Guggenheim a Palazzo Venier dei Leoni a Venezia

 
Peggy Guggenheim asseriva che era suo dovere proteggere l’arte del suo tempo. Perseguendo tale vocazione creò il museo di Venezia: emblema della passione artistica di una collezionista, e splendido ritratto dell’arte del ‘900

di

Il Palazzo Venier, acquistato da Peggy Guggenheim nel 1949, ospita i capolavori di artisti affermati. Nel citarne solo alcuni nomi (Mirò, Ernst, Kandinsky, Magritte, Picasso, Pollock, Dalì, Arp, Boccioni, Mondrian) si delineano differenti correnti artistiche protagoniste del XX secolo. L’ex abitazione di Peggy funge da vetrina storica attraverso la quale si possono ammirare metafisici, surrealisti, simbolisti, futuristi, cubisti ecc…semplicemente percorrendo stanze (quelle che un tempo furono la sala da pranzo, la camera da letto, il salone) di un unico stabile: fra corridoi e mura bianche le poetiche più disparate si susseguono e si preannunciano, coinvolgendo il visitatore in un viaggio nella storia che trova radici in tempi lontani, e che si esaurisce in una attualità sussurrata…quell’ ”adesso e ora” che la semiotica delle opere più recenti propone quale perno per lo sviluppo di quelle del presente, dell’oggi. Nel muoversi tra i dipinti e le statue di “casa Guggenheim” si respira un’aria particolare, non quella tipica del museo che indottrina. Forse proprio per tale motivo, la mostra non concede descrizioni dell’appartenenza e degli stili delle opere esposte, ma si concentra nell’illustrare ambienti “vissuti” (ne sono un esempio le foto che ritraggono l’arredo presente nelle sale, quando Peggy le abitava). Un ridotto elenco delle opere presenti potrà aiutarvi nel comprendere l’importanza di una visita alla Fondazione: iniziando dallo splendido giardino troviamo le statue di Henry Moore, di David Hare e di Jean Harp che sembrano accompagnarci verso l’entrata dell’abitazione della collezionista; al suo interno le sale, da sinistra, ospitano “Pittura rarissima sulla terra” di Picabia, “Passaggio con macchie rosse n°2) di Kandinsky, e “Finestre aperte simultaneamente, 1° parte, 3° motivo” di Robert Delaunay. I corridoi stretti esibiscono “Shilouette” di Man Ray, “Giardino Magico” di Klee, e “Studio per Amorfa, cromatismo caldo” di Frantisek Kupka. Nell’affrontare le altre stanze si scoprono “Terra Rossa” e “La nostalgia del poeta” di De Chirico, “Il sole nel suo portagioie”di Yves Tanguay, “Composizione” di Mondrian, “L’impero della luce” di Manritte”. Di particolare interesse trovo la sala dedicata interamente a Jackson Pollock (artista dell’action painting “importato” in Europa proprio da Peggy Guggenheim) che con “Alchimia” e “Foresta Incantata” ne omaggia l’innovazione stilistica. La visita termina tra le curve sinuose di Brancusi, gli onirici dipinti-collage di Max Ernst, e le campiture sospese di Mirò. La fondazione ospita una caffetteria fornita, ed un discreto Bookshop…che sono adiacenti alle sale adibite ad esposizioni ed eventi di arte contemporanea (è in corso “Le amazzoni delle avanguardie”) cui il Museo dedica ampio riguardo. Se visiterete Palazzo Venier nei prossimi giorni vi consiglio di “sbirciare” la Collezione Mattioli (Il futurismo italiano) che la Fondazione Guggenheim già da diversi mesi ospita.
Massimo Campaci

Collezione Peggy Guggenheim,701 st.re Dorsoduro S. Gregorio
mostra permanente
Info. Tel. 0415206288
Aperto tutti i giorni tranne il martedì
Ingresso:Intero Lit. 12.000/Ridotto Lit.8.000


Kranix (Massimo Campaci)

[exibart]

9 Commenti

  1. Pensa che la prima volta che sono stato in questo museo, mi sono letterelamento emozionato. Giravo come un pazzo per le sale, respirando un’aria particolare….L’ARTE!

  2. Nessun nerboruto cameriere della caffeteria ti ha placcato, vedendoti “girare come un pazzo” per le sale?
    Eppoi: sicuro non sia stato l’effetto delle esalazioni mefitiche mestrine a farti uscir pazzo? O delle melme lagunari?
    Comunque hai ragione, la G. è una sorta di oasi internazionale, tant’è che si sa che è frequentata soprattutto da stranieri (ovvio, siamo in Italia). Chissà come sarà la futura G. una volta attuato il tanto atteso progetto. Sicuramente un grande acquisto per la città di Venezia, probabilmente anche un grande volano per la promozione dell’arte contemporanea.
    Un po’ scarsino il bookshop, già già.

  3. Visitare la collezione Peggy Guggenheim è assolutamente emozionante, specie per noi italiani che purtroppo vediamo così poca arte moderna di qualità. A palazzo Venier appena entri ti trovi Picasso davanti e Calder sulla testa!!!

  4. Ho visitato con la scuola il museo Guggenheim l’ anno scorso e sono rimasta così affascinata che ho deciso di portarlo come argomento all’ esame di maturità! Spero di impressionare anche la commisione con le straordinarie opere di Picasso!

  5. Se vuoi veramente impressionare la commissione e te stessa cerca materiale sulla sala del Fronte Nuovo delle Arti alla Biennale del ’48. Scoprirai come un pugno di italiani abbia, a partire da Picasso, sconvolto la cultura figurativa italiana rilanciandola in campo internazionale. I nomi: Birolli, Corpora, Fazzini, Franchina, Guttuso, Leonardi, Morlotti, Pizzinato, Santomaso, Turcato, Vedova, Viani. Il critico che li promosse fu Giuseppe Marchiori. Il gruppo nacque a Venezia, alla locanda dell’Angelo.

  6. Sempre molto illuminante l’apporto di Alf. Marchiori…mmm ..MArchiori…non esiste forse un archivio del critico?? Se qualcuno ne sa qualcosa batta un colpo.

  7. Esiste esiste… se ne sta là bel bello, aperto a tutti, e pochi lo sanno. Una miniera per le tesi di laurea! Tutta roba inedita in corso di ordinamento. Corrispondenze con i maggiori artisti del ‘900, cataloghi di personali e collettive italiani e stranieri, le riviste storiche, le foto, i libri. Il riordino è in corso da 3-4 anni e continua. Tra poco saranno bandite nuove borse di studio. Se interessa…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui