03 marzo 2020

Paolo Salvati, il terz’occhio di un arte senza limiti

di

A breve in uscita la monografia su Paolo Salvati, che narra la sua eclettica produzione artistica

paolo salvati

Il volume, a cura di Cesare Sarzini, sarà propedeutico alla realizzazione del catalogo generale dell’opera di Paolo Salvati e avrà lo scopo di tutelare, promuovere e diffondere l’opera dell’artista. Sarzini evidenzia come un caso particolare della storia artistica di Roma sia stato quello di Paolo Salvati (1939-2014), superficialmente connotato come pittore di strada, senza avere l’accortezza, prima di adeguarsi a giudizi del volgo e di approfondirne la pittura. In effetti Salvati affiancò alla ricerca pittorica, principalmente paesaggistica, l’attività di ritrattista a piazza Navona per qualche decennio finché lo storico dell’arte e collezionista, il principe Agostino Chigi Albani della Rovere, rinverdendo il mecenatismo degli antenati lo sottrasse alla strada. Salvati fu pittore autodidatta e abbandonò all’inizio degli anni Settanta la professione di geometra per dedicarsi interamente alla pittura, tanto impellente sentiva il richiamo dell’arte.

Dipinge il noto Albero blu nei primi anni Settanta, raffigurante un aspro paesaggio dell’interno sardo, rimasto nella memoria – la figlia Francesca ricorda che il padre era stato suggestionato da un sughereto vicino a Tempio Pausania -, riaffiora a distanza di anni: un albero secco e isolato si erge in una desolata radura dove non compare figura umana, caratteristica questa per lo più ricorrente nei paesaggi. Il colore dell’albero non è naturalistico, come anche i colori del pianoro: sono astratti, sono colori dell’anima. L’albero tende i rami secchi e spigolosi verso il cielo prefigurando un uomo che implora e lotta con indicibili forze. Alla drammaticità dell’allusa lotta si contrappongono i colori caldi, gai e vivaci della spianata denotanti la luce della speranza, in lui fervente cattolico sempre viva. Lo anticipa una piccola tela del 1970, intitolata semplicemente Albero, che dimostra, non solo nel tocco, la comprensione della pittura di fine Ottocento. L’albero e il blu vengono, così, a caratterizzare lo stile dell’artista, ne sono l’icona; essi sono la “costituzione d’oggetto”, come le boccette di Giorgio Morandi sempre riformulate, e come il celeberrimo bolognese sempre in novellate immagini.

Pietra Blu – olio su tela – 60×80 – 1973-74

Dai sofferti e duri anni di vita, ma artisticamente fecondi, è Pietra blu (1973-74): una massiccia pietra  è collocata nel centro del quadro sotto un cielo leggermente infiammato verso l’alto. Il soggetto è una pietra – montagna che si stacca, venendo in avanti, da una catena montuosa azzurra; si tratta di una pietra, caduta forse dal cielo, non completamente greggia che si presenta  con un piano inclinato, fra due strapiombi, alludente a una possibilità di ascesa o riuscita. Di nuovo la parte inferiore del dipinto contrasta con la superiore e con la pietra blu per i gialli, i rossi e gli arancioni risplendenti del terreno pianeggiante, colori, come sempre caldi, di tanto in tanto intervallati da piccoli inserti azzurri. Vedendo i colori della spianata il pensiero va alla pittura dei Fauves, ma a meditare un poco e approfondendo l’analisi non individuandovi una linea contornante alla Gauguin, ci si rende conto che l’artista ha visto con profitto la stesura impressionista. Salvati, attento osservatore della pittura francese di fine Ottocento e lettore di poesia, non ne replica sterilmente la lezione, la comprende, la interiorizza giungendo a una personale espressione artistica di cui l’assoluto protagonista è il colore. Un colore spirituale come quello di Kandinskij che non veste forme astratte, essendo ancora sussistente la riconoscibilità degli elementi rappresentati. Senso dell’esistere, trovato dall’artista nelle piccole cose e nel rito della pittura, lentezza e sapienza artigianale sono al fondo di questa arte in controtendenza e ultima testimonianza di umanità in una società che non la considera. Artista colto Salvati, il cui stile è il risultato di una fusione in crogiolo di tante assimilazioni culturali: ascolto di musica classica sinfonica e lirica, buone letture di poesia e conoscenza delle sacre scritture. Con questi dipinti Salvati è pervenuto a uno stile inconfondibile rimanendo fedele a valori tradizionali e senza farsi ammaliare dalle sirene dell’originalità a tutti i costi; le immagini, che ci dona, pur portando le stimmate del soggetto si oggettivano e testimoniano un’arte mossa da una grande speranzosa fiducia cattolica e da un profondo sentimento che allontana ogni intellettualismo. L’immagine è il portato di una trama legata a ricordi, a condizioni emotive, momentanei stati d’animo sempre relazionati al mondo naturale a cui l’artista si sente intimamente legato. L’artista è in sintonia con la natura e agendo come essa formalizza paesaggi intuiti attraverso il suo terzo occhio sicché si tratta di un’arte visionaria che in parte debitrice della lezione impressionista ne rifiuta però la percezione ottica.

7 Commenti

  1. Introspezione, meditazione e profonda calma interiore caratterizzano non solo i dipinti ma anche la figura di Paolo Salvati, tanto da poter prefigurare il quadro come un autoritratto psicologico. Salvati è stato un artista veramente straordinario, un altro autore raro che supera il suo tempo.

  2. Mi piace, ricordo sempre con piacere Salvati, dipingeva senza un preordinato progetto: l’opera di momento in momento subisce suggestioni, ripensamenti per giungere a un compimento, un’apparizione non completamente prefigurata. Attenderò questa monografia.

  3. Salvati è stato un altro di quei grandissimi artisti italiani con la A maiuscola, vissuti senza eco mediatico e senza essere aiutati dai salotti della politica. Credo anche tra i più creativi, le sue opere sono magnifiche.

  4. Albero blu e Pietra blu di Salvati sono due capolavori, credo due magie uscite dal cilindro. Grandissimo artista, Exibart in questi anni ne ha parlato più volte, complimenti!

  5. Ho scoperto casualmente il pittore Paolo Salvati e immediatamente è entrato nell’anima. Osservando i suoi quadri dove compare il blu, nella pietra, nell’albero, ho scoperto che come me, è il suo colore preferito. Leggere un suo quadro è leggere una poesia. Non a caso la copertina del mio libro di poesie è Albero blu”. Grazie, Paolo per le mille emozioni che destano le tue opere.

  6. Complimenti al Maestro Paolo Salvati, è stato veramente uno dei più grandi artisti italiani dei nostri tempi.
    Complimenti anche ad Exibart che tratta ancora autori di questo calibro.

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