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Il Metropolitan Museum of Art e il Brooklyn Museum di New York hanno dichiarato che non useranno i soldi dell’Arabia Saudita per i programmi sull’arte mediorientale, sostenuti da gruppi legati al governo del Paese del Medio Oriente.
Una mostra di tre mesi sui profughi siriani al Museo di Brooklyn e un seminario al Met la settimana prossima sulla cura dell’arte mediorientale, fanno parte del programma “Arab Art & Education Initiative” che avrà durata di un anno.
Ma dopo che i funzionari turchi hanno accusato gli agenti sauditi di aver ucciso il giornalista dissidente Jamal Khashoggi – una convinzione condivisa dai funzionari dell’intelligence americana – anche dal mondo della cultura si sono prese le distanze.
Daniel H. Weiss, presidente e amministratore delegato del Met, ha dichiarato: “Alla luce dei recenti sviluppi abbiamo deciso che il museo finanzierà in autonomia questo programma”.
Da Brooklyn, invece: “Crediamo fortemente nel valore della cultura per creare ponti e costruire una comunità globale più connessa, civica ed empatica e il museo non utilizzerà soldi sauditi per la mostra, “Syria, Then and Now: Stories from Refugees a Century Apart”.
Nel mondo degli affari, ancora, alcuni dirigenti americani hanno già iniziato a prendere le distanze dal governo saudita in risposta ai rapporti sul destino di Khashoggi.
Fonte: New York Times