24 settembre 2004

Artissima connection

 
Succede che una fiera d’arte possa andare male. Succede che una rivista di settore segnali in un resoconto piuttosto puntuale il bilancio in negativo. Succede, poi, che questa rivista venga epurata -non troppo elegantemente- dagli inviti per la prossima edizione. Succede, ed è successo a noi. Ve lo raccontiamo…

di

Si sa, le critiche non piacciono a nessuno. E per una testata come Exibart, in cui le critiche abbondano, son dolori quotidiani. Telefonate di critici lamentosi, artisti esasperati, galleristi bestemmianti, istituzioni offese, pubblicità inspiegabilmente negate e molto altro. Tra rabbia –nel constatare il livello di immaturità del settore in cui operiamo- e divertimento, abbiamo sempre tirato dritto. Sarà testardaggine, sarà coraggio. E sarà pure per l’atavica convinzione che il nostro mestiere sia quello di fare informazione, non quello di fare contenti amici e conoscenti. E per consapevolezza di essere, ahinoi, l’unica struttura editoriale del paese che mette fuori il capo dalla melassa asettica e remissiva di chi informa sull’arte e il suo mondo.

Ma, proprio in questi giorni, una piccola grande evoluzione ha interessato questo aspetto della nostra vita professionale. Alle lamentele continue ed alle parolacce un altro elemento si è aggiunto inedito: la cacciata, l’epurazione, il repulisti, la censura. Vogliamo raccontarlo, perché un poco riguarda e coinvolge anche voi. Limitando le vostre opportunità, le vostre chance di conoscenza, la qualità del servizio a voi offerto.

Che è successo? E’ successo che la torinese Artissima, fiera d’arte contemporanea che si avvia all’undicesima edizione (prevista a Novembre 2004 al Lingotto), se l’è così presa per le critiche che le abbiamo rivolto in occasione della scorsa edizione da legarsela silenziosamente al dito sino ad oggi. Una testata di settore osa criticare la fiera? La soluzione, secondo la direzione, non può essere che una: Exibart la deve pagare, dopo anni di collaborazione non deve più avere il suo posto, ormai istituzionale, tra gli espositori editoriale della fiera. “Non siete tra le testate invitate” ci è stato risposto dagli organizzatori. Dunque Exibart deve pagare. Qual è la colpa? Semplice: aver fatto il proprio lavoro. Ovvero aver fatto informazione. Addirittura –ed è imperdonabile- aver fatto del giornalismo. Aver sottolineato gli scarsi risultati e le troppe pecche della scorsa edizione di Artissima, non facendo altro che riportare le critiche che grandinavano sulla fiera durante il suo svolgimento, nelle riunioni degli artissima 10 addetti ai lavori, tra gli stand, durante le cene, le feste, le inaugurazioni. Dovunque.

Ma facciamo un po’ di storia. Il nove novembre del 2003 Artissima chiude i battenti tra la delusione generale. Il giorno successivo Exibart pubblica questo piccolo articolo in cui prontamente si dava conto dei guai della fiera appena conclusa. Galleristi infuriati per la penuria di collezionisti, una cena di gala che diventa un pasto frugale (a 80€ a persona!), la presenza non gradita di un ospite relativamente costoso (ma inutile ai fini mercantili di una fiera) come Umberto Smaila. Per non parlare dei disagi per i visitatori. Tra biglietterie non funzionanti, file interminabili, guardaroba ‘esauriti’ e segnaletica surreale. Al piccolo articolo del 10 novembre seguì tre giorni dopo il più organico testo inequivocabilmente intitolato Artissima amarissima (eccolo qui). Una recensione completa dove si rincarava la dose sui difetti, troppo evidenti per esser taciuti e per non risultare addirittura protagonisti principali della manifestazione. Scarse vendite, assenze di peso tra le gallerie, ben 10mila visitatori in meno rispetto al 2002, organizzazione scadente, concorrenza di nuove fiere internazionali, una probabile lettera formale di protesta da parte di alcune gallerie e quant’altro.

Ripetiamo, dunque: abbiamo semplicemente fatto i giornalisti, i cronisti di un evento. Abbiamo fatto il lavoro che facciamo da anni, a vantaggio esclusivo delle nostre migliaia di lettori, con l’unica colpa di essere gli unici in assoluto a farlo con puntiglio, professionalità e indipendenza. Senza manfrine, marchette, favoritismi e clientele.

Decidendo di escluderci dalla manifestazione solo per averne criticato un’edizione (tra l’altro sono presenti ad oggi su Exibart ben 91 articoli che parlano di Artissima, di cui il 95% sono positivi elogi), la direzione di Artissima compie una serie di azioni che meritano una trattazione schematica:
1) dimostra, punendoci, che le critiche erano non corrette, ma correttissime, tanto da scatenare la più banale delle zappe sui piedi; 2) getta molti dubbi sui criteri di selezione degli espositori. Se la selezione si basasse esclusivamente sulla qualità, infatti, Exibart non potrebbe essere escluso; 3) dimostra un sostanziale disinteresse verso il pubblico, soprattutto verso quel pubblico che paga il biglietto. I visitatori infatti –se tanto ci dà tanto- non troveranno i migliori espositori, ma solo quelli meno antipatici alla direzione; 4) dà un segnale inquietante agli altri espositori editoriali presenti in fiera: non vi azzardate a criticarci altrimenti siete fuori; 5) dà un’indicazione sinistra –seppure ormai risaputa- a tutto l’universo dell’informazione artistica: chi fa giornalismo vero è un folle e va epurato, chi propone articoli pilotati, asettici, privi della minima verve critica è il benvenuto. Insomma chi fa il proprio lavoro seriamente e seguendo una imprescindibile deontologia è da eliminare, chi lo fa per finta è dei nostri.
artissima padiglioneMa soprattutto la direzione di Artissima avalla e conferma un sentore antipatico e diffuso. Che –a causa di tali atteggiamenti ultraprovinciali- delinea Torino come città delle occasioni mancate, del masochismo, della zappa sui piedi appunto. E questa è la cosa peggiore. Quella che ci fa maggior dispiacere e tristezza. Ed ecco perché chiediamo un intervento (di qualsiasi tipo purché sia una presa di distanza) degli enti locali che con ingenti finanziamenti pubblici sostengono Artissima e che dopo il fallimento della società di gestione ne detengono, tramite la Fondazione Torino Musei, addirittura la proprietà.

Vi sentite rappresentati da atteggiamenti di questa risma? Credete davvero che una fiera internazionale pagata in gran parte con i denari dei cittadini piemontesi debba operare con la logica del dispettuccio e della ripiccuccia? Trovate corretto che la fiera d’arte di Torino si privi di una delle riviste più popolari e diffuse solo perché quest’ultima ha fatto uscire –a ragione- degli articoli non favorevoli? Ritenete, in definitiva, professionale il comportamento della direzione di Artissima nella persona di Roberto Casiraghi?
Queste sono le domande cui aspettiamo risposta da parte del Comune di Torino, della Provincia di Torino, della Regione Piemonte e della Fondazione Torino Musei.

massimiliano tonelli



Ad ogni buon conto i nostri lettori ed i nostri clienti non hanno niente da temere: con o senza spazio in fiera Exibart.onpaper 18 -il numero è già in fase di avanzata preparazione- sarà super presente nei giorni della fiera a Torino. Ad ogni inaugurazione, in distribuzione fuori dalla fiera, nei bar, nei locali giusti di Torino, negli alberghi dove alloggia il popolo dell’arte ecc…

[exibart]

35 Commenti

  1. E’ letteralmente assurdo. Io credo che se l’anno scorso han fatto -10mila presenze quest’anno andrà anche peggio dopo questa rivelazione. Questa è Camorra bella e buona…

  2. ma che tristezza. starete lì fuori come poveri esclusi, ops bannati, a distribuire il giornaletto. caso mai criticando la fiera che a ragione, secondo loro, vi ha escluso.
    se fossi in voi in quie giorni, altro che distribuzione, me ne starei a casa!

  3. Ma l’informazione artistica in Italia funziona così!
    Ma parliamo anche del mercato truccato:
    per anni i “musei” e le “fondazioni” torinesi
    regolarmente premiavano con i loro acquisti “istituzionali”la partecipazione di un preciso cenacolo di gallerie milanesi che si credono centrali e fondamentali, e ignorando sistematicamente tutte le ricerche alternative ai dettami del post-poverismo e del post-concettualismo e ignorando persino gran parte delle realtà torinesi! Questa politica ha strozzato il mercato libero a Torino e ha fatto fallire la fiera sebbene questa ,non da quest’anno ma da sempre, ha avuto consistenti aiuti pubblici!
    Alla fiera di Bologna , stà succedendo lo stesso e ancora peggio: con la scusa dell’internazionalizzazione della fiera un presuntuoso comitato di dubbia rappresentatività si é arrogato quest’anno il diritto di buttar fuori dalla fiera gallerie che possono anche non piacere ma che hanno inciso notevolmente sul mercato di questi anni.
    Nel comitato figura ad esempiouna galleria ultraretrogada come Lo Studio La Città di Verona, fucina di stracchi epigoni del post-minimalismo. Come può una galleria dagli interessi rispettabili ma così limitati pretendere di giudicare un mondo di situazioni che gli é inconciliabile ma è presente e reale? E il presidente dell’associazione delle gallerie italiane , membro di diritto del comitato della fiera di Bologna che fa ? Appoggia tutto questo?
    I galleristi dovrebbero chiederne le dimissioni!
    Montezemolo presidente della fiera di bolognasi rammenti che il mercato truccato alla lunga non ha giovato neanche alla Fiat oltre che all’economia del nostro paese: una fiera deve essere lo spazio del libero confronto delle proposte, non si può pretendere di escludere chi non ci fà comodo.

  4. le gallerie private di torino e milano tradizionalmente sono state sempre attive e competitive.
    le fiere invece lasciano a desiderare.
    quando vedremo ancora delle belle mostre in galleria?….

  5. mi sento in dovere di dire qualcosa in merito, come parte in causa, visto che uno dei famosi articoli l’ho scritto io.
    1° Nei miei resoconti credo di far la cosa più logica e facile del mondo, mettendo insieme mie opinioni personali e commenti raccolti da espositori, visitatori e partecipanti a vario titolo. Stop. Exibart consente in calce di commentare e ribattere. Mi sembra tutto abbastanza chiaro.
    2° Nel caso specifico devo dire anche di aver ricevuto al mio indirizzo personale, molti e molti consensi da operatori del settore. “E’ tutto vero, qualcuno doveva dirlo, ecc.”. Alla luce di quanto accaduto, mi spiego perché questi consensi siano arrivati nella mia casella di posta e non si siano trasformati in dichiarazioni firmate in calce al mio pezzo. C’è tutta la mia comprensione.
    3° E’ ovvio che il resoconto su Artissima ci sarà anche quest’anno. Se toccherà ancora a me non cambierà nulla. Non serve dire che il giudizio positivo o negativo non dipenderà da questo accadimento ma solo dalla qualità della fiera.
    4° Ci tengo anche a dire che mi sorprendo sempre di quanta attenzione e attesa ci sia, da parte del pubblico e degli operatori, verso i commenti di Ex.
    Questo significa almeno che qualcosa di buono lo facciamo.

  6. che l’anno scorso la fiera sia stata un poco in declino era chiaro a molti, che una critica sia la causa di eventuali esclusioni, pare ancora più negativo, non sarebbe meglio aver costituito un forum per verificare il lavoro fatto e migliorarsi, tanto più in un sempre più fitto panorama di fiere internazionali che emergono in modo dinamico e fortemente professionale!!!! Frize, il raddoppio della Fiac etc…
    ma questo non è solo nel campo dell’arte, sempre più si assiste ad un atteggiamento di repressione dell’informazione e della comunicazione…. dalla radio, alle televisioni etc…
    via altro spazio per un lavoro artistico!

  7. beh tra Artissima e Miart c’è sempre stata una bella differenza. Non si può negare che la formula di Artissima sia competitiva. Poi ci sono situazioni contingenti che determinano il successo o meno delle varie edizioni. L’anno scorso è andata maletto alla prova della nuova location. Ma, insomma, considerando che il mercato delle aste continua a reggersi su pittura e scultura, un evento di mercato come una fiera, dove sia importante la presenza di video e fotografia, per parlare a spanne, è comunque interessante e utile per rendere giustizia alla ricerca fatta dalle gallerie.
    Per quanto riguarda Bologna, la nuova edizione è tutta da vedere e giudicare. I comitati con i galleristi sono una cosa normale ovunque. Semmai si poteva pretendere una qualche presenza in più da parte dei musei d’arte contemporanea (la sola GAM è un po’ pochino per Artefiera) o magari una task force di esperti per i diversi settori.

  8. per quanto riguarda studio la città, il commento mi pare ingiusto per una galleria che è in piedi dal ’69, che partecipa alle fiere d’arte di mezzo mondo praticamente da quando sono state inventate, che ha seguito e tratta opere dei maggiori artisti dell’arte povera, dell’arte del dopoguerra, essendo per altro una delle gallerie di riferimento internazionale della corrente minimalista. Ok, sulle nuove generazioni si può discutere, ma stiamo parlando di artefiera, dove l’arte storicizzata è stata fino ad oggi preponderante.

  9. La mia galleria più di sei mesi fa è stata invitata a partecipare ad Artissima, poi un mese fa la smentita: “non siete più invitati”.
    Carini!

  10. Leggo questo bel articolo, importante per valutare Artissima con una giusta prospettiva, ma, ma … credo che la frase autoincensante rovini tutto: “2) getta molti dubbi sui criteri di selezione degli espositori. Se la selezione si basasse esclusivamente sulla qualità, infatti, Exibart non potrebbe essere escluso”. Peccato.

  11. Ma exibart nonha fatto del buon giornalismo definendo “fallita” la gestione di artissima. Le due società che la gestivano non sono fallite, tant’è che esistono e gestiscono ancora la fiera. hanno solo accettato la lauta offerta di partecipazione della fondazione torino musei. in italai c’è davvero labitudien pessiam di trasformare il giornalismo d’aret in una grande marchetta elogiatoria, ma exibart dovrebbe non cadere nell’eccesso opposto, attaccare senza informarsi in dettaglio. quanto a bologna: finalmente! vedremo i risultati, ma era ora di spazzar via questi cioccolatari di provincia che hanno affossato la pittura italiana e turlupinato migliaia di collezionisti. bologna ha costruito con tenacia il provincialismo auorefernziale dell’arte italiana. ora la svolta: meglio tardi che mai.

  12. in effetti carta canta, come si direbbe, stando alla frase: “Lo scorso anno i tre enti locali hanno proceduto all’acquisto dei marchi denominativo e figurativo “Artissima” dal Fallimento Rebus S.r.l.”

  13. caro luis 25/09/2004,
    “ma era ora di spazzar via questi cioccolatari di provincia che hanno affossato la pittura italiana e turlupinato migliaia di collezionisti”
    Cioccolatari di provincia , anche se con sede a Milano e Torino sono pure quelli che dirigono certe gallerie che sfruttano la dabbenaggine di un collezionismo questo sì provinciale ed acritico truffandolo con una ridicola “arte internazionale” gonfiata a suon di aste truccate!
    Chi ha affossato la pittura in italia gettandola inevitabilmente in pasto ad un mercato di basso livello è stata la politica
    sì disastrosa x l’arte italiana fatta dalla rete di interessi che gravita attorno al castello di rivoli , sopratutto quando questo era l’unico polo museale . Se la fiera di Torino ha ulteriore bisogno di fondi pubblici, dopo averne avuti già tanti è una fiera fallita a tutti gli effetti., il comune può dire quel che vuole
    Capisco la paura di luis e di tutti i mediocri come lui che preferiscono i confronti protetti.
    Una fiera è un fatto di mercato o non lo é
    le selezioni qualitative le faranno i musei ma il mercato lo decide il pubblico che ha diritto di vedere sia il brutto o il bello che gli si può offrire.
    infine: quanti di voi hanno visitato Basilea quest’anno? e siamo sicuri che tra quelle nuove proposte ci sia proprio il meglio che c’è mondo? è ridicolo crederci! Non è che in questo inflazionato mondo qualcuno preferirebbe buttare via il bambino insieme all’acqua sporca x garantire la propria aprioristica convinzione di essere nel giusto, diseguire la storia sotto le ali di un destino di verità? Lo sStudio La Città può aver fatto tutte le fiere che vuole ma chi lo dirige non potrebbe certo scrivere quella
    “Filosofia dalla storia” che neanche
    Hegel oggi si sentirebbe di contrabbandare

  14. Cosa poteva venir fuori da un Consiglio direttivo i cui membri sono: Chiara Bersi Serlini/Hauser & Wirth, Londra – Bruno Delavallade/Praz-Delavallade, Parigi – Marc e Josée Gensollen, Marsiglia – Ulrich Gebauer/Carlier l Gebauer, Berlino – Francesca Kaufmann, Milano – Massimo Minini, Brescia – Maurizio Morra Greco, Napoli – Franco Noero, Torino – Nicolai Wallner, Copenhagen. Vedo che tra di loro vi è anche la cosiddetta promessa torinese Franco Noero. Non è l’ex direttore della Galleria Confini di Cuneo? poi emigrato a Roma come assistente di Sperone? rientrato a Torino e stanamente approdato prima nel comitato scientifico di Miart( che non pare che con la sua fattiva presenza sia andata molto bene) ed ora di Artissima? E’ arrivato anche ad Arte Basel. Ora fa Epurator.
    Ce da chiedersi:
    chi è costui?
    chi rappresenta?
    forse Sperone?o chi?
    Così vanno le cose del mondo.
    Non c’è da preoccuparsi.Alcuni dei signori citati vedremo quanto dureranno. Exibart sicuramente molto molto a lungo.
    Pio Mola

  15. A quante gallerie è accaduto?
    Dapprima si sono viste arrivare una mail con la quale le si invitava a presentare domanda per partecipare ad Artissima. Si chiedeva che inviassero 1000 euro quale caparra confirmatoria.
    Successivamente è arrivata una mail di questo tipo:

    “Sono spiacente di comunicarle che a seguito della riunione del Consiglio
    Direttivo di Artissima la sua galleria non è stata giudicata idonea alla
    partecipazione alla Fiera di Torino.

    La decisione unanime è stata espressa tenendo conto esclusivamente del
    programma della sua galleria in relazione agli obiettivi di Artissima e non
    è certamente un giudizio sulla serietà e qualità del lavoro svolto.

    Il nostro ufficio amministrativo attende la conferma delle coordinate
    bancarie del conto della sua galleria per provvedere alla restituzione di
    quanto dovuto.

    Con gli auguri più sinceri per il prosieguo della sua attività la prego di
    gradire i migliori saluti.

    Roberto Casiraghi
    Direttore

    Hanno tratenuto sulla somma versata una quota per spese da loro “dicono” sostenute.

    Quante sono le gallerie che con il loro obolo hanno contribuito a sostenere Arissima.

    Sarebbe interessaqnte se qualche magistrato ci mettesse il naso!!!
    Pio Mola

  16. Caro Teodoro Lupo, affermare che Exibart dovrebbe essere in ogni selezione di testate artistiche che si rispetti, non significa autoincensare niente. Significa dire una banalissima verità.
    Oppure bisogna far finta di no? Oppure “non-dovete-essere-voi-a-dirlo”? Occorre una composta pruderie? E’ necessario non mostrare mai la propria autostima? E menchemmeno i propri muscoli? Bisogna fare i falsimodesti, per risultare più simpatici e credibili?
    Che siamo una testata importante è semplicemente vero e comprovato da una vasta serie di fattori il cui elenco spero tu non abbia bisogno di leggere per convincertene. E se, oltre a farcelo dire dagli altri, quando necessita ce lo diciamo pure da soli, cosa c’è di male? E’ autoincensarsi? O semplicemente dire le cose come stanno?
    Dopo ben due anni di Berlino questo buonismo appiccicoso frutto della peggior melassa italiota anni Novanta dovrebbe esserti estraneo. Lavoraci!

  17. Caro Diettore Tonelli,
    viste le premesse mi aspetterò allora una pirma pagina di “onPaper” numero 18, davvero militante e provocatoria.
    La prego non ci deluda.
    g.

    Ps. Pio Mola president!!!

  18. ho avuto un invito l’anno scorso per andare a vedere Frieze, speravo di comprare qualcosa, ma sono scappato quando un semplice acquarello, che mi piaceva, di dimensioni 40x50cm. di una artista non famoso era prezzato quattromila sterline, ma siamo pazzi? investire nell’arte va bene, secondo me troppo volatile in valore come un mio amico bancario mi ha detto, meglio investire in Wall Street?

  19. Hanno buttato fuori Exib da artissima, ma perché non buttate fuori artissima da Exib. La polemica gli sta facendo una super pubblicità. I molti invitati, poi rifiutati creano notizie del tipo “hanno trombato tizio hi,hi,hi…” la gente andrà ad artissima solo per vedere chi c’è rimasto. Artefiera idem.
    Un modo furbo per giustificare anche i prossimi stand vuoti. Del tipo “sono vuoti perché non erano all’ altezza”.

  20. sugli investimenti in arte i pareri cono molti e discordanti, anche tra gli esperti di economia. Per quanto mi riguarda credo che vedere l’arte solo come un investimento sia piuttosto squallido, anche se si sa che c’è gente che lo fa. Magari perfino destinando una cifra x annualmente a qualche mediatore affinché li investa nel modo più opportuno nell’acquisto di opere d’arte. Di certo fare un lavoro serio sull’arte, con un occhio al mercato, non è affatto facile ed è impegnativo. Si sa pure che un emergente inglese o americano costa di più di un emergente italiano (le possibilità di partecipare alla lotteria aumentano, c’è poco da fare). Poi ci sono pure le valute da considerare. Attualmente la piazza newyorkese è ovviamente più attraente per l’investitore dell’area euro. Per il caso specifico dell’acquerello, bisognerebbe saperne q.sa di più.

  21. Prescindendo dal contorno, ovvero opinioni, per quanto diffuse e generalizzate e quindi in apparenza più che oggettive, credo che situazioni come queste possano definirsi incresciose e prive di quello che dovrebbe essere un atteggiamento di collaborazione per mantenere ad un certo livello il discorso sulle manifestazioni e gli eventi dedicati all’arte contemporanea in italia. Personalmente, quindi in modo assolutamente opinabile, ritengo che le critiche siano doverose, specie quando supportate dai fatti, ma credo al contempo che per essere credibili e utili, si debba soprattutto porre attenzione alla modalità con cui esse vengono mosse. Senza nulla togliere allo sguardo acuto e lucido di exibart che ha colto semplicemente ciò che c’era l’anno passato ad artissima, è mia opinione che alleggerire la portata delle rimostrazioni, sollevando almeno lo stile di chi affermò, seppur con tutte le ragioni per farlo, il totale flop organizzativo, possa rivelarsi meno controproducente da un lato e più disponibile all’ascolto da parte di chi non è stato all’altezza del suo compito. Il porsi contro o l’aderire a giudizi perentori e senza possibilità di scampo, produce infatti una chiusura al dialogo, per non voler parlare di inopportuni atteggiamenti infantili, che di certo bene non fanno alla competitività internazionale di tali manifestazioni. Credo sia nell’interesse di tutti lavorare bene e secondo coscienza per mantenere il livello delle proposte italiane al pari con ciò che succede anche fuori del nostro piccolo orto.

  22. Come per gli anziani pensionati anche per i galleristi(ingenui!) bisognerà chiedere a “Pubblicità Progresso” un apposito spot che, sul tipo non fidatevi dei finti dipendenti enel che vogliono introdursi nelle vostre case per sottrarvi qualcosa, suggerisca ” non fidatevi per il futuro di Artissima che con una ambigua lettera a firma del direttore generale Roberto Casiraghi vi inviti a presentare domanda di partecipazione ad Artissima”.
    Infatti il gallerista ingenuo!! ci crede e non ci crede, telefona ad Artissima e gli dicono di parlare con la Sig.ra Laura Pongiluppi (Italy Sales Executive).
    La gentilissima signora consiglia al gallerista di presentare la domanda che gli sarà spedita, di versare la caparra e di non temere.
    Il gallerista ingenuo! ci crede ,abbocca :presenta la domanda, spedisce la caparra e attende.
    Dopo mesi gli arriva la notizia di esclusione( non aveva chiesto lui autonomamente di partecipare; era stato indotto a presentare la domanda di partecipazione), e dopo ancora molto tempo gli viene restituita la somma.Decurtata. Ampiamente decurtata.
    Il gallerista turlupinato si chiede perchè; telefona e gli vien detto che è una norma rogolamentare. Dura lex sed lex.
    Nessuno gli dice dove può leggere questo benedetto regolamento di cui prima nessuno gli aveva fatto menzione.
    Il gallerista comincia a smanettare in internet( grande internet!!!) e finalmente scopre l’arcano.
    Eccolo:
    “Art.6 comma 6.3 Nel caso di mancata ammissione ne sarà data comunicazione scritta,senza necessità di motivazione, con restituzione di quanto versato, snza interessi. L’Organizzazione tratterrà 100 euro più iva 20% della caparra a titolo copertura delle spese di gestione.L’Espositore non potrà richiedere all’Organizzazione alcun indennizzo per alcun titolo o causale.”
    E il gallerista è gabbato.
    Quanti? Fosse anche uno solo è pur sempre una vergogna.
    E gli interessi? E a quanto ammontano le somme trattenute per costi di gestione e gli interessi complessivi sulle caparre (quelle versate dai galleristi ingenui)indebitamente gestite da Artissima.
    E servono circa trecento mila lire per coprire le spese di gestione di una pratica evasa con la comunicazione di non ammissione?
    Domande legittime.
    Sono domande alle quali solo un magistrato può rispondere.
    Pio Mola

  23. RAGIONEVOLI DUBBI
    Mi permetto di esprimere i miei dubbi sull’articolo riguardante ARTISSIMA.Ho trovato la scorsa edizione fresca ed entusiasmante come sempre, benchè forse un po’ penalizzata dalla collocazione…ma certi problemi organizzativi sono comprensibili,visto il”trasloco”forzato.Mi spiace per la vostra mancata partecipazione alla fiera di quest’anno,il vostro stand ci mancherà…La presunta motivazione dell’esclusione comunque ha dell’incredibile;mi piacerebbe sentire anche la versione degli organizzatori!
    Non credo però che il rancore determinato dall’esclusione sia una ragione valida per denigrare un evento così prestigioso per la nostra città,avvalendosi poi di dati che,come visitatore,non ritengo di alcuna rilevanza(argomenti al limite del gossip come il costo della cena di gala o la scelta dell’intrattenitore).I parametri qualitativi sulla cui base valutare una fiera mi sembrano altri …
    Come torinese appassionato di arte contemporanea sono orgoglioso di avere in città una fiera che ogni anno le dà visibilità internazionale e ci aggiorna sulle ultime tendenze.Oltretutto Artissima è unica nel suo genere in Italia;per questo penso sia necessario supportarla. A ciascuno resta la libertà di fare delle critiche,ma che siano almeno costruttive!

  24. Credo che valga sempre la pena essere e restare duri e puri.
    Non per questione di professionalità o serietà, ma per questione di semplice dignità umana…il cui significato purtroppo sfugge ai più!
    Che dire: Complimenti!
    Silvia

  25. Mi dispiace molto, ma mi fate schifo. Io quest’anno la fiera la diserto. Pagare centinaia di euro di albergo e biglietto d’aereo per questo??

  26. Caro Eric,
    “buttare fuori da Exibart” Artissima, semplicemente perché ha assuto questo comportamento allucinante non sarebbe da noi. Abbiamo già negli scorsi giorni dato informazioni sulle gallerie new entries, sui vincitori degli spazi per le piccole personali ecc. Insomma stiamo continuando a ‘coprire’ con regolarità le informazioni sulla prossima edizione della fiera. E la manifestazione avrà, come ogni anno, una recensione ragionata. Che sarà buona se la fiera sarà di qualità, come sinceramente speriamo per il bene di tutti (fuorché nostro, visto che non ci saremo), o sarà una stroncatura se la kermesse ripeterà gli errori della passata edizione. Non per niente abbiamo il più autorevole (e temuto) giornalista ‘fierista’ del paese, Alfredo Sigolo, che -strategicamente parlando- sta ad una testata artistica come un eccellente vaticanista sta ad un tg o ad un grande quotidiano nazionale…

    Censurare a livello informativo qualcuno solo perché ci ha fatto un torto significherebbe scendere ad un livello che non ci si confà. Su Exibart trovano spazio, da sempre, i miei peggiori nemici. Sull’attuale numero di Exibart.onpaper sono citati in bellavista dei colleghi cui, personalemente e professionalmente, augurerei il peggio considerando i torti che mi hanno fatto. Ma questa è l’informazione. Non per rispetto a questi ultimi, ma per rispetto ai lettori che si meritano un’informazione trasparente. E per rispetto dell’editore che mi ha dato l’incarico di fare del giornalismo, non di compiacere i miei amici e di punire i miei nemici.

    Rispondere ai mafiosi con un atteggiamento da mafiosi è la peggior scelta che si possa compiere. Una trappola in cui non cadremo mai.

  27. Caro Direttore,
    Serafini è certamente, come nel suo carattere, viscerale ma esprime un sentimento popolare comune: ribellarsi al soppruso.
    Anche quanto sta accadendo ad Exibart è indicativo di un restringimento degli spazi di libertà di espressione.Sempre più condizionati negli ultimi tempi.
    Il basso si adegua all’ALTO.
    Si fanno tacere le voci di Biagi, Santoro ecc.;
    perchè se LUI può io no? e ZAC VIA EXIBART.
    Impari solo a pubblicare veline e se farà ulteriori grosse stroncature :ancora in castigo, nell’angolo con le mani sul volto e…. che si vergogni!!!!
    Personalmente penso che sia molto ma molto difficile mettere in castigo chi lavora e vive in e con internet.
    Non è strano che in questo dibattito nessuna delle altre tante,belle,interessanti e patinate testate giornalistiche(ma pochissimo presenti in internet) di settore sia intervenuta?
    Siete veramente così antipatici? e fastidiosi?
    E che dire dei tanti critici d’arte, che spessissimo intervengono e leggiamo nei vostri forum, che ora tacciono?
    Domande
    Domande
    Domande

  28. mi domando solamente che tipo di gente visita Artissima? o quantaltre kermesses di questo tipo?

    Famigliole con i bambini forse, tanto per celebrare un giorno fuori casa?

    Artisti in cerca di contatti e celebrità VIP?

    Critici e Galleristi?

    Solo curiosoni tanto per passare il tempo?

    Giornalisti in cerca di scoops?

    Insomma, personalmente mi perderei in un posto del genere. In genere, quando voglio gustarmi l’arte, preferisco visitare luoghi con meno confusione e dove l’entrata sia aperta gratuitamente al pubblico, tipo le gallerie private.
    saluti

  29. Ciao Massimiliano,
    abbiamo letto l’affaire Artissima e ci dispiace per Exibart.
    Ma, come si dice? “Mal comune, mezzo gaudio!” Anche PiziArte è stata esclusa
    dalle New Entries… Anche noi eravamo cadute nel tranello della sollecitazione
    “come mai non ci è ancora pervenuta la vostra domanda?”, e anche noi abbiamo fatto il nostro bel pagamento a fine aprile per ricevere il 31 luglio la nostra somma decurtata delle loro spese (abbiamo pagato 1000, ci hanno
    restituito 880, fai tu il conto degli interessi che hanno maturato da maggio a luglio…e moltiplicalo per tutti coloro che hanno fatto domanda).
    Quando ci è arrivata la mail, lì per lì ci siamo rimaste male. Non era
    nostra intenzione partecipare ad Artissima, una fiera secondo noi troppo “grande” per una galleria che non aveva ancora 6 mesi di vita. Però eravamo state chiamate… che fare? Vabbè dai, proviamo! E invece… volevano solo i
    nostri pochi soldi.
    Si imparano tante cose comunque… e meglio che ci sia capitato ora, almeno sappiamo che non dobbiamo fidarci MAI di nessuno ma solo del nostro istinto.
    Il caro Dott. Casiraghi ha ricevuto una nostra mail di risposta alla loro ma ha visto bene di non controbattere…
    E noi andiamo avanti ancora più convinte ^__^ e continuiamo con le piccole e simpatiche fiere di nicchia negli hotels, dove tutti si prendono meno sul serio, e lavorare è anche divertirsi.
    Un abbraccio
    Manuela e Patrizia Cucinella

    P.S. Anche le formiche nel loro piccolo si inc….no

  30. Caro Tonelli,,artissima è tutt’altro che purissima e levissima ed exibart per fortuna racconta tutto e nel far questo ogni tanto ci si procura delle escoriazioni.I costi per visitare artissima sono più alti rispetto ad andarsene a londra il 15 ott… a proposito a chi interessa…a londra c’è un hotel in zona non periferica dove ogni cosa è usa e getta e costa 19 sterline a notte…

  31. “…Attualmente la piazza newyorkese è ovviamente più attraente per l’investitore dell’area euro. Per il caso specifico dell’acquerello, bisognerebbe saperne q.sa di più…”

    Beh…dell’acquarello acqua passata, ma nello stand accanto (di Frieze 2003) per un bel micetto pelosetto bianco dipinto ad olio da Martin Eder, chiedevano la bella cifra di undici-mila EURO che non era pochino, il link della galleria che lo presentava lo collego qui per il caro ALF…ALF: woof…woof!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui