19 maggio 2005

Maremma seggiola

 
Una mostra in Maremma. E non solo: enogastronomia, teatro, musica e produttori. Il tema? La sedia, come simbolo di ospitalità. Il luogo? Manciano, delizioso borgo toscano. La solita mostra d’arte ambientale in Toscana sulla scia di Tuscia Electa ed Arte all’Arte? Niente affatto, a sentire la curatrice Letizia Ragaglia “noi siamo molto, molto più grezzi”...

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Comincia la terza edizione di Quattro Venti, rassegna culturale promossa dal comune di Manciano che include nell’arco di sei settimane appuntamenti d’arte, spettacolo ed enogastronomia. E Quattro Venti ritorna dopo un anno di stop (si sono svolte le prime due edizioni nel 2002 e nel 2003, mentre è saltò l’edizione 2004), durante il quale la cittadina maremmana –con in testa il sindaco più appassionato d’arte contemporanea di tutta la Toscana, Rossano Galli- ha riunito le forze (e i finanziamenti) per portare avanti una iniziativa che lega arte e territorio con esiti ben più efficaci delle blasonate colleghe chiantigiane.
Oltre agli incontri gastronomici, alla musica, al teatro, oltre al formidabile coinvolgimento delle locali aziende agricole, una mostra coinvolge dodici artisti nazionali ed internazionali, invitati a cimentarsi con il tema generale della manifestazione: la sedia, simbolo dell’ospitalità. Le opere, progettate dagli artisti e realizzate dagli artigiani locali, sono dislocate in ogni frazione del Comune di Manciano, lungo un percorso di location pubbliche e private.
Molti gli eventi a latere (ogni sabato di giugno), dedicati alla valorizzazione dei prodotti locali, in collaborazione con i produttori che hanno aderito al progetto: corsi di degustazione e mostre di prodotti locali cercheranno insomma un collegamento tra la proposta artistica e quella enogastronomica.
Gli artisti in mostra –inaugurazione sabato 21 maggio dalle 17 a Manciano- sono stati riuniti dalla curatrice Letizia Ragaglia , bolzanina come Maurizio Cont che di tutta la manifestazione è inventore, cui Exibart ha rivolto qualche domanda.

Ritorna finalmente Quattro Venti, c’è stata qualche difficoltà per questa terza edizione…
Effettivamente il progetto è rimasto fermo un anno, ma per fortuna sono state riunite tutte le energie per farlo continuare. L’inaspettato successo delle prima due edizioni oltre ai sostenitori ha trovato anche gli inevitabili detrattori, che non hanno reso la vita facile all’amministrazione di Manciano. Come in altre situazioni e luoghi, nel momento in cui l’arte contemporanea esce dagli ambienti del white cube, è certamente più coinvolgente, più vicina al pubblico, ma anche più attaccabile. Comunque credo che sia fondamentale andare avanti per la strada intrapresa; questo genere di progetti portano i loro frutti a lungo termine.

E gli artisti per questo 2005?
Come per le passate edizioni ho cercato di coinvolgere artisti giovani, pronti a mettersi in gioco e soprattutto a confrontarsi con una situazione tradizionalmente non deputata all’arte contemporanea. Visto che questo anno è stato chiesto a tutti di elaborare il progetto per una sedia come simbolo dell’ospitalità, ho invitato prevalentemente artisti che si confrontano spesso e volentieri con installazioni e opere plastiche, ma questo è vero solo in parte: ripeto, la disponibilità a confrontarsi con un territorio peculiare e l’entusiasmo per una situazione diversa dal solito, ovviamente accanto all’alta qualità dell’abituale percorso artistico, sono certamente le  caratteristiche più importanti.

Dunque gli artisti hanno lavorato in stretto legame con il tessuto produttivo locale?
Sì. I progetti degli artisti sono realizzati dagli artigiani in loco e rimarranno poi sul territorio come prestito permanente.

I nomi?
Gli artisti sono Simone Barresi, Julia Bornefeld, Letizia Cariello, Jota Castro, Flavio Favelli, Piero Golia, goldiechiari, Sabrina Mezzaqui, Riccardo Previdi, che ha elaborato un progetto insieme a Jeroen Jacobs e Luca Vitone.

Parlaci delle installazioni che si vedranno a Manciano. Quale è la più riuscita?
È come chiedere alla mamma quale dei figli è più bello… a parte gli scherzi, c’è una gamma veramente eterogenea di progetti, dalla sedia-giardino di Barresi al calco per una panchina di Previdi-Jacobs, fino alla sedia-gabbia dal nome “papageno” di Letizia Cariello, che viene sospesa per aria e alla sedia simbolica di Jota Castro, che nello schienale reca il motivo della bandiera palestinese, mentre le “gambe” della sedia sono fatte dalle punte di una stella di David. Diciamo che il simbolo dell’edizione Quattro Venti 2005 sarà semplicemente e complessamente la sedia.

Come credi che Quattro Venti si diversifichi rispetto alle altre manifestazioni di arte e territorio in Toscana come Arte all’Arte e Tuscia Electa? Quali sono le caratteristiche specifiche?
Mi fa piacere che Quattro Venti sia citata accanto a due manifestazioni che hanno fatto scuola e che ho seguito sempre con partecipazione ed interesse e che credo siano state molto importanti per l’arte pubblica in Italia. Quattro Venti è forse –se si può dire senza sfumatura negativa– più grezza. Proprio come lo è la Maremma. C’è qualche nome un po’ meno noto, qualche artista quasi sconosciuto in più (soprattutto per le passate edizioni) e un coinvolgimento molto forte del territorio. Nelle prime due edizioni gli artisti soggiornavano negli agriturismi, in questa edizione gli artigiani realizzano i progetti. Per Quattro Venti si mobilita un comune intero, le aziende sono coinvolte. Alla manifestazione artistica si affiancano gli eventi di contorno fatti di degustazioni, musica, teatro. È un percorso lento, non semplice e non accettato da tutti, ma secondo me di sicura crescita per un’intera comunità.

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Quattroventi 2005
dal 21 maggio 2005
Manciano, sedi varie
ideazione Maurizio Cont, a cura di Letizia Ragaglia
info: MN srl – Barbara Ruiz tel 06 85376370/69 – ruiz@mnitalia.com
artisti: Simone Barresi, Julia Bornefeld, Letizia Cariello, Jota Castro, Flavio Favelli, Goldiechiari, Piero Golia, Sabrina Mezzaqui, Riccardo Previdi, Luca Vitone, Jeroen Jacobs


[exibart]

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