09 settembre 2000

Dal 9.IX.2000 al 14.I.2001 La nascita dell’Impressionismo Treviso, Casa dei Carraresi

 
Ha inizio la terza tappa sulla pittura impressionista che Treviso ha pensato di promuovere al fine di illustrare l'affascinante periodo pittorico...

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Con “Da Van Gogh a Bacon” e, la da poco conclusa, “Da Cézanne a Mondrian” si erano sondati i diversi aspetti di un “ismo” che all’oggi sa richiamare un notevole numero di estimatori (non a caso la mostra “Da Cézanne a Mondrian” vanta un numero di visitatori pari a 195.000 (ed è risultata la terza mostra per visite del territorio nazionale), con quest’ultima iniziativa invece si desidera soffermarsi in un periodo storico più ristretto (1830-1874) ma che tuttavia non manca di prestigiosi capolavori e, in modo ancora più marcato, di implicazioni storiche e culturali di rilevanza determinante. Infatti le opere esposte saranno 150 e verranno suddivise in 4 sezioni così distribuite: nelle prime due si potranno ammirare i capolavori della scuola di Barbizon e dei pittori classici dello stesso periodo; nella terza vedremo i “protagonisti” dell’impressionismo, cioè coloro che hanno determinato la consistenza di una altrimenti ridotta rivoluzione pittorica; nella quarta ed ultima sezione si confronteranno i dipinti caratterizzanti i Salon. Per elencare le presenze di cui godremo le opere basta limitarsi a nominare i seguenti maestri: Bazille, Boudin, Caillebotte, Cézanne, Daubigny, Degas, Fantin-Latour, Guillaumin, Jongkind, Manet, Monet, Morisot, Pissarro, Renoir, Sisle … senza dimenticare quei pittori verso cui gli impressionisti debbono il “confronto” tecnico e tematico, artisti quali Corot, Courbet, Daubigny, Millet e Rousseau. Il comitato scientifico nelle persone di Laurence Des Cars, Marco Goldin, Michel Hilaire,
Rodolphe Rapetti e Belinda Thomson funge da garanzia per il buon esito di questa ennesima iniziativa che Casa dei Carraresi ospita. Dovendo analizzare più accuratamente le sezioni in cui si suddivide la mostra troveremo che nella prima si darà ampio spazio al ” Paesaggio classico in Francia”: l’Istituzione di un Grand Prix del paesaggio storico (vinto dal “moderno Poussin” Achille-Etna Michallon) diede vita al ripristino di una tendenza “all’aperto” viva proprio nei pittori Buttura, Bénouville, Lanoue, Desgoffe, che tuttavia dipingevano una “natura ideale”, in quanto retaggio dell’immaginazione effettuata nel proprio atelier; altri artisti si allontano dall’accademismo (non certo in modo traumatico) affrontando una sorta di compromesso tra la natura e lo stile.
Monet Entrata del porto di TrouvilleBisogna far notare che le opere di questi artisti, pur avendo goduto dell’apprezzamento di critica e pubblico del tempo (vinsero numerosi premi e furono più che celebrati) sono poco conosciute al grande pubblico… che a causa (e questo appare ovvio) dell’importanza assunta in seguito dal periodo Impressionista vennero relegate. Restano di vitale importanza queste opere proprio per comprendere il passaggio di stile e le diverse influenze caratterizzanti le innovazioni; un confronto quindi con le correnti del romanticismo e del realismo per comprendere l’Impressionismo. La seconda sezione (quella della “Scuola di Barbizon”) mette in luce il distacco dal paesaggio settecentesco per aderire all’osservazione diretta della natura , gettando le basi per quella diffusissima “abitudine” (e concedetemi il termine) di dipingere en plain air propria dei futuri impressionisti. La voce autorevole di Theodore Rousseau accompagnata dal coro di Millet, Daubigny e compagni, circa l’importanza di “leggere” la natura in modo altro…ha permesso di individuare le tracce di un “percorso” verso l’impressionismo. La sezione più ampia che Casa dei Carraresi offre al pubblico è proprio la terza (non a caso da il titolo alla mostra). Gli impressionisti del primo periodo affiancati a quelli del secondo, come ad illustrare tutte le tappe di una maturazione. Si vedranno le marine e le spiagge della Normandia associate agli interni di un Degas irruento e psicologo dello stile borghese francese di quel periodo…Si apprezzerà anche lo straordinario talento di Cézanne, che , in un primo momento,vicino alle esperienze del gruppo, ha lentamente deciso di staccarsene per affrontare ricerche stilistiche differenti. Nell’ultima sezione (dedicata alle “opere dei Salon”)si mette in contrasto la tradizione accademica con l’innovazione dei pittori più giovani…una lotta contro il realismo del Maestro Courbet. L’evento quindi si presenta come un itinerario per comprendere tutte le implicazioni (o le più inusuali?) che il periodo impressionista ha portato con il suo “evolvere”, dando maggior risalto ad una dipendenza e “debito” verso i pittori precedenti, piuttosto che decantare il taglio netto nei confronti dei Salons e della tradizione tout- court. Un contributo di importanza notevole (a parer mio) che cade proprio in un arco temporale (quello che risale da pochi anni fa) in cui L’Impressionismo sembra aver ritrovato i fasti del passato: il favore di critica e pubblico che in questi anni hanno reso possibile l’organizzazione di molti eventi celebrativi del periodo si è (forse…e lo ribadisco) sempre concentrato sull’aspetto più superficiale del movimento, senza sondare i retroscena meno eclatanti.
Pissarro, Paesaggio con contadino in BavieraUn elogio quindi per l’iniziativa decisa dal comitato scientifico e dai curatori dell’evento ospitato presso la Casa dei Carraresi a Treviso. Un’ ultima informazione non fa che rafforzare l’idea di un successo della mostra: la tavola rotonda che si terrà in data 8 settembre (alle ore 17.30) prevede il prestigioso contributo di oratori d’eccezione che esplicheranno i diversi periodi che “La Nascita dell’Impressionismo” evidenzia

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Marco Goldin presenta la mostra‘Marco Goldin presenta la mostra



Casa dei Carraresi, Treviso
via Palestro, 33/35
tel 0422.654382
fax 0422.654768
ORARIO
Dal lunedì al giovedì ore 9-20
Dal venerdì alla domenica ore 9-22
1 gennaio 2001 ore 15-22
Chiuso 24, 25 e 31 dicembre 2000
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI

PRENOTAZIONE BIGLIETTI, VISITE GUIDATE,
LABORATORI DIDATTICI E INFORMAZIONI
CALL CENTER TEL. 0438.21306
FAX 0438.418108
www.lineadombra.it/biglietto
EMAIL: biglietto@lineadombra.it
Orario Call Center: 8 maggio – 1 settembre 2000,
dal lunedì al venerdì ore 9-17
4 settembre 2000 – 14 gennaio 2001,
dal lunedì al sabato ore 9-17
BIGLIETTI

Intero lire 15.000
Ridotti lire 12.000
con coupon dei quotidiani e gruppi:
capogruppo gratuito, studenti universitari, oltre i 60 anni
Ridotto lire 8.000
scuole con due accompagnatori a titolo gratuito, militari,
ragazzi fino ai 18 anni
Lire 2.000 per il diritto di prevendita con esclusione delle scuole
Ingresso gratuito per i bambini della scuola materna

La vendita dei biglietti in mostra viene sospesa
un’ora prima della chiusura
Guardaroba, book-shop e bar all’interno della mostra
Accesso e servizi per i disabili


Kranix

[exibart]

29 Commenti

  1. Ciao Betty!!! E’ questa la mostra di cui mi hai parlato??? Ci andiamo sicuramente, non vedo l’ora!!!! Dimmi quando…
    Un bacione, Roby

  2. non se ne può più di queste mostre sugli impressionisti…ci sono state tante correnti eccezionali nella storia dell’arte moderna, perchè questo interesse sproporzionato per l’impressionismo? Forse perchè è diventata l’arte borghese per eccellenza….

  3. Ormai è una moda, i curatori e i centri espositivi vanno sul sicuro. Ce ne sono pochi di grandi o grandissimi musei che rischiano sulle mostre. E questi non sono le scuderie papali o la casa dei carraresi…Palazzo Grassi è tra questi…

  4. per Valeria Magale:

    …mi sa che hai proprio ragione…
    Se vogliamo è anche la produzione artistica più fruibile da un pubblico di media preparazione e così il successo è assicurato.
    In fondo non fa altro che far leva su meccanismi sensoriali bruti, adatti a tutti.
    E’ un arte democratica!!
    Anche se è vero che è stato un periodo di importanza fondamentale per l’arte a venire.Ma troppa attenzione stanca e forse ha ragione
    Marina Saba che in giro c’è poca voglia di rischiare, e questo è un vero peccato.

  5. Direi che i commenti meriterebbero ampie pagine per potere esaurire l’argomento…oltre a dirvi che in parte sono in sintonia con voi, mi ritaglio un angolo per ribadire che forse quella di Casa dri Carraresi, tra tutti gli eventi dedicati all’impressionismo, risulta essere quello (non dico, originale)più azzardato. Non credete?

  6. Io ho sentito che nella mostra ci sono un (UNA!!!) opera per ogni artista…Ma è questo il modo di fare mostre? come si fa ad approfondire? qualche bella monografica (magari scontendando qualcuno) non è il caso di farla?

  7. per Sandro Grotta e Valeria Magale. non sono d’accordo con voi quando criticate l’eccessiva attenzione per una corrente. non tutti si possono permettere di girare l’Italia per andare a vedere le mostre che si fanno nella capitale, ben vengano eventi (anche ripetutamente) che permettono ad un pubblico distratto di cogliere occasioni perse.

  8. Per Michela di Biella, quello che dici tu non fa una grinza, però ricordiamoci che le risorse sono limitate e se si organizzano mostre di questo tipo è impossibile farne di taglio diverso, e questo rende questo tipo di eventi sempre più piatto…

    Un caro saluto a Biella!

  9. CHE CARINOOOO CHE SEI DAVIDEEE, CHE DOLCEEEE, CHE ROMANTICOOOO, PORTARE IL TUO AMORE A VEDERE I CAPOLAVORI IMPRESSIONISTI è DAVVERO UNA SCELTA AZZECCATA !!!ciao

  10. Per quelli di exibart: sarebbe possibile mettere l’ora degli interventi?
    Certe volte non si capisce bene l’ordine con i quali gli interventi sono inseriti (quando sono un dialogo).

    Ciao e continuate cosììììììììììììììì!!!

  11. Sono di Treviso e ancora non sono riuscita a vedere questa mostra!! Sono sicura che sarà splendida come quella dell’anno scorso… O forse meglio??!

  12. Non vorrei aggiungere l’unica nota stonata a qs bel coro di critiche positive, ma la mostra di treviso mi è sembrata almeno dal punto di vista dell’allestimento ben lontana dall’eccellenza. I percorsi non solo mentali ma piuttosto “fisici” erano poco chiari, le opere erano spesso troppo numerose rispetto agli spazi a disposizione.Inoltre scusate la mia eccessiva attenzione…i cartellini…erano il trionfo dell’illeggibilità, come si può usare la stessa dimensione e lo stesso tipo di carattere per autore, titolo, tecnica pittorica, dimensioni e museo di provenienza?
    Forse c’è in merito una scelta del curatore che mi sfugge?
    Peraltro la scelta delle opere e l’idea erano ottime così come le luci, dispiace che il resto non sia stato curato altrettanto bene.

  13. Per Paola di Venezia: a mio parere (ma è il mio) delle 3 grandi mostre fatte a Treviso proprio questa ha, finalmente, presentato un percorso “mentale” piuttosto chiaro. La scelta di organizzare le opere secondo principi semplici (la divisione in correnti e quello cronologico) ha tolto di mezzo certe “invenzioni” un po’ arbitrarie (la mostra da Cézanne a Mondrian ne fu un chiaro esempio con quelle sezioni: “Il colore libero”, “Il paesaggio del sogno”, ecc.). Questa mostra aveva un duplice scopo, fondamentalmente e sinteticamente: documentare la nascita dell’impressionismo e provare che quello non fu un movimento di rottura ma di evoluzione del gusto figurativo; il risultato è stato ottenuto. Grazie all’analisi di opere non esposte neppure nei paesi d’origine, perché giudicate minori, oggi dell’impressionismo sappiamo un po’ di più. Per quanto riguarda poi il percorso “fisico” ci sono un paio di considerazioni da fare. La mancanza di spazi adeguati alle mostre e alla quantità di visitatori agli appuntamenti trevigiani è un po’ un problema. D’altro canto stiamo parlando di una città che, grazie alle disponibilità economiche certo, l’anno scorso ha presentato la 3a mostra più vista in Italia (!!!!). E proprio in virtù di questo successo quest’anno sono stati inaugurati nuovi spazi della Casa dei Carraresi per reggere all’urto di un grande numero di visitatori. Non basta? Forse, tuttavia state certi che, se va avanti così, quello spazio provvederà a trasformarsi e ad adattarsi nel corso del tempo. Il connubio tra Cassamarca e Linea d’Ombra è infatti un grosso successo nel panorama italiano, c’è poco da fare. Sono bravi a scegliere gli eventi (e dentro di me c’è una vocina che grida vendetta, affermando che è facile far successo con gli impressionisti, tutto vero), l’organizzazione è professionale, con le mega inaugurazioni affollatissime, la stampa, la Tv ecc.. Ricordiamo che Treviso è un piccolo centro. Marco Goldin è poi abilissimo nei contatti e nella scelta dei propri collaboratori. Paradossalmente certe volte a me sembra più un manager della cultura che un critico o un curatore. La mia ammirazione va al manager(quello che scrive non mi entusiasma affatto), all’organizzazione, ai finanziatori. Per le didascalie ai quadri, invece, forse ha ragione Paola, anche perché a Treviso bisogna fare la fila davanti alle opere, sempre. Sarebbe da chiedersi quanti di quelli che sono andati alla Casa dei Carraresi sono certi di aver “visto” la mostra. Ma che vuoi fare, cara Paola, questo è il business dell’arte.
    Sono comunque veramente felice che tu abbia esternato le tue perplessità; così facendo hai affermato un tuo personale senso critico. Il problema è che spesso, invece, il pubblico si fa accalappiare dai media con prodotti facilmente “commerciabili”; credi che una mostra con opere di Kandinskij, Munch, Chagall, come pure di Leonardo (non Paolo purtroppo), Michelangelo ecc. possa fallire?. Certo, ma si ha da faticare parecchio perché ciò accada. Termino con una ovvietà: il successo di una mostra, nell’età moderna, non lo determinano gli appassionati d’arte, ma i turisti occasionali che vedono 2 o 3 mostre in un anno.

  14. Alfredo, nessuno ha messo in dubbio il valore della mostra,ma uno spazio come questo credo serva a esporre le propie perplessità.Io saro’ un’illusa ma non credo nel turista dal basso profilo culturale e dall’inesistente capacità critica, sono convinta invece che la qualità pur all’interno di un’ottica di tipo manageriale si debba sempre migliorare.Forse io sono prevenuta dato che amo più i musei che si rinnovano che le mostre che li depauperano.Un’ultima considerazione, poi chiudo: secondo me ti contraddici lievemente, se questa mostra è destinata ad esperti…non è abbastanza accurata, capiamoci niente di tragico ma un po’ di “labor limae” le è mancato, se invece come mi vuoi far capire la scelta è più “popolare” , ma io non credo nei turisti distratti, allora dal basso della mia ignoranza ribadisco che i percorsi erano poco chiari (almeno a fine settembre…è cambiato forse qualcosa?)…non ricordo quale ma c’era un piano in cui non si capiva se, usciti dal vano scala girare a Dx o Sx. Dimenticavo….e quella sala con tele di grande dimensione del apparentemente incoerenti col percorso in cui erano inserite?comunque mi fa piacere che ci sia qualcuno che mi degna di una risposta.

  15. Di nuovo per Paola. E’ vero che questo spazio è libero, tant’è vero che io non ti ho risposto perché volessi censurarti, tutt’altro. Mi sembrava interessante la tua lettura della mostra e mi sono sentito di discuterne. A me poi, incuriosiscono proprio gli interventi coraggiosi, “controcorrente”. Circa la velata contraddizione che hai rilevato nel mio discorso, può anche essere condivisa. E infatti mi è capitato di consigliare questa mostra anche a persone inseperte, sicuro che l’impressionismo le avrebbe comunque fatto passare una buona mezza giornata (ora qualcuno mi criticherà per non averle mandate ad una mostra di nicchia di qualche giovane ma, per carità, un passo alla volta). D’altro canto questa mostra è stata giudicata unanimemente come un allestimento sofisticato, perché sposava l’arte, per così dire, di Accademia con la rivoluzione impressionista, sottolineandone singolari affinità. Dunque era anche una mostra che dava spunti anche a chi aveva qualche competenza sull’argomento (ricordo di nuovo che c’erano opere difficilmente viste). E’ lì che il giochino ha funzionato. Perché interessa a tutti. Il pregio di una buona mostra non sta solo nella scelta delle opere ma sopratutto nel progetto scientifico che è a suo fondamento. Per ciò che concerne l’allestimento, invece, io non volevo difendere l’organizzazione; sono cosciente che ci sono dei problemi, tuttavia c’è una volontà di migliorarsi. Il progetto di Treviso è recente ed ambizioso (l’anno prossimo faranno una mostra dedicata a Monet) e ogni anno mi sembra che ci siano dei miglioramenti. Nell’organizzazione, nella promozione, nella metratura degli spazi. A fronte di questo rimangono i problemi che tu hai ben evidenziato sull’utilizzo degli spazi e sull’inadeguatezza di questi al flusso di visitatori e al numero di opere. Ma forse la politica dei piccoli passi (e di passi ne sono stati fatti) produrrà, alla lunga, effetti positivi anche in questo.

  16. Non volevo essere distruttiva come in realtà sono sembrata, ma visto che questo genere di mostre vengono “idolatrate” tramite sontuose campagne stampa, ogni tanto credo sia bene rilevare i problemi visto che i pregi vengono già ampiamente messi in evidenza. Per alfredo: ho capito che in realta’ non la pensiamo così diversamente e che queste mostre sono certo, data la loro frequenza e le opere che permettono di ammirare, un intervento meritorio.Tuttavia nonostante i miglioramenti mi sembra che si tenda a sacrificare abbastanza l’arte in favore di una azzeccatissima operazione di marketing.La prova è l’annunciata mostra su monet.Per quanto io non sia veneta e per quanto conosca meglio periodi storici e movimenti artistici diversi da quello in questione, visto il successo di ormai 3 grandi mostre sarebbe forse piu’ proficuo raccontare finalmente una realta’ artistica piu’ radicata nel territorio, a cui certo gioverebbe il volano della fama acquisita tramite “eminenti estranei”.
    Ovviamente questa è solo la mia umile opinione.

  17. Sottoscrivo tutto quello che hai detto con grande entusiasmo. L’operazione di marketing, la necessità di promuovere ricerca su singole aree territoriali nazionali. A queste aggiungo la ricerca per il riconoscimento di correnti non isituzionalizzate, le definiremo temporaneamente “tendenze”, che potrebbero portare alla riscoperta di figure trascurate che hanno svolto un ruolo importante nell’arte italiana e che oggi sono state dimenticate.
    Ti prego: continua a suscitare la discussione su questi ed altri temi. Grande, grande Paola. Ti amo. P.S.: in Veneto avremmo bisogno di collaboratori, perché non ci mandi un curriculum (sempre che tu abbia tempo e voglia di scrivere)?

  18. concordo con paola, mi sarebbe piuciuto vedere un raffronto con cosa succedeva nello stesso periodo in veneto, chissa in futuro….

  19. finalmente ho trovato notizie su questa mostra e cosí potró regalare il 26 dicembre qualcosa di bello al mio ragazzo…una gita culturale a Treviso fra i quadri degli impressionisti

  20. cioè a te ti tocca fargli il regalo di natale e poi il regalo per il suo compleanno del 26? Ellamiseria che iellaccia !!! Lascialo!

  21. non è tanto importante quanto si sia a parte dei segreti pii che invadono la pittura del più bell’ottocento, la questione che più deve premere è la coscienza beatificante, che l’arte appartenga al solo animo e non alla dotta scrupolosità della vista.
    A tutti voi che apprezzerete il mio pensiero, giungano lievi le mie lusinghe. G.d’A.

  22. grandi artisti come gli impressionisti sono nati ‘soffrendo’ e cercando di uscire dai canoni che,a Parigi,vigevano sulla Cultura .Nato come mezzo di espressione ,ma legato al cambiamento storico-culturale,l’ impressionismo è stato un movimento rivoluzionario,che come tutte le altre correnti artistiche,filosofiche e letterarie puo’ diventare un esempio da imitare anche per noi piccoli artisti.Spero che questo messaggio venga letto almeno dalle poche persone esistenti volenterose di fare ancora della cultura…(sono un po’ pessimistica sull’andamento culturale ed ideale italiano).Ah,la mostra è interessante e consiglio di visitare anche la sede si conegliano , dove sono esposti gli schizzi preparatori

  23. ti garantisco che il messaggio mandato viene letto da molti. Circa il bisogno di soffire per emergere lo si riscontra in tutti i campi, come anche in essi si ritrova l’eccezione dovuta ai più svariati motivi. Gli impressionisti hanno attuato certo una rivoluzione, ma come avrai capito anchedalla mostra in questione, forse con accenti più pacati di quanto si presupponeva.
    a presto

  24. mi dispiace ma io credo che l’arte non si apprezza leggendo i commenti di altri ma ammirando le opere e se proprio nn si può dal vivo anche attraverso una foto fedele; sviluppate di + questo aspetto!!!!

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