14 maggio 2004

Cattelan questo sconosciuto

 
Ci son voluti i bambini impiccati di Milano ed il conseguente battage mediatico per far spendere sei colonne a Il Gazzettino, principale quotidiano veneto, su un artista compatriota che da anni è una star internazionale. Parliamo di Maurizio Cattelan of course, pretesto per l’illustre critico e storico Paolo Rizzi per una figuraccia biblica, con conseguente sputtanamento della testata...

di

Anche Il Gazzettino del 12 maggio, ha voluto dire la sua sull’affaire Cattelan, alla vigilia della prima grande mostra che Bonami inaugurerà il 30 maggio, a Villa Manin di Passariano, dal titolo quantomeno singolare di Da Magritte a Cattelan e che avrà, appunto, nell’artista “colpevole” della recente performance-scandalo milanese, uno dei suoi protagonisti primi.
Il delicato compito redazionale è stato affidato alla penna più autorevole del quotidiano nel campo della cultura e dell’arte, lo storico e critico Paolo Rizzi (cfr. curriculum in calce).
Il nostro non ha perso l’occasione e con entusiasmo si è lanciato in un corsivo a sei colonne da incorniciare. Non è per il tenore chiaramente critico nei confronti di un artista già abbondantemente acquisito a livello planetario che il pezzo lascia basiti, quanto per le esilaranti cantonate prese a corpo morto dell’esperto e stimato Rizzi.
Fin dall’inizio, a pretesto una sibillina domanda Ma chi è questo Cattelan?, il critico Dottor Maurizio Cattelan spiega come il Maurizio nazionale sarebbe artista conosciuto all’estero e totalmente ignoto, udite udite, persino ad amatori d’arte, collezionisti e galleristi del Belpaese (della serie: ‘abbbello, ma ‘ndo sei stato negli ultimi quindici anni?).
In merito alla recente laurea honoris causa ricevuta dall’artista a Trento, un suo amico, evidentemente ubriaco, deve avergli raccontato di aver visto esposto, nell’aula magna, un somaro vivo appeso al soffitto con robuste cinghie. Chi c’era (Rizzi non di certo), sa benissimo che trattavasi di asino imbalsamato, esposto nell’atrio e pure bellamente seduto sulle scale.
Passando per citazioni di tizio e caio, facile escamotage per pescare appellattivi del tipo imbroglione, disattivista e matto da legare Rizzi dà il meglio di sé nell’analisi di alcune opere giudicate significative dell’artista. Ecco dunque La Nona Ora, l’opera del Papa colpito da meteorite che, secondo il nostro, sarebbe stata completamente distrutta dai polacchi e dunque rifatta ex novo (invece sappiamo che l’artista volle che l’opera rimanesse in mostra così come l’avevano manomessa due parlamentari cattolici, per il valore concettuale aggiunto); ecco, citiamo testualmente, il topo che dorme su un tavolinetto di plastica (ma Bidibidobidiboo non era uno scoiattolo suicida, con tanto di rivoltella a terra?), ecco il manichino di Hitler che prega in una specie di cattedrale laica (il nostro si riferisce evidentemente alla ex-struttura Maurizio Cattelan - bidibibodibiboo industriale Fargfabriken, Center for Contemporary Art and Architecture di Stoccolma, dove Him fu allestito nel 2001), ecco soprattutto un misterioso grasso serioso signore attaccato ad un muro con strisce di scotch. Beata ignoranza che in un colpo solo ha smascherato il povero Paolo Rizzi che, con questa affermazione ha dimostrato con quanta attenzione segua le vicende dell’arte contemporanea, non sapendo neppure riconoscere il più autorevole gallerista italiano (nonché rappresentante per Cattelan in Italia), Massimo De Carlo.
Non è finita: due mani in atto di preghiera che fuoriescono dalla sabbia di una spiaggia sono la colorita descrizione riservata al fachiro sotterrato in “Mother” durante la Biennale del ‘99, mentre La rivoluzione siamo noi, con relativo manichino nel quale l’artista si ritrae appeso per il collo della giacca ad una gruccia, diventa un ometto appeso (impiccato) ad attaccapanni.Maurizio Cattelan - De Carlo
Insomma un rosario di perle degne degno del più navigato cabarettista di Zelig.
Tralasciando la patetica morale finale, con tanto di facili citazioni di artisti che hanno scandalizzato prima di Cattelan (ma che c’entra?), di pistolotto sui soldi che girano nel mondo dell’arte e all’arrivismo degli artisti contemporanei, della serie non ci sono più gli artisti di una volta, si arriva alla illuminante battuta finale in cui Cattelan è qualificato come furbissimo figlio della città del Santo dalla cinica volontà.
Insomma se è questa la misura della qualità dell’informazione sull’arte contemporanea che vanta Il Gazzettino, il quotidiano più diffuso nel ricco nord-est, stiamo a posto. Intendiamoci, non è che sui nazionalpopolari altri quotidiani o sui telegiornali nazionali siamo messi tanto meglio, ma qui ci troviamo ad un livello di rimbambimento e di cialtroneria degno di lode, se non altro perché sconfina in un’involontaria parodia del fenomeno Cattelan, assolutamente in linea con la filosofia del personaggio preso di mira.
La discussione e la critica, intorno all’artista che, di riffa o di raffa, ha segnato in modo decisivo l’arte a cavallo dei due secoli, sono assolutamente legittime, le paternali demagogiche di gente che neppure vede cosa gli capita intorno no.

alfredo sigolo


Maurizio Cattelan - NovecentoUn curriculum di Paolo Rizzi “pescato” dalla rete (http://www.perarte.it/)
Paolo Rizzi (Venezia 1932) laureato in lettere, ha insegnato Storia dell’arte nei licei classici. Giornalista professionista, è molto interessato all’attualità artistica , con una prospettiva peraltro essenzialmente storica.
E’ considerato uno dei più attenti studiosi dei fenomeni dell’arte moderna e contemporanea. Opera in un’angolazione storica e psicologica, con particolare riguardo ai rapporti tra l’artista e l’ambiente. La sua specializzazione è quella nella pittura delle Tre Venezie soprattutto per il periodo dal 1900 al 1950.
E’ critico d’arte de Il Gazzettino dal 1960. Ha al suo attivo circa quattromila scritti di critica d’arte di cui duecento in volumi monografici dedicati ad artisti. Si è praticamente occupato di tutti i maggiori artisti operanti nelle Tre Venezie: Gino Rossi, Semeghini, Guidi, Cadorin, Carena, De Pisis, Tomea, Music, Vedova, Tancredi, Novati, Della Zorza, Pizzinato, Varagnolo, Seibezzi ecc. Tra le sue pubblicazioni: Storia della Biennale 1895/1982, Mezzo secolo di pittura nel Veneto, L’Ottocento a Venezia, Le belle figurine.
Molte le mostre da lui curate per enti pubblici: Semeghini, De Pisis, Tomea, Carena, Music, La scuola di Burano, Pittura veneziana dell’Ottocento, ed altre ancora.


[exibart]

19 Commenti

  1. Beata ignoranza…
    Quando poi si accompagna con la presunzione di chi vuole a tutti costi parlare di cose che non conosce, la miscela diventa esplosiva.
    Quasi quasi il buon Rizzi mi fa pena…
    A pensarci bene più schifo che pena.

  2. che exibart.com sia filo-cattelan è risaputo. schiettamente penso che non valga neanche la pena di chiedersi se questo articolo possa essere ascritto coscientemente alla “categoria” del giornalismo. opinionismo più o meno, un pò com’è di questi tempi per quasi tutto lo sgangherato mondo dell’informazione. da dove vi viene la certezza che “l’ignoranza” del professorone che dileggiate sia inconsapevole? se così non fosse la cantonata colossale l’avete presa voi

  3. Author – Friedrich Nietzsche

    Italiano- la punizione ha la funzione di rendere migliore colui che punisce
    German – Die Strafe hat den Zweck, den zu bessern, welcher straft
    Albanian – ndëshkimi ka për synim të përmirësojë ndëshkuesin
    Aragones – o castigo tien como finalidá fer millor a qui castiga
    Asturian – la fin del castigu ye meyorar a quien castiga
    Basque – zigortzeak zigorra ezartzen duena hobe bihurtzeko helburua du
    Brazilian Portuguese – a punição tem por função melhorar aquele que castiga
    Breton – pal ar c’hastizañ zo gwellaat ar c’hastizer
    Calabrese – la punizzioni teni la funziuni di renni ‘cchiù megliu ‘cchiru ca punisci
    Croatian – svrha kazne jest pobolj?ati ka?njavatelja
    Danish – straffens funktion er at forbedre strafferen
    Dutch – de straf heeft tot doel, degene die straft te verbeteren
    English – the function of punishment is to improve the punisher
    Esperanto – puno celas plibonigi la punanton
    Estonian – karistuse funktsiooniks on karistaja täiustamine
    Finnish – rangaistuksen tehtävä on tehdä paremmaksi se joka rankaisee
    Flemish – de straf heeft tot doel, degene die straft te verbeteren
    French – le châtiment a pour but de rendre meilleur celui qui châtie
    Furlan – la cjastîg à la funzion di rindi miôr chel cal cjastie
    Galician – a finalidade do castigo é mellorar a quen castiga
    Griko Salentino – o castìgo ‘ndiàzzete na cami càddio cino pu castighèi
    Hungarian – a büntetés funkciója nem más, mint a büntetést végzõ személy jobbá tétele
    Latin – poena ad emendandum punitorem prodest
    Leonese – el castigu tien comu finxu ameyorar a quien castiga
    Limburgian – ‘n straf dient tot verbaetering van wae ze gif
    Mudnés – al castìgh al fà dvintèr piò bòun al castigadòr
    Neapolitan – ‘o castico serve a ffà cchiù bbuono ‘o casticatore
    Papiamentu – e funshon di kastigu ta drecha pa esun ku ta kastigá
    Polish – celem kary jest uczynienie lepszym karzacego
    Portuguese – o castigo tem como finalidade melhorar quem castiga
    Roman – la punizzione cià lo scopo de mijora´ quello che punisce
    Sicilian – a punizioni avi a funzioni di renniri meghiu chiddu ca punisci
    Spanish – el castigo tiene como finalidad hacer mejor a quien castiga
    Swedish – straffets funktion är att främja bestraffaren
    Zeneize – o gastigo o l’à a fonsion de meggioâ chi gastiga

  4. …a dire il vero io mi preoccuperei di più se “Il Gazzettino” e tutta l’informazione nazional-popolare comiciasse ad apprezzare il contemporaneo: finché c’è scandalo forse qualcosa si muove ancora sotto la cenere.
    Mi sembra un po’ facile e scontato prendersela con i poveri vecchi codini della critica, innocui seminatori di luoghi comuni che così scarso potere hanno sulle cose dell’arte.
    Per quanto riguarda il caso Cattelan, invece, mi pare condivisibile quel che ha detto Philippe Daverio: “Chi semina bischerate, ne raccoglie altre”.

  5. E’ un fenomeno sempre più diffuso parlare di qualcosa che si conosce appena o, come nel caso del critico in questione, per niente…Cattelan è Cattelan e, apprezzarlo o meno è soggettivo, ma non conoscerlo….
    Rizzi!

  6. Certo che dare un informazione non corretta delle cose puo’ essere un enorme errore.
    Ho conosciuto Paolo Rizzi perchè abitando vicino a Venezia,ho voluto avere una sua recensione,essendo pittrice da anni.Ho letto tanto di pui e non commento la mia stima nei suoi confrontie le mie motivazioni .Pero’ vi posso garantire che cio’ che avete scritto è molto molto cattivo.Ovvio che voi non potete conoscere i retroscena e qui non voglio colpevolizzare voi o difendere lui.Io ,per avere una sua critica ho dovuto andare a trovrlo a casa sua ,al lido.Nell’incontrarlo sono rimasta colpita dalla sua umilta’ e dalle sue “condizioni”.
    Rizzi è uno dei purtroppo tanti ammalati di tumore,che ha subito negli ultimi tempi il bombardamento della chemioterapia invasiva.Molto sofferente mi ha accolto in casa ,pur se in pigiama e con poca voglia,perchè la sua scelta di seguire la mia vita artistica è stato uno di quegli appigli che per lui significano “non sentirsi finito”
    E indiscutibile che se lui è ormai lontano e disinformato nel mondo dell’arte ,sarebbe giusto che non prendesse mano alla pena ,ma è anche vero che dietro a cio’ ,si nasconde uno di quei drammi umani che spesso sono i responsabili di tante cose.
    Qunado gli portai il mio materiale da visonare ,suo figlio mi prese in parte e mi disse “grazie per aver dato motivo a mio parde di non lasciarsi andare”
    Forse il gazzettino ha visto un po’ piu’ in la’,e ci ha rimesso la faccia all’insegna della solidarieta’.O forse ha fatto un grande errore.Grazie Pizzuto Albachiara

  7. Caro Sigolo, in effetti il signor Rizzi sarebbe da defenestrare. Da molti anni fà disastri.
    Ma è proprio segno di professionalità
    ricordarsi a menadito tutti i particolari delle straordinarie opere di Cattelan?
    Molte di queste opere potrebbero essere state realizzate così come erroneamente
    le ha ricordate Rizzi e direi senza perderci granché: ad esempio , il fachiro sepolto poteva in effetti essere più interessante da solo su una spiaggia piuttosto che alla Biennale con la solita folla ridente in visita alle giostre.
    Complimenti caro Sigolo per la professionalità, mi raccomando segnati
    una ad una tutte le cazzate di Cattellan, e riferisci da bravo scriba, se hai voglia e tempo per farlo e se pensi che l’argomento richieda puntualità e precisione;ma per favore medita sul ridicolo di frasi come: “all’artista che, di riffa o di raffa, ha segnato in modo decisivo l’arte a cavallo dei due secoli”.

  8. bravo Alfredo! la tua scrittura acuta e ironica è sempre meravigliosa. Cattelan, piaccia o non piaccia, è uno degli artisti italiani più conosciuti – al mondo !! – il Gazzettino si dimostra non solo banalmente provincialotto, ma fa una figura, si direbbe in Veneto, ‘da mona’, affidando simili incarichi a chi non li sa gestire. Avere un tale spazio su un quotidiano significa avere il DOVERE di essere informati. Se il signor Rizzi è malato o, si vede bene dal curriculum, al massimo si occupa di Carena e di artisti locali, ciò non conta ai fini professionali: le sue sono critiche altrettanto gratuite e livide contro Cattelan. Si può apprezzare o meno l’artista ma è vergognoso sbagliare persino le descrizioni! Il parametro primo di uno che si definisce storico dell’arte è proprio conoscere l’artista! (o descriveremmo una Marina di Guidi ‘striscia di acquerello color blu con chiesetta gialla sulla sinistra??).

  9. …tuttovero caro Andrea Singolo quello che dici…ma putroppo la foga con cui ti scagli a difesa di Cattelan mi lascia perplesso, non diventerai anche tu come Rizzi fra un pò di anni!. Tolleranza please!

  10. beh, certo, la vostra difesa va oltre la specifica polemica che il gazzettino ignorantemente fa a titolo quasi gratuito…insomma tutti gli utenti di exbart si rcordano per quanto tempo hanno visto in testa al vostro sito la pubblicità su “cosa fa Cattelan a Trento”…

    Cattelan è un vostro coccolino perchè in qualche modo vi ha preso alla grande in considerazione e voi ricambiate per così dire il favore…

    Nessuno può negare che la sua ultima trovata di Milano è stato il colpo mediatico più grosso che Lui abbia mai fatto in vita sua, in confronto del quale la laurea honoris causa di Trento, i vari asini volanti e le marmoette suicide sono da considerarsi sconosciute alla massa, al grande pubblico, a quello che alla fine fa il mercato dell’arte in Italia…tanto per intenderci quelli che comprano i quadri ad elefantino Tv telemarket, che hanno la villetta con il giardinetto tirato a lustro e che comprano i violini squartati di Arman certi di fare un bel inevstimento.

    se parliamo poi di valore dell’arte in senso assoluto oggi ah sono dubbioso mooolto dubbioso, Cattelan tutto concettuale non so se sia un genio, potrebbe esserlo ma non lo dimostra certo appendendo tre pupazzi a Milano, …staremo a vedere…

    il fatto che ora sia più noto di prima non significa certo che sia migliore di prima eh

  11. Ma dico, che c’entra???
    Qui non si discute il parere personale che ognuno ha su Cattelan, non si discute il critico nella sua persona, il punto è: Rizzi è un critico, che si presenta come uno dei maggiori conoscitori di arte contemporanea e invece le informazioni che da e dalle quali trae delle critiche sono assolutamente fallimentari e non degne di alcun accredito.
    Io non discuto su Rizzi persona, è vero che leggendo l’articolo ho riso e mi son sdegnata ( ho pensato anche: basta con questa medietas, non si può voler essere esperti di tutto, ad ognuno il proprio mestiere!); poi ho letto il commento sulla vicenda personale-Rizzi e sono sinceramente dispiaciuta per lui come persona, ma allora non giustifico asssolutamente il Gazzettino, che come ogni testata dovrebbe sentire il peso della responsabilità di ciò che pubblica e delle aspettative che crea in chi legge…..ma sicuramente in quella redazione posso solo supporre che Rizzi fosse il più informato…

  12. dai commenti e delle recensioni finora lette del caso cattelan,,,se ne sn dette davvero di tutti i colori da albachiara,,,che quasi mi fa scivolare le lacrime,,(ma su!!!) con la storia che ad una persona malata di tumore avrebbero fatto scrivere un’articolone sul caso cattelan,,,pieno zeppo di strafalcioni (davvero inconsapevoli come suggerisce samuel morfeu,,,,?!,,,in effetti c’avevo pensato pure io a questa cosa,,cmq,,,fermo restando che credo anke che nel panorama artistico di gente che dice cazzate immani c’è n’è a camion,,,e per i motivi piu vari,,),,,per pura,,pietà??!!!,,,ma su!!!!! ma siamo seri!!!
    ma nn siam,o mica in chiesa o alle scuole elementari,,,ma x piacere,,,
    fino alla storia che exibart sarebbe filo-cattelan,,ecc ecc,,
    mah,,io noto una semplice cosa,,che quest’artista ankora una volta,,,che piaccia o meno è riuscito a far parlare di se,,,e a destare scalpore,,a far inorridire,,addirittura,,,all’inizio del nuovo millennio x tre manichini appesi in un parco di una metropoli,,ennesina provocazione di un concetto o concetto di una provocazione??,,,
    ho notato anke che sn molti coloro che nn apprezzano minimamente cattelan,,,ma questo credo debba essere ascritto al fatto che molti ,,,forse guardano all’arte contemporanea come si guarderebbe un raffaello?,,,

  13. leggo ora tutti insieme i commenti a questo pezzo. Al dibattito c’è poco da aggiungere. Ci tenevo solo a dire che ciò che mi ha indotto a scrivere questo pezzo non è tanto la vicenda Cattelan (si è già scritto abbondantemente) o il fatto che mi sta antipatico Rizzi (che non è vero, mi spiace sentirlo malato ma è un’altra quaestio), o perché Sotheby’s ha fatto i due milioni, o perché, infine, sono un cattelaniano ad oltranza (neppure questo è vero). L’unico motivo vero è segnalare l’improvvisazione con cui troppo spesso si fa informazione sull’arte contemporanea, con i danni che ne derivano.

  14. Sigolo è il Superman e l’Uomo Ragno dell’arte contemporanea. Lo decreta questo articolo. Non ci resta che star zitti e attendere che il suo ego (frustrato?)si getti all’attacco di qualche altra persona, magari malata, perchè è più politicamente scorretto.

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