30 novembre 2001

exibinterviste: le gallerie specializzate in fotografia Dryphoto Arte Contemporanea

 
Sappiamo tutti che il mercato della fotografia in Italia, e la sua promozione, è una realtà relativamente nuova e, salvo in rari casi, poco nota sia per quanto riguarda gli autori che per gli operatori del settore...

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Uno dei miei obiettivi, da quando ho assunto l’incarico di gestire questo settore, è sempre stato quello di mettere in risalto l’importanza della fotografia intesa non solo come media o strumento di lavoro ma proprio per la valenza artistica che merita.
Nasce da queste considerazioni l’esigenza di dare una voce agli operatori del settore, sopra tutto per approfondire insieme cosa sia la fotografia in Italia oggi.
Sono state invitate a partecipare la maggior parte delle gallerie, a noi note, che hanno destinato buona parte della programmazione, anche con fini commerciali, alla fotografia, e se qualcuno non fosse stato contattato potrà sempre scrivermi (m.chelucci@exibart.com).

Iniziamo questa serie d’interviste con Vittoria Ciolini, Direttore di Dryphoto Arte Contemporanea, una delle prime gallerie italiane a credere nella fotografia.

Dryphoto Arte Contemporanea, AbatiUna breve presentazione del vostro spazio
La galleria Dryphoto Arte Contemporanea è sita in via Pugliesi 23, centralissima strada nel centro storico di Prato. La programmazione delle mostre segue una cadenza bimestrale. Alterniamo la presentazione dei lavori fotografici di artisti già affermati all’opera di quelli emergenti e promettenti. Contemporaneamente, ci dedichiamo anche all’organizzazione di eventi culturali che coinvolgono gli spazi cittadini, partecipiamo a fiere d’arte e organizziamo il Premio Europeo Donne Fotografe di cui ora è disponibile sul sito www.dryphoto.it il bando di concorso dell’edizione 2001/2002.

Quando avete iniziato ad interessarvi di fotografia?
Quest’anno festeggiamo il ventesimo anno di attività della galleria, che fu inaugurata proprio negli spazi di via Pugliesi nel 1981. Ci occupiamo di fotografia dal 1977 e in occasione dell’apertura della galleria nel 1981 dedicammo la prima mostra all’opera di Luigi Ghirri, il caposcuola della fotografia italiana di paesaggio.


Commercializzare la fotografia in Italia è ancora un lavoro da pionieri, come vi siete organizzati per andare incontro ad un mercato così giovane?
Abbiamo iniziato ad interessarci di fotografia per passione, in un momento in cui la fotografia era considerata una pratica amatoriale piuttosto che un’espressione autonoma e legittima dell’arte contemporanea. Non abbiamo mai seguito i dettami della moda, bensì una linea concettuale ed operativa che rispondesse al nostro modo di pensare e intendere l’arte di fare fotografia. Fortunatamente, il pubblico ha compreso e condiviso le nostre scelte, sostenendoci sin dagli inizi. Del resto, proprio questo supporto ci ha permesso di dedicarci da così lungo tempo ad un settore che solo negli ultimi anni viene apprezzato dal grande pubblico e dalla critica.

Avete preferenze o specificità sul tipo di materiale che trattate (b/n, colore, vintage, stampe ai sali d’argento, digitale, etc.)?
Più che guardare al tipo di tecnica o materiale utilizzato, la nostra attenzione è rivolta all’attitudine dimostrata dai singoli artisti nell’approccio del mezzo fotografico. Prediligiamo certamente la fotografia che indaga il paesaggio e la realtà contemporanea, ma non quella a scopo documentaristico o di reportage.

Chi l’acquirente tipo?
Non esiste, a mio avviso, una figura “tipo” di acquirente: il nostro lavoro è seguito da collezionisti d’arte contemporanea o soltanto di fotografia, appassionati che hanno sperimentato in prima persona il mezzo e che per questo comprano volentieri le fotografie di coloro che rispecchiano il loro modo di concepire questo linguaggio artistico. Ci sono anche compratori occasionali che entrano in galleria per vedere una mostra e, colpiti dalle immagini, decidono di acquistarne una.

Quali sono gli artisti che rappresentate?
Rappresentiamo artisti italiani già affermati come Andrea Abati, Paolo Bernabini, Carmelo Nicosia, Cristina Omenetto; giovani artisti come Andreoni_Fortugno, Francesco Jodice, Brunella Longo e Tancredi Mangano; fotografi stranieri come lo svizzero Istvan Balogh, Thomas Ruff, Francesca Woodman, Hans van der Meer. Un “capitolo” a parte è riservato alla fotografia giapponese che prediligiamo in modo particolare e che proponiamo attraverso l’opera di Toshio Shibata, Sakiko Nomura, Kazuko Wakayama e Hiroto Fujimoto.

Cosa propone il vostro spazio a chi decidesse d’investire meno di due milioni per avvicinarsi alla fotografia?
Le quotazioni inferiori a due milioni sono quelle di Sakiko Nomura, giovane assistente di Araki, Kazuko Wakayama e Hiroto Fujimorto, alcune opere di Paolo Bernabini, Brunella Longo, Carmelo Nicosia, Andreoni_Fortugno. Sono cresciute in modo esponenziale negli ultimi mesi le fotografie di Andrea Abati, Francesco Jodice, Paolo Bernabini, Francesca Woodman e Thomas Ruff.

Sono tanti i giovani autori che cercano spazi per entrare nel mercato, quale strada seguire?
Consiglio innanzitutto di impegnarsi a trovare una propria modalità espressiva. Credo che questa sia una componente indispensabile per poter emergere ed affermarsi grazie una propria specificità. E’ importante avere qualcosa di valido da comunicare per poter poi parlare di mercato e di successo.

Sappiamo tutti che organizzare una esposizione non è facile, accordi, disaccordi, imprevisti dell’ultimo minuto, qualche aneddoto?
Dopo un anno di trattative per una mostra di una coppia d’artisti, al momento della effettiva realizzazione, i due si sono separati….

La vostra ultima mostra di fotografia?
Si è aperta lo scorso 13 ottobre la prima mostra personale di Andreoni_Fortugno, che da sei anni girano l’Italia col banco ottico indagando la realtà delle periferie di città. La mostra sarà aperta fino al 28 novembre, dal martedì al sabato, dalle ore 16 alle 20.
Dryphoto Arte Contemporanea, Dryshi
La vostra prossima mostra fotografia?
Stiamo preparando la prima mostra in Italia di un artista che ha appena concluso il suo soggiorno di un anno presso il PS1 di New York, ma siamo ancora in fase organizzativa.

Quale futuro per la fotografia?
Credo che siamo solo all’inizio del momento fortunato della fotografia, che già è divenuta pratica d’arte prediletta da moltissimi artisti. Non c’è mostra d’arte contemporanea che non contempli almeno un’opera fotografica: è lo stessa contaminazione dei linguaggi e la precipua capacità di riproduzione della realtà che rende necessario il suo utilizzo.

Maurizio Chelucci


Dryphoto Arte Contemporanea,
via Pugliesi 23, Prato
Tel. +39 0574 604 939
Fax: +39 0574 444 508
E-mail: info@dryphoto.it
Sito web : www.dryphoto.it


[exibart]

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