25 febbraio 2019

Anri Sala con “AS YOU GO” al Castello di Rivoli

 

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Da oggi il Castello di Rivoli offre al pubblico due nuovi grandi progetti espositivi: la personale di Anri Sala “AS YOU GO” e la prima mostra dedicata alla vita e alla carriera di Harald Szeemann, “Harald Szeemann: Museum of Obsessions / museo delle ossessioni”.
Con “AS YOU GO”, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, Anri Sala dà vita a una gigantesca installazione ambientale che fonde quattro opere dell’artista in un percorso progettato per gli spazi del Castello, che catapulta il visitatore nel cuore della sua ricerca.
La mostra “Harald Szeemann: Museum of Obsessions / museo delle ossessioni”, a cura di Glenn Phillips e Philipp Kaiser con la collaborazione di Doris Chon e Pietro Rigolo, è, invece, frutto di una collaborazione tra il Getty Research Institute di Los Angeles (che nel 2011 ha acquisito l’archivio di Szeemann) e il CRRI Centro di Ricerca Castello di Rivoli. La mostra, dopo aver debuttato a Los Angeles ed essere stata ospitata alla Kunsthalle di Berna e alla Kunsthalle di Düsseldorf, arriva ora a Rivoli: «Il percorso espositivo – spiega il museo nel comunicato stampa – si sviluppa attraverso una serie di tematiche che intendono offrire ai visitatori uno sguardo all’interno del pensiero, delle visioni e delle ossessioni, delle controversie e delle polemiche che hanno accompagnato la vicenda umana e professionale del curatore svizzero, presentando una preziosa selezione di materiali d’archivio, documentazioni fotografiche e video, e una scelta di opere d’arte che hanno caratterizzato le sue mostre più importanti».
Grazie a un’intervista che Marcella Beccaria ci ha concesso nelle concitate ore precedenti all’opening, abbiamo approfondito la mostra di Anri Sala.
Come è nata la mostra?
«Da diversi anni al Castello di Rivoli si desiderava dedicare un’importante mostra a Anri Sala, e con “AS YOU GO” finalmente siamo riusciti a farlo. Come spesso avviene per le mostre da noi organizzate, abbiamo invitato Sala a visitare gli spazi del Castello, in modo da poter immaginare e progettare una mostra che nascesse in dialogo con le peculiarità di questo luogo. Anri Sala ha risposto positivamente al nostro invito e ha pensato di riconfigurare i propri lavori pensando una mostra che in realtà è una sorta di “meta-opera”, una grande opera sulle sue opere: l’esperienza dei visitatori sarà quella di assistere a una sorta di parata di tre opere filmiche – “Ravel Ravel”, “Take Over” e “If and Only If”, ciascuna incentrata su un brano musicale – e percepirà un continuum che si snoda attraverso le sale. Sarà, quindi, un’interessante esperienza che concernerà il modo in cui le immagini si trovano a occupare lo stesso spazio dei visitatori, non trattandosi di un film che ci porta altrove, ma del contrario, ovvero dell’idea di un film che abita il luogo dove noi siamo, nel momento nel quale siamo».
In mostra l’elemento sonoro e quello musicale assumono una grande rilevanza e portano con sé la scoperta di tutto l’universo della ricerca di Sala…
«Il motivo per il quale Anri Sala utilizza spesso la musica deriva dalla sua attenzione all’idea del momento presente, al fatto che la musica, in qualche modo, renda necessaria la presenza di una determinata nota all’interno di un determinato spazio in un preciso momento. Nel lavoro di Sala è fondamentale, infatti, anche la relazione con lo spazio, perché a seconda di dove la musica è eseguita, registrata o ritrasmessa, cambia la percezione e la nostra capacità di leggere al suo interno precisi significati. Alla base del lavoro dell’artista c’è propriamente questa attenzione all’idea di assenza, di intervallo: nella musica non ci sono parole, è un tipo di comunicazione non linguistica, non verbale, che chiaramente viaggia su altri canali, e questo per l’artista è un ambito di ricerca centrale. L’intero lavoro di Anri Sala, in qualche modo, è figlio della generazione che, dall’Est Europa, ha sperimentato in modo più diretto le conseguenze della caduta del Muro di Berlino, quindi la frammentazione e l’assenza di una grande narrativa, di una grande ricostruzione storica. Il lavoro di Sala, anche se può apparire astratto, ha sempre dei profondi contenuti storici e pone sempre una grande attenzione ai possibili livelli di interpretazione che dai frammenti della storia possono scaturire».
Come è strutturato il percorso espositivo?
«La mostra di Anri Sala si intitola “AS YOU GO”, titolo che l’artista ha desiderato essere presente in quanto già, in qualche modo, contiene un elemento fondamentale rispetto al concetto del progetto espositivo: la mostra consiste nella presentazione di un gruppo di quattro opere di Anri Sala, una scultura e tre proiezioni video che l’artista ha immaginato per gli spazi del Castello di Rivoli. I visitatori sono accolti da “Bridges in the Doldrums”, una scultura sonora realizzata da Anri Sala utilizzando i “bridges”, cioè i ponti che in musica, sia jazz sia leggera, talvolta precedono il ritornello. È questo il momento in cui si mantiene “in sospeso” l’ascoltatore prima di “riconsegnargli” la parte che conosce. I “bridges” sono stati predisposti da Anri Sala in modo da creare una risonanza che coinvolge chi entra nello spazio espositivo, per proseguire e incontrare un altro tipo di installazione, quella creata dalle tre proiezioni, che diventa una sorta di studio dell’immagine filmica e dell’immagine proiettata. L’artista, infatti, ha ricomposto tre dei suoi film incentrati su brani di musica classica, girati in interni e che presentano alcune caratteristiche formali e di scrittura che li accomunano. Questi film sono stati riconfigurati per gli spazi del Castello in modo che gli spettatori incontrino un’esperienza percettiva totalmente inedita: l’allestimento fa sì che questi film “scorrano” gradualmente nello spazio, come se lo percorressero, e quindi noi come visitatori abbiamo la possibilità di rimanere fermi e vedere queste immagini che fisicamente scorrono di fronte a noi, oppure muoverci secondo quello che è il ritmo che l’artista ha dato alle proprie immagini o, se si preferisce, anticiparle e muoversi secondo una velocità differente».
 Quali elementi accomunano i tre film?
«Sono film che concernono tutti e tre delle relazioni precise, che guardano a storie, specifiche, di tipo storico, come spesso accade nel lavoro di Anri Sala. Per fare un esempio concreto posso dire che il primo dei film, “Ravel Ravel”, è ispirato al “Concerto per pianoforte per la mano sinistra” che Maurice Ravel ha composto tra il 1929 e il 1930 per il pianista austriaco Paul Wittgenstein, fratello del famoso filosofo, che aveva perso il braccio destro nella Prima guerra mondiale. Il film allude a questa storia mettendo in scena la performance che ne consegue e originariamente si compone di due proiezioni, perché Anri Sala ha chiesto a due diversi pianisti di eseguire ciascuno il “Concerto per pianoforte per la mano sinistra” ed è, quindi, un lavoro che nasce già con una propria complessità. Nella riconfigurazione per i nostri spazi, a tratti sono presenti entrambe le proiezioni, a tratti soltanto una delle due, ma accade che i sonori delle due esecuzioni riempiano contemporaneamente lo spazio producendo dei momenti di sincronia, degli echi e altri momenti in cui questa sintonia si frantuma». (Silvia Conta)
Anri Sala
“AS YOU GO”
a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria
Dal 26 febbraio al 23 giugno 2019
“Harald Szeemann: Museum of Obsessions / museo delle ossessioni”
a cura di Glenn Phillips e Philipp Kaiser con la collaborazione di Doris Chon e Pietro Rigolo
Dal 26 febbraio al 26 maggio 2019
Castello di Rivoli
Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO)
Opening: 25 febbraio 2019
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 10.00 alle 17.00, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00 (lunedì chiuso) 
www.castellodirivoli.org, info@castellodirivoli.org 

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