17 novembre 2000

No Protest – No Profit La protesta produce profitto…e arte

 
Ricordate i casi di censura sulla Rete Civica Romana? La protesta contro l'iniziativa del Comune ai danni di The Thing e AvanaNet si è trasformata in un progetto di net.art, o meglio, nella "Prima competizione internazionale di Net.protest"…

di

L’iniziativa è stata lanciata da The Thing Roma e 0100101110101101.ORG il 20 ottobre. Nel ‘bando di concorso’ si esortavano i partecipanti ad inviare e-mail di protesta all’indirizzo di tre responsabili della Rete Civica. I messaggi (che potevano contenere in allegato immagini, animazioni, filmati e suoni) sarebbero poi stati visionati da una giuria internazionale composta da esponenti di spicco del mondo net.artistico come Natalie Bookchin , Steve Dietz, Ricardo Dominguez e Matthew Fuller. La valutazione è avvenuta secondo una serie di criteri precisi come: “coerenza con le ragioni della protesta anti-censura”, “livello di intensità emotiva”, “capacita’ di sublimare l’intensità emotiva in una forma di scrittura”.
Le e-mail inviate entro il 30 ottobre sono poi state valutate anche economicamente in base al loro contenuto e al tipo di attitudine alla protesta (messaggi argomentativi: 0.50 dollari, scandalizzati: 1 dollaro, aggressivi: 2 dollari, ironici/sarcastici: 3 dollari e così via). La stima complessiva servirà a stabilire il prezzo ufficiale dell’opera di net.art collaborativa intitolata “”NO PROTEST NO PROFIT”.
Sulla base di questa stima, The Thing Roma si è impegnata a fare un’offerta economica al Comune
di Roma per acquistare il contenuto delle Mailbox di Mariella Gramaglia, Mauro
Biddau e Claudia De Paolis per il periodo incluso tra il 2 e il 30 Ottobre. La fase successiva del progetto prevede l’acquisto del diritto sull’opera da parte di un’importante istituzione culturale e il denaro ricavato dall’esposizione della stessa sarà reinvestito nelle prossime iniziative di protesta.
Doll
I 55 progetti pervenuti sono al momento all’esame della Giuria Internzionale, ma un e-mail di The Thing del 5 novembre annuncia che la protesta comincia a dare i suoi frutti economici. L’operazione ha infatti suscitato l’interesse di due Festival di media art internazionali: il Viper di Basilea e Observatori, che si è svolto nei giorni scorsi a Valencia. Quest’ultimo si è dichiarato disponibile ad acquistare ed esporre “NO PROTEST NO PROFIT” sul suo sito (http://www.observatori.com) dopo aver formulato ufficialmente la sua offerta al Comune di Roma per l’acquisto delle Mailbox originali.
Nel frattempo tutti i messaggi sono visibili sul sito di 0100101110101101.ORG e vi garantisco che c’è n’è davvero per tutti gusti: lettere seriose ed ufficiali, testi ironici e provocatori, pagine web e animazioni caotiche e coloratissime. La protesta non solo produce profitto, ma anche energia creativa. Chissà, magari il net.protest diventerà un modello alternativo di new economy…

Links:

<a href=HTTP://WWW.0100101110101101.ORG/PROTEST=PROFIT target=HTTP://WWW.0100101110101101.ORG/PROTEST=PROFIT
>HTTP://WWW.0100101110101101.ORG/PROTEST=PROFIT
http://www.ecn.org/thingnet

Articoli Correlati:

The Thing e AvanaNet censurati dal Comune di Roma
0100101110101101.ORG: Non arte ma artivismo
0100101110101101.ORG a “digital_is_not_analog”


Valentina Tanni



[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui