11 novembre 2003

fino al 12.I.2004 Anish Kapoor Napoli, Museo Archeologico

 
Dopo aver fatto parlare di se tutta la città per la gigantesca installazione Taratantara in Piazza del Plebiscito nel 2000, Anish Kapoor mostra il presente e il futuro del proprio lavoro. In una retrospettiva al Museo Archeologico. Che ha riservato una sanguinosa sorpresa a qualche visitatore…

di

La retrospettiva di Kapoor regala al pubblico italiano un inedito ed insolito lavoro rispetto a quello con cui l’artista angloindiano si è fatto conoscere sin’ora.
A differenza della precedente personale di Koons, l’esigenza museale d’una mostra retrospettiva si interseca col desiderio di Anish Kapoor (Bombay, 1954. Vive a Londra) di utilizzare le monumentali sale del Museo per una mostra a tema, in parte dedicata alla città. Il percorso della mostra, infatti, inizia (nella prima sala) “storicamente” da due opere classiche — due cavità/sculture-in-negativo, una all’interno di una parete e l’altra all’interno d’un blocco di marmo — ma “tematicamente” da un cubo traslucido, che ha il significativo titolo di Blood.
Il sangue è, infatti, il costante riferimento di questa mostra: come principio di vita, come colore della fisicità, come metafora dell’umano. Kapoor ha sistemato i suoi lavori in Anish Kapoor - foto di Peppe Avallone maniera tale che, nella successione delle quattro sale e nel cortile, sia costruita una metafora del movimento sanguigno. Se esso è principio di movimento produce suono, se si ferma produce forma. Sarà un caso la scelta di questo tema per una città le cui sorti, secondo la credenza popolare, dipendono dallo scioglimento del sangue del Santo patrono?
La seconda sala presenta una gigantesca vasca (appositamente realizzata per la mostra, occupa quasi tutto lo spazio, da una parete all’altra) che contiene un liquido scuro. Una goccia zampilla di continuo da un piccolo foro sulla parete destra creando una scia di liquido rosso che ricade sul bordo della vasca e al suo interno. La ritmicità e la continuità del gocciolìo contrasta in maniera inaspettata con l’immobilita della superficie del liquido: le gocce cadono ma niente scìe, niente onde.
Dalla parete di sinistra fuoriesce un misterioso tubo bianco che, curvandosi, si rivolge verso la porta. La sua funzione si chiarisce nella sala successiva, la più grande, dove il tubo si trasforma in una cavità sulla parete destra, dalla quale è possibile sporgersi e osservare la proiezione ottica della vasca.
Anish KapoorIn questa stessa sala è presentata una serie di sculture concavo/convesse, alcune di metallo, altre di marmo rosa (color pelle). La loro particolare forma, sottilissimo ed evidente il richiamo al sesso femminile, rende impossibile definire quale sia la parte esterna e quella interna, definire il lato principale. La cosa ha provocato imbarazzi anche nell’artista al momento della collocazione delle opere.
Nell’ultima sala e nel cortile il flusso sanguigno si regolarizza trasformandosi in sculture circolari concave. Tre grandi dischi di metallo divengono dei collettori sonori multispecchianti; nel cortile, un liquido rosso scuro, forzato dalla struttura a pozzo in cui è contenuto, costruisce un menisco regolarmente semisferico.
Che la mostra piaccia oppure no, non le si può negare di aver suscitato ciò che Kapoor si aspettava — e che aveva preannunciato in conferenza stampa —: alcuni bambini si sono immersi nella grande vasca e molte persone hanno infilato il braccio nel liquido del pozzo. Tutti sono rimasti inesorabilmente macchiati di rosso, per più d’una settimana.

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marco izzolino


Napoli
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Piazza Museo, 19
orario: tutti i giorni 9.00 – 19.30; chiuso il martedì
biglietti: la visita alla mostra è compresa nel biglietto per il Museo Archeologico di Napoli. Intero: 6.50€Ridotto: 3.25 € per i cittadini dell’Unione Europea con età compresa tra i 18 e i 25 anni; Gratuito per i cittadini dell’Unione Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni.
catalogo: realizzato dalla Regione Campania – Edito da Electa Napoli
+39 848800288


[exibart]

1 commento

  1. articolo discreto, con una pecca, è scritto da chi lavora per una galleria privata: Mimmo Scognamiglio. Per verificare basta dare uno sguardo alla scheda della galleria napoletana pubblicata nel catalogo di Artissima.

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