23 marzo 2004

fino al 7.VII.2004 L’Età di Rubens – Dimore, committenti e collezioni genovesi Genova, Palazzi Ducale, Spinola e Rosso

 
Genova e Rubens. Un connubio simbolico della realtà artistica e politica tra ‘500 e ‘600 in un’antologica ricca di restauri. Per celebrare, nell’ambito dei ‘festeggiamenti’ per Genova 2004 – capitale europea della cultura, il Siglo de Oro della Superba…

di

Genova capitale della cultura per il 2004 si dimostra all’altezza delle aspettative con l’omaggio a Rubens, ai suoi contemporanei e, soprattutto, ai committenti.
Ideata e curata da Piero Boccardo con la collaborazione di Clario Di Fabio, Anna Orlando e Farida Simonetti, la mostra è suddivisa in dodici sezioni da considerarsi come altrettante tappe della presenza del pittore fiammingo nel capoluogo ligure. Vi arrivò nel 1604 e rimase per tutto il primo quarto del secolo vivendo il periodo di massimo splendore del patriziato genovese in cui banchieri, finanzieri e mercanti avevano grandi risorse da investire per il collezionismo artistico.RUBENS - Il Compianto id Venere du Adone - Collezione Privata
In virtù del regime repubblicano non si affermò un gusto ufficiale bensì una singolare varietà di scelte; la città accolse in sé gli artisti chiamati a lavorare da e per i genovesi mettendo a loro disposizione grandi disponibilità finanziarie, si pensi a Van Dyck, Vuet e Gentileschi.
Per l’occasione sono state scelte dieci quadrerie esemplari, in modo che il visitatore possa rendersi conto dei mirabili risultati di queste committenze, trovandosi al cospetto di decine di tele che hanno trovato spazio nella sede espositiva maggiore di Palazzo Ducale e nelle più decentrate sale di Palazzo Spinola e Palazzo Rosso; grazie a prestiti del Louvre, della National Gallery di Londra e del Getty Museum di Los Angeles, tra gli altri.
Nella prima sezione introduttiva trovano spazio documenti esplicativi delle grande libertà artistica del tempo, ritratti ed un bozzetto inedito della Chiesa Nuova di Roma. L’esibizione entra nel vivo con la seconda sala, dedicata alla collezione Balbi di inequivocabile taglio fiammingo –con l’Allegoria della Fede ad opera di Jan Verbeeck a fare da anello di congiunzione tra la Liguria ed Anversa– passando alla terza concepita per ospitare le opere dei Doria nella quale è esposto, per la prima volta, il frammento de La strage degli innocenti di G. B. Paggi accompagnato da oggetti e curiosità dalla Wunderkammer.
JAN VERBEECK - Allegoria della Fede - Collezione PrivataAttraversando le sale degli arazzi e delle collezioni minori, nella settima sezione spicca la tela di grandi dimensioni di Rubens raffigurante la Morte di Adone di fronte al la quale occorre soffermarsi per ammirare il meticoloso restauro ad opera di Franca Carboni. Ultimi settori da visitare nelle sedi distaccate in cui si segnalano La Cena del Veronese nella collezione Spinola ed i tre ritratti dei Brignole-Sale di Anton Van Dyck. La mostra ha, inoltre, numerosi e curiosi percorsi didattici che si protrarranno fino all’estate.

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emanuela borgatta
mostra visitata il 20 marzo 2004


L’Età di Rubens – Dimore, committenti e collezioni genovesi
Genova, Palazzo Ducale, Palazzo Spinola, Palazzo Rosso
orario di visita:
Palazzo Ducale: tutti i giorni, lunedì chiuso, dalle 9 alle 21
Palazzo Spinola: 8.30 – 19.30 dal martedì al venerdì, domenica e festivi 13-20, lunedì chiuso
Palazzo Rosso: 9 – 19 dal martedì al venerdì, 10-19 sabato e domenica, lunedì chiuso
ingresso: intero € 9,00; ridotto € 8,00
Catalogo Skira 40 Euro in mostra
tel. 010 562390
www.palazzoducale.genova.it
a cura di Piero Boccardo


[exibart]

1 commento

  1. Malgrado la accurata ricerca filologica, la mostra risulta di parziale fruibilità nelle sale del Palazzo Ducale sia per la ricreazione dell’esposizione a piena parete dei quadri (sarebbe stata sufficiente una sala come indicazione del gusto del collezionismo dell’epoca), sia per l’uso del “sontuoso” rosso come sfondo in quasi tutte le sale, sia per le didascalie difficilmente leggibili per l’uso di colore su colore. Peccato perché il lavoro è sicuramente stato notevole, tuttavia – a mio avviso – la godibilità deve esserlo altrettanto

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