04 giugno 2008

fino al 4.XI.2008 Osvaldo Licini Ascoli Piceno, Galleria d’Arte Contemporanea

 
Motivi che fondono l’arte figurativa in una dimensione irreale e fantastica. Un vero e proprio colpo di mano sulla realtà. Restituita con un effetto quasi ipnotico di visionarietà lirica...

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Come definire altrimenti che visionaria la dimensione poetica in cui si muove la pittura di Osvaldo Licini (Monte Vidon Corrado, Ascoli Piceno, 1894-1958), genio dell’astrattismo e protagonista indiscusso dell’arte italiana della prima metà del Novecento? L’evento che rende omaggio alla sua prestigiosa carriera, nel cinquantesimo anniversario della morte, si articola in due manifestazioni.
Un’antologica che raccoglie un totale di circa cento opere, tra cui molte inedite provenienti da collezioni private, suddivise in base alle fasi di produzione, è stata al Polo Culturale di Sant’Agostino, ricavato da un suggestivo convento rinascimentale. Una mostra documentaria, fotografica e pittorica è ospitata invece tra le mura della sua dimora di Monte Vidon Corrado, un antico borgo medievale dell’ascolano, in cui visse insieme con la moglie e pittrice svedese Nanny Hellstrom dopo aver a lungo peregrinato in diversi ambiti culturali per oltre quarant’anni.
Nella sua casa-museo, oggi spoglia di molte cose, sono conservati gli unici due affreschi realizzati dall’artista ed è ancora possibile rinvenire dipinti, libri, fotografie, documenti che parlano della sua vita affettiva e privata, del suo contributo al lancio delle più importanti manifestazioni d’avanguardia, della sua extraterritorialità rispetto a una pittura sufficiente a se stessa. Ma anche del suo viscerale amore per la cultura francese, in cui fu immerso nel momento di maggior fervore, durante il suo breve soggiorno a Parigi.
Non solo un aspetto episodico della sua biografia, ma un termine cronologico fondamentale che, attraverso la frequentazioni dei maîtres-à-penser parigini e di pittori del calibro di Picasso, Cocteau e Modigliani, aprirà a Licini gli orizzonti della nuova cultura europea. Non è azzardato intuire dunque che il carattere del successivo esilio volontario nel borgo natio obbedisse alla necessità di evasione nello spirituale della natura e nell’io interiore.
Osvaldo Licini - Natura morta - 1921 - olio su tela - cm 53,5×67 - coll. privata, Tolentino
Lì non poteva non ritornare Osvaldo Licini, e li è ritornato. Non per trovarvi un punto d’arresto, un approdo, una tregua, ma per forzare la calibratura della propria visione poetica e, perché no?, oltrepassare la dimensione figurativa nella suggestione cosmica. Un angolo di osservazione, lontano dal grigiore industriale, dove c’è ancora tempo per sognare, dov’è possibile far convergere il sogno nella realtà o la realtà nel sogno, in una fusione di due termini apparentemente inconciliabili, capace tuttavia di condurre l’immagine sugli insoliti sentieri dell’allucinazione.
Sostanza di questo periodo si rivelano la riproduzione di paesaggi abissali, l’evocazione visionaria di Angeli Ribelli, di lontanissime e inebrianti Amalassunte, di evanescenti sagome scarnificate, motivi che fondono l’arte figurativa in una dimensione irreale e fantastica. Disancorato dall’antica idolatria del pittore per il mondo, incompreso e incomprensibile, l’immaginario dell’artista traccia sulle tele traiettorie astratte di enigmatica impalpabilità, non prive tuttavia di una ricca valenza simbolica, che rivelano l’avvenuto incontro anche con l’arte futurista, nell’ambito della progressiva sperimentazione dei vari ambiti creativi.
Osvaldo Licini - Paesaggio n. 2 - 1926 - olio su tela - cm 42×61 - Fondazione Cassa di Risparmio-Museo Palazzo Ricci, Macerata
Le opere della maturità artistica segnano dunque il distacco dal senso immediato della vita, il suo spostamento definitivo dall’emblematizzazione in immagini archetipe del naturalismo cromatico, all’oggettivazione astrattiva e straniata. Sono il frutto di un costante processo di ricerca, che da una forma iniziale di astrattismo geometrico evolve gradualmente in un discorso maggiormente incline a una vena lirica e visionaria. La proiezione simbolica di una natura intesa come cassa di risonanza cede il passo a uno scenario naturale e umano atemporale e metafisico, funzionale allo sviluppo di una più decisiva e drammatica azione di ricerca della verità dell’anima.

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gian paolo grattarola
mostra visitata il 18 aprile 2008


dal 18 aprile al 4 novembre 2008
Osvaldo Licini dalle Marche all’Europa
a cura di Stefano Papetti, Elena Pontiggia ed Enrica Torelli Landini
Galleria d’Arte contemporanea – Polo Culturale di Sant’Agostino
Corso Mazzini, 224 – 63100 Ascoli Piceno
Orario: da martedì a domenica ore 10-19
Ingresso: intero € 8; ridotto € 5
Catalogo Silvana
Info: tel. +39 0736248662; musei.civici@comune.ascolipiceno.it
Osvaldo Licini. La stagione dei paesaggi: i dipinti, i disegni, l’epistolario
Centro Studi Osvaldo Licini
Corso Garibaldi, 3 – 63020 Monte Vidon Corrado (AP)
Orario: da martedì a venerdì ore 15-18.30; sabato e domenica ore 10-12.30 e 15-18.30
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4
Info: tel. +39 0734759348; www.centrostudiosvaldolicini.it

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