27 novembre 2002

vjing Intervista a Gerald van der Kaap prima parte

 
Gerald van der Kaap, padrino di tutti i VJ olandesi, ci ha raccontato in una chat-intervista come è nato in Olanda il sodalizio tra arte e club culture. Ne emerge una sorta di storia del vjing, vista con gli occhi di uno dei suoi fondatori, che pubblichiamo in due puntate...

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Exibart presenta in due ‘puntate’ questa piccola storia del Vjing. Il linguaggio frammentato e discontinuo, le abbreviazioni e i ‘volgarismi’ tipici della comunicazione in chat sono stati conservati nell’editing dell’intervista, ed esprimono bene il flusso dei ricordi non ancora ‘storicizzati’. Consiglio anche i lettori italiani di leggere la versione in Inglese: la spontaneità e concisione dell’Inglese ‘telematico’ perdono un po’ della loro forza nella traduzione italiana.
Gerald van der Kaap
Gerald (Amsterdam):Hallo. ….Hal-lo …Marina …ci sei?
Marina (Haarlem): Sì… ok cominciamo.
Gerald (Amsterdam):Sì…
Vorrei iniziare questa intervista con un complimento: sapevi che ti hanno definito ‘il padrino di tutti i VJ olandesi?
Be’, non è così difficile_ L’Olanda è un piccolo paese e, sì, sono stato il primo è vero ma ‘padrino’…
Sul tuo website c’è una lunga rassegna della tua carriera come VJ. Il primo episodio è del 1984, anno in cui hai organizzato un DJ set nel Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam, accompagnando la musica con delle fotografie. Dai primi anni ’90 ti sei esibitoGerald van der Kaap regolarmente nei club più famosi di Amsterdam, il Roxy, il Supper Club, il Chemistry. Cosa è accaduto nel periodo tra queste due date? In che modo ti sei trovato coinvolto nel mondo dei night club dopo aver studiato fotografia all’Accademia di Breda?
Oh è una lunga storia Quando ho lasciato l’accademia… nel 1980, circa e certo si esce…vivevo a Rotterdam in quel periodo che era un posto pazzesco per quanto riguarda la vita notturna beat corner heavy moltissimi locali notturni aperti e frequentati da gente del Suriname (ex colonia olandese N.D.R.)… all’inizio uscivo solo per ascoltare la musica di questo DJ e quando lui si spostava in un altro club tutti lo seguivamo anch’io stavamo fuori ogni notte fino all’alba… era anche il periodo della cultura punk, del do it yourself e di gruppi come James White & The Blacks… così, quando mi hanno chiesto di partecipare a questa mostra al Boijmans (‘Arte di Rotterdam’, al Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam, 1984, N.d.R.) in quel periodo ero impegnato nella promozione della fotografia come forma d’arte con altre persone pubblicavamo una rivista e io facevo le mie opere fotografiche e mi avevano chiesto di esporre queste foto al Boijmans ma siccome per me tutto il mio lavoro era radicato nel mondo della musica, ho chiesto ad alcuni amici musicisti e a quel DJ (Hans Havenaar) di fare qualcosa per l’inaugurazione…niente video ancora…
Come erano collegate le tue foto con la musica?
Tutti i titoli dei miei lavori erano presi dalla musica dalle canzoni,quindi ero io che sentivo questa connessione forse era un interesse molto privato, non so più tardi ho cominciato a dare feste nel mio studio e c’erano delle band e qualcuno che girava con una telecamera, una Sony e abbiamo cominciato a mostrare queste riprese della festa su vecchi televisori, certo ora è tutto proiettato su grandi schermi, allora non c’erano proiettori…Gerald van der Kaap
…ma queste non erano feste ‘pubbliche’…
Be’ sì, erano pubbliche… perché venivano da 50 a 150 persone… ci filmavamo reciprocamente e mostravamo tutto su vecchie TV.
Così stavi sviluppando il VJ-ing da vecchi televisori…
Be’, non sviluppando… era per divertimento…
E hai iniziato a giocare anche con la TV pirata
Più tardi, quando sono venuto ad Amsterdam, mi hanno chiesto di lavorare ad un progetto con la TV locale, chiamato Rabotnik TV tre ragazzi avevano fondato questo network PKP e trasmettevano cose dopo mezzanotte illegalmente c’erano anche trasmissioni porno in mezzo…era il 1987…se ricordo bene gli ho detto: ok, grazie per avermelo chiesto…accetto… ma poi dovevamo farlo ogni settimana, cioè dovevamo fare un SACCO di riprese…con una telecamera sola, sempre Sony, erano uscite quelle prime handycams…
Ma voi rubavate anche i programmi dei canali ‘normali’…
Sì… anche perché volevamo fare solo quello che ci piaceva..perciò filmavamo qualsiasi cosa.. noi stessi o quello che passava sullo schermo..le mostre avevamo un credo democratico: avremmo trasmesso ‘tutto quello che si può trasmettere’…
Come i VJ oggi lavorano con immagini DIY (do it yourself) e immagini della TV…
Sì, più o meno come il VJing di oggi… lavorare…lavorare…girare…montare..come i pazzi.. era molto politico…all’inizio dimostravamo contro il mondo dell’arte con quell’attitudine da ‘salon’.. era molto anarchico..avevamo anche un tipo che ha fondato un partito.. Mike von Bibikov..che ha fatto diverse azioni che abbiamo filmato e trasmesso_ si poteva votare per lui alle elezioni..mol-to po-li-ti-co..ma nel 1987 era l’era post-punk…
Perché Rabotnik ha chiuso i battenti?
Sono arrivati gli yuppies..soldi..carriere..nell’arte si diceva ‘arte commerciale’..ma noi sentivamo che stava accadendo qualcosa..era il 1988…quando alcuni party sono stati annunciati nel nostro programma.. era l’acid-house… che arrivava in Europa…

continua…

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marina turco

[exibart]

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