13 dicembre 2001

Fino al 30.I.2002 Greta Frau: trance di campagna Mantova, Galleria Carasi

 
E’ senza dubbio uno dei personaggi più misteriosi ed inquietanti dell’arte contemporanea italiana: di Greta Frau sono note una sintetica biografia ed una foto di spalle...

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Nata a Colonia nel 1942 era promettente ricercatrice al N.I.M.R. di Londra. A causa di un incidente automobilistico in Sardegna nel 1989, perde l’uso delle gambe e cade in una profonda crisi spirituale, che la porta ad abbandonare la carriera ed a restare sull’isola dove conduce una vita ritirata.
E’ da questo momento che Greta incomincia ad interessarsi alle arti, alla filosofia ed alla pittura. Nel ’99 fonda una setta col compito di diffondere il suo pensiero e si dichiara predicatrice di bellezza.
Ristabilendo una gerarchia ed una disciplina conosciute ai tempi in cui l’artista frequentava un collegio in svizzera, si circonda di adepti che costituiscono la “classe delle trance”. Greta Frau: trance di campagna
Sono le numerosissime e fedeli trance le interpreti delle azioni e delle opere di Greta, portando con sé sempre un ritratto di loro stesse realizzato dall’artista: un ritratto riconoscibile, perfetto, e tuttavia sempre uguale nella postura, nell’età giovanile, nei capelli composti e negli abiti scuri da educande. Le trance sono gli apostoli di quest’artista che si nega al pubblico ma, nel contempo, è proprio attraverso la sua assenza che afferma una forte presenza solitaria, che non accetta interlocutori o interferenze.
Le trance alle performance cadono in uno stato ipnotico, quindi leggono le prediche scritte dalla Frau (due i testi pubblicati, “Trance di Campagna” nel 1999 e “Prediche” nel 2000), oppure ne trascrivono i messaggi inviati telefonicamente su fogli di carta che poi vengono accartocciati e lanciati alla folla.
Alla galleria Carasi è documentata in un video la performance della trancia G.96, efebo dallo sguardo intenso, dal fisico gracile e femmineo e dalla testa maschile coperta da un velo che, seduto ad un banco di scuola, trascrive i messaggi telefonici di Greta su fogli di carta.
Al piano inferiore della galleria è esposta invece una carrellata di foto in bianco e nero realizzate in occasione di una strana escursione in campagna di Greta, servita e condotta sulla sedia a rotelle dallo stesso G.96. Sono immagini bucoliche e romantiche che in alcune pose ricordano le foto del barone prussiano Wilhelm von Golden che, ammalato di tisi, si ritirò a Taormina fotografando, dal 1878 al 1931, ragazzi efebi agghindati da fauni e divinità greche. Vestito di abiti femminili, l’androgino G.96 si lascia ritrarre tra i fiori e gli alberi, in riposo o intento ad opere di soccorso al faticoso percorso cui si sottopone Greta tra gli scoscesi pendii sardi.
Inedito, rispetto al passato, appare stavolta il ruolo dell’artista, che sembra scendere ad un compromesso con il suo superomismo, accettando di instaurare un rapporto empatico con la Natura, quasi fondendosi con essa, sollecitando la trancia a mostrarsi nelle stazioni di un decadente rito animista.Greta Frau: trance di campagna
Ad alcuni questa strana escursione tra alberi e rocce potrà forse far venire alla mente la misteriosa scomparsa delle collegiali di Peter Weir nella straordinaria pellicola “Picnic a Hanging Rock” (1975). Anche lì una ragazza dalla forte personalità spirituale era divenuta la leader in un gruppo di amiche, conducendole a perdersi per sempre in una sorta di dimensione parallela in cui tempo e spazio si annullano in un’eternità estatica al cospetto della Natura.
In alcune delle foto della mostra compare l’ormai tradizionale ed unica immagine di spalle di Greta, sempre in secondo piano o addirittura sfocata. Greta Frau nasconde il suo volto al mondo e con esso comunica solo indirettamente. Greta Frau vive anch’essa perduta in un mondo parallelo di cui è l’unica regina; le sue trance sono inviate tra di noi come ambasciatrici di bellezza.

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www.carasi.it

Alfredo Sigolo


Greta Frau: trance di campagna
Dal 2.XII.2001 al 30.I.2002.
Mantova, Galleria Massimo Carasi, via S. Longino 1/b.
Ingresso libero.
Orari: dalle 10.00 alle 12.45 e dalle 15.30 alle 19.30. Domenica e lunedì su appuntamento.
Catalogo in galleria realizzato in occasione della mostra dal 6 al 29 luglio 2001 tenutasi a Palatu ‘e sas Iscolas, Villanova Monteleone (Sassari), con testi di Giuliana Altea, Marco Magnani, Marco Senaldi e Auro Bulbarelli, £ 20.000info sul catalogo.
tel/fax: 376/363248, e–mail:carasi-massimo@libero.it



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9 Commenti

  1. A Tigermoon: sapevo che a molti la biografia di Greta Frau era nota (anche se, per la verità, stiamo parlando di un’artista salita alla ribalta in tempi recentissimi e non è obbligatorio conoscerla assolutamente) e tuttavia ho creduto di far bene a riportarla almeno sinteticamente, per un motivo preciso: su Ex alla Frau non si era ancora dedicato un’articolo, per così dire, “monografico”. Sarà un po’ la mia deformazione professionale da archivista che mi spinge a ritenere fondamentale, in questo sito, appunto l’archivio.

  2. dove avete messo il senso dell’umorismo?
    Greta Frau serve a ridicolizzare l’artista edonista/egoista, capace di proporre il nulla e di farlo passare come opera d’arte, in questo senso, la “divina Greta”, è una meravigliosa provocazione.

  3. In questi giorni sto approfondendo questo inquietante fenomeno poetico, perchè di questo si tratta, di Greta e G.96.
    E che a Tigermoon sia venuto a noia il mistero di Greta potrebbe anche essere di qualche interesse, se solo riuscisse a sverlarci quale sia questo segreto.
    Casomai non vi riuscisse è sollecitata ad evitare sentenze che poco hanno a che fare sia con le tigri che con la Luna.
    Ma soprattutto con l’arte, la poesia e i misteri.
    Sono, questi, misteri sfuggenti. Ardori interiori, che non possono certo essere intesi da chi fa dell’approssimazione una bandiera, anzi, una bandieruola.
    Che Greta sia su una sedia a rotelle non me ne può fregar di meno, anche perché credo non freghi nulla nemmeno a lei, o a lui, o chiunque sia.
    La poltiglia melmosa e appiccicaticcia di un certo modo di approcciarsi alla cultura contemporanea ci fa rimpiangere il tempo di Coboldo, quando non li sgozzavano al suono di liuti scordati.
    La campagna è bellissima, anche quando piove.
    La campagna è bellissima e la bellezza è la sua luce.
    La campagna è uno dei tre soggetti universali dell’arte.
    Dio, l’uomo, la Natura.
    Chi non si avvicina a Greta con intento uno e trino non la può sfiorare.
    Non è determinante per la vita sulla terra, ma io non ci rinuncerei.
    Ciao, Biz.

  4. Avanti ragazze!
    in Campagna! in marcia e in contromarcia oltre i rimossi confini di bellezza G.96

    greta frau, sulla Sassari-Olbia, non si è sgualcita il vestito.

    ora però è su una sedia a rotelle.

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