28 maggio 2014

Fino al 11.VI.2014 Marie Harnett, Drawings Galleria Valentina Bonomo, Roma

 
Il materiale su cui lavora Marie Harnett, giovane artista inglese, è il cinema. Che lei rielabora in micro disegni, dotati di originalità simbolica -

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Alla galleria Valentina Bonomo di Roma è in corso la mostra personale di Marie Harnett, giovanissima artista inglese nata ad Herfordshire nel 1983. I suoi piccoli e accuratissimi disegni riproducono immagini prelevate da film come ad esempio Heleno e Il Grande Gatsby, che nell’isolamento della singola inquadratura e nel passaggio linguistico si trasformano in immagini dotate di una diversa qualità simbolica e immaginativa. L’abbiamo intervistata per capire il senso della sua ricerca.
Marie Harnett, Drawings, Factory Girl
Realizzi piccoli disegni a matita di scene tratte da film o dalla vita pubblica delle star. Qual è il senso della relazione che secondo te c’è fra disegno ed immagine filmica?
«In realtà non ho mai  tratto ispirazione dalla vita pubblica delle star per i miei disegni, così come non sono interessata alle celebrità. I miei disegni si ispirano al mondo del cinema perché credo sia una magnifica risorsa di immagini visive,  ci sono moltissime storie e temi che posso esplorare. Inoltre, ho sempre amato i film e le nuove forme espressive, credo sia un sorta di mezzo di trasformazione.
Tuttavia, quando creo un nuovo disegno spesso nemmeno lo vedo il film  e non sono nemmeno interessata a conoscerne la trama. Preferisco usare la mia immaginazione per creare la trama che preferisco».
Lavori su delle serie formate da diversi “fotogrammi disegnati”, in genere estrapolati da un unico film. Le tue immagini perdono naturalmente quella continuità narrativa che avevano nei film, per diventare frammenti iconici della nostra memoria collettiva. pensi che nel nostro tempo le immagini siano ancora dotate di una capacità simbolica?
«In ogni caso non si tratta di qualcosa di cui mi preoccupo quando creo un disegno. Non è qualcosa di cui mi voglio rendere consapevole, per cui non provo nemmeno ad esplorarla».
Come scegli i film da cui prelevi le immagini?
«Guardo i trailer in bianco e nero senza sonoro, così posso completamente focalizzare l’attenzione sull’immagine filmica. Poi,  scelgo semplicemente i film che mi sono piaciuti di più. Essi possono essere molto differenti fra loro, l’importante è  che ci sia qualcosa che mi colpisca. La mia scelta tende ad essere una combinazione di interesse visivo e di stimolo a creare una trama tutta mia.  Per questo lavoro partendo dai trailer senza il bisogno di vedere tutto il film».
Credi che la bellezza sia ancora importante nella ricerca artistica attuale?
«Sembra incredibile, ma è così. Penso che la diversità sia molto importante nel mondo dell’arte contemporanea, è così meravigliosa che ci sono infiniti modi per esplorarla  nelle arti visive e credo che la bellezza ne sia parte integrale.  Essa ha un’importante ruolo nella stesura dei miei lavori. Ritengo che bisognerebbe essere attenti nell’osservare un’opera e percepirla con un senso di gioia, poiché la bellezza che emana è davvero una grande esperienza».
 Hai mai pensato di fare disegni elaborando le immagini da un romanzo?
«Si, mi sono ispirata a tante varietà di cose, ma non mai tradotto in arte visiva un libro o una musica. All’inizio ho realizzato disegni traendo spunto dal romanzo a fumetti “Sin City”.  La cosa interessante è che la maggior parte dei miei disegni sono tratti da film che a loro volta sono tratti da libri».
Raffaele Gavarro
mostra visitata l’11 Aprile
Dall’11 Aprile all’ 11 Giugno 2014
Marie Harnett, Drawings
Galleria Valentina Bonomo
Via del Portico di Ottavia 23
00186, Roma

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