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Fino al 30.XII.2001 Giovanni Pisano: la tecnica e il genio Genova, Museo di Sant’Agostino
genova
Il Monumento funebre a Margherita di Brabante di Giovanni Pisano -un unicum nella scultura del Trecento- presenta una novità, l’occasione per una “mostra” e l’avvio di una serie di pubblicazioni sulle opere del Museo di Sant’Agostino...
di redazione
Margherita morì di peste, a Genova, il giorno di Santa Lucia del 1311. Lei aveva 36 anni, era bionda, “nel viso quasi da fanciulla –dicono le cronache dell’epoca- spiccavano la bocca, piccola e gli occhi, sempre ridenti”. Lui, Enrico VII, conte di Lussemburgo volle, in memoria della moglie “carissima al suo cuore”, un sepolcro marmoreo. Per la sua regina, Enrico, chiamò Giovanni Pisano, il più celebrato e innovativo scultore del tempo, che venne a Genova, il 25 agosto del 1313, in tempo per ottenere l’incarico, pur essendo mancato proprio il giorno prima anche il consorte. Il maestro, figlio di Nicola de Apulia , essendo nato verso il 1245 aveva all’epoca circa settant’anni, la sua dignitas era già scolpita nel pergamo pisano, ma lavorare a un monumento funerario fu, per lui, una novità. E tale rimase. La prima tomba di sovrano realizzata in Italia durante il Basso Medioevo, su committenza alta, effige, per di più, di donna, non solo regina ma anche sposa amata (secondo la tradizione cinquecentesca Enrico fece porre il suo cuore nell’urna della moglie). Margherita, venerata vox populi , santa lo diventò ufficialmente già nel 1313, per proclamazione dell’arcivescovo francescano di Genova Porchetto Spinola. Dunque un processo di canonizzazione lampo, un’altra circostanza speciale che attendeva un’opera altrettanto fuori dal comune. Così fu. Il sepolcro venne collocato in San Francesco di Castelletto, sulle colline a nord della città, luogo ambito dalle famiglie più aristocratiche. Da Castelletto, dai vicini giardini di Palazzo Bianco e da Villa Galliera a Voltri arrivano in Sant’Agostino in frammenti del monumento smembrato nel XVI secolo, ritrovati, in parte, nel 1874. (Un recupero, quello ottocentesco, che si deve, fra l’altro, a un altro grande scultore, Santo Varni). Quale fosse l’esatta composizione delle sculture non è stato ancora completamente chiarito, neppure in questa sede dove viene presentato un nuovo tassello con una figura di “Dolente”. Il frammento con l’”Elevatio” (Margherita sollevata al cielo da due angeli) da una misura della lettura in chiave moderna che Pisano seppe dare all’idea cristiana di morte, come trapasso ma anche come evento dinamico. Il volto di Margherita, dolce e volitivo, incarna perfettamente le virtù già attribuite alla santa dai contemporanei. Nessuna donna del Medioevo infine era mai stata rappresentata così, nella sua corporeità. Una rivoluzione, dunque, dell’iconografia tombale dove trionfavano personaggi immobili, distesi sui sarcofagi, ieratici, contornati da cartigli e epitaffi.
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mostra visitata il 3 ottobre
Giovanni Pisano: la tecnica e il genio , Genova, Museo di Sant’Agostino, piazza Sarzano 35r. Orari: da martedì a sabato 9-19, domenica 9-12,30, lunedì chiuso.
Ingresso: £. 4000.
Per informazioni tel. 0102511263.
Visite guidate: NO. Accesso disabili: SI. Servizi igienici: SI, bookshop: SI, bar/ristorazione: NO. Info: 0102511263.
Catalogo: £. 6.000 “Giovanni Pisano: la tecnica e il genio.
1.Novità e approfondimenti sul monumento a Margherita di Brabante” concepito come il primo numero di una serie di “quaderni del museo” a cura del direttore Clario di Fabio. Una doverosa precisazione: il monumento vale la visita sia per l’eccezionalità dell’opera, sia per la ricchezza del museo, a torto poco noto, ma non si parli di mostra: se si esclude la pubblicazione, non esiste nessun apparato didattico (solo schede di sala) che ne spieghi le ragioni o che guidi i visitatori.
[exibart]