16 luglio 2014

Fino al 20.VII.2014 Andy Warhol, Vetrine Pan, Napoli

 
Pop is not dead. Grazie anche a Andy Warhol. Si aggiunge alla serie di mostre che celebrano l’artista icona, ma quella di Napoli, scava nei suoi ricordi italiani attraverso i ritratti. Nell’epoca del selfie -

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Andy Warhol al Pan è stato pop(ular) più che mai, e questa costatazione travalica il contenuto d’alto valore della personale curata da Achille Bonito Oliva. Il successo della mostra prescinde dal rapporto privilegiato di Warhol con la città, prescinde persino dalla gratuità dei primi tre giorni. L’exploit s’inserisce in una capacità insita alla mostra stessa, quella di diventare un trend. In questo modo la partecipazione entusiasta di molti si è amalgamata ad un diffuso presenzialismo da selfie, che, beninteso, non ha nociuto a nessuno. Anzi. 
Andy Warhol, Joseph Beuys
Il resto è solo Andy Warhol, verrebbe da dire. Una rassegna di 180 opere rivolte per lo più al rapporto che legava Warhol a Napoli, nato a metà degli anni ’70 grazie all’amicizia con Lucio Amelio e alla volontà di Mario Franco. Il percorso espositivo si snoda attraverso i ritratti dei personaggi noti della città che l’artista ebbe modo di conoscere durante le sue visite in Italia, quali Graziella Lonardi Buontempo, Ernesto Esposito, Peppino di Bernardo, Salvatore Pica e naturalmente Joseph Beuys. A questi si aggiungono le vedute partenopee delle sue Napoliroid e il monumentale Fate Presto, l’headline work basato sulla prima pagina del Mattino del 23 novembre 1980, il cui titolo trasformava in notizia l’evento drammatico del terremoto d’Irpinia. A questo seguì Vesuvius, una serie di lavori in cui l’immagine del vulcano viene replicata ossessivamente in colori diversi. “Come non avventurarsi con questa guida nell’universo-Warhol, dove la valenza assertiva dell’immagine provoca pura spettacolarità e la ripetizione esprime un paradossale amore per l’arte – nota Achille Bonito Oliva – Un’estensione quantitativa che si ribalta in amplificazione qualitativa”. 
La mostra propone inoltre la serie Ladies and Gentlemen del 1975 e i disegni realizzati dall’artista a partire dalle fotografie di Wilhelm von Gloeden acquistate da Lucio Amelio, la storica serie Marilyn del 1967 e quella firmata nel 1985 da Warhol con la scritta “Marilyn this is not by me”. Vetrine, il titolo della mostra, rispecchia la scelta di inserire al suo interno quattro spazi omonimi che raccolgono il dialogo mai interrotto da Warhol con il mondo commerciale delle case discografiche, dei negozi del lusso di Madison Avenue, della grande distribuzione dei supermercati, del merchandising turistico o culturale. Da qui la presenza di “sezioni vetrina” con le serigrafie delle Campbell’s soup e le t-shirt realizzate dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Torna dunque, ed era pacifico immaginarlo, quel legame metafisico che collega Napoli a New York, una sfida lanciata a suo tempo da Lucio Amelio. Oggi, quella liason imaginaire si fa reale ancora una volta, quarant’anni dopo, in quella fila all’ingresso che fa sembrare Napoli un po’ più New York e un po’ meno se stessa. 

Mario Mosca
mostra visitata il 15 marzo

Dal 18 aprile al 20 luglio 2014
Andy Warhol, Vetrine
Pan, Palazzo delle Arti Napoli 
Palazzo Roccella – via dei Mille, 60
Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30, domenica dalle 9.30 alle 14.30.

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