16 giugno 2016

Artisti nativi digitali

 

di

Dai primi approcci alla tecnologia di alcuni artisti alla fine degli anni Sessanta, le cose sono molto cambiate. Il digitale è diventato un mezzo alla portata di tutti, sempre più utilizzato nel mondo dell’arte. E pensare che i primi lungimiranti artisti che ne hanno fatto uso sono stati a lungo considerati di seconda categoria rispetto ai loro colleghi più tradizionalisti.
Negli ultimi anni le carte in tavola sono ancora cambiate a causa dell’emergere dei cosidettti “artisti nativi digitali”, giovani nati dal 1989 in poi, quando la tecnologia era già a buon mercato ed esisteva una connessione internet veloce. Questi artisti, ribattezzati generazione 89plus, sono cresciuti con «il virtuale mai lontano dal proprio fisico», spiega Marc Spiegler, Global Director di Art Basel e giornalista esperto di arte, videogiochi, architettura, design e politica.
Il loro valore aggiunto è aver avuto a disposizione non solo strumenti migliori per fare arte digitale, ma anche nuovi mezzi per scolpire e dipingere, come dimostra la recente invenzione del Tilt Brush di Google, il pennello virtuale per disegnare in 3D. Alcuni giovani artisti poi, non hanno nemmeno bisogno di sofisticate tecnologie per le loro performance, ma si limitano ad usare i social network. Come ha fatto Amalia Ulman, che in soli due anni da Instagram è arrivata alla Tate Modern. (Giulia Testa)
Fonte: Cnn

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui