18 aprile 2017

Problemi legali per Warhol

 

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Nel 1981 venne pubblicata una rivista che ritraeva in copertina il cantante Prince, fotografato da Lynn Goldsmith. Quest’ultima ha recentemente citato in causa la Andy Warhol Foundation affermando che lo stesso Warhol violò i diritti d’autore della suddetta fotografia.
La Fondazione ha a sua volta presentato e depositato lo scorso venerdì al tribunale di New York una replica in cui afferma che l’artista ha sempre utilizzato ritratti e fotografie famose, anche in occasione delle serigrafie raffiguranti Prince.
Dopo più di 30 anni dalla fotografia in questione, da cui Warhol trasse l’idea trasformandola, la Goldsmith ha comunque deciso di denunciare la Fondazione – poiché è certa che il ritratto violi la sua fotografia- e di chiedere un grosso risarcimento in denaro.
D’altro canto, l’accusa afferma che i ritratti di Andy Warhol sono nettamente differenti dalla fotografia grazie alle diverse elaborazioni grafiche e non: lo scopo dell’accusa infatti è quello di proteggere le opere e l’eredità del defunto artista.
La Fondazione è comunque alla ricerca di ulteriori elementi che supportino la tesi che non è stato violato alcun diritto di copyright sulle fotografie della Goldsmith. Inoltre l’ente sostiene che la fotografa fosse a conoscenza delle serigrafie che Andy Warhol stava elaborando in quegli anni, anche perché la stessa immagine venne utilizzata nel numero di Vanity Fair del 1984 dal titolo “Purple Fame: An Appreciation of Prince at the Height of his Powers” e, da un post pubblicato dalla stessa Goldsmith sul suo profilo nel 2015, si evince che la conoscesse. 
La Goldsmith ha subito affermato che la ragione per cui sta portando il caso agli occhi di tutti dopo più di 30 anni è perché ne è venuta a conoscenza solamente nel momento in cui vide il numero della rivista Conde Nast, “The Genius of Prince”, nonostante la Andy Warhol Foundation stia dimostrando il contrario. 
Infatti, anche se gli scatti sono stati ispirati dai soggetti delle sue fotografie, questi ultimi vennero rielaborati con quell’unico e particolare metodo di ritrattistica dell’artista che hanno alterato senz’ombra di dubbio l’estetica visiva delle fotografie stesse. (Giulia Pavesi)
Fonte: Artnet 

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