15 maggio 2017

Il Museo dello Sceicco a NY

 

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Sheik Mohammed Rashid Al- Thani, membro della famiglia al potere in Qatar, ha inaugurato l’apertura del primo centro culturale di New York che possa rappresentare il mondo artistico arabo-islamico. Duecento metri quadrati che accolgono le mostre di artisti arabi e musulmani che si prestano ad interagire nel dialogo interculturale e religioso promosso dall’Istituto d’Arte Araba ed Islamica. 
L’islamofobia incoraggiata dalla corrente filotrumpiana non ha scoraggiato Al-Thani nell’implementazione del suo progetto, sul quale stava già lavorando dal 2014, anzi ha dato prova, secondo quanto afferma, di definire chiaramente e mettere in discussione  gli stereotipi creatisi sulla popolazione islamica. Una delle ispirazioni per il progetto è stato il libro intitolato Orientalismo, scritto dal critico Edward Said nel 1978, che tratta appunto quella connotazione stereotipata che appartiene, in qualche modo, al Medio Oriente. «Che si tratti dell’esotica donna con l’uva o dell’impero Ottomano, i pregiudizi e gli stereotipi hanno sempre accompagnato il corso della storia» ha affermato Al-Thani, «Ad ora tali dinamiche si sono evolute in un clima pilotato principalmente dalla politica».
L’architettura islamica e il design geometrico caratterizzano la prima mostra collettiva dal titolo “Exhibition 1”, attraverso l’esaltazione della “Sacra geometria” che appartiene alla tradizione islamica da secoli, interpretando tale disciplina scientifica come linguaggio che può unire realtà eterogenee. Un percorso che si spinge oltre il contesto religioso attraverso le opere di diversi artisti, tra cui tre donne: Dana Awartani dall’Arabia Saudita, Zarina Hashmi, che lavora a New York ma di origine indiana e Nasreen Mohamedi.  (Gaia Tirone)
Fonte: Guardian

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