05 gennaio 2018

Vuoi vedere il MET? Paga

 
Il Metropolitan di New York annuncia il rincaro dei biglietti di ingresso. E scoppia la polemica

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Anno nuovo, policy nuova. In Italia aumenta il costo delle autostrade e delle buste della spesa, a New York il biglietto di ingresso al Metropolitan Museum. Evidentemente, anche lo storico museo pubblico, inaugurato nel 1872 e da sempre un colosso nel panorama dell’arte e della cultura, starà risentendo dei tagli effettuati da Donald Trump e ha appena annunciato che l’ingresso non sarà più a offerta libera, come accadeva da oltre cinquant’anni. A partire da marzo, i visitatori dovranno pagare un biglietto di 25 dollari, 17 per gli anziani, 12 per gli studenti, una cifra in linea con altri musei newyorchesi, come il MoMA, il Guggenheim e il Whitney. L’offerta libera invece sarà ancora valida per i residenti dello Stato di New York e per gli studenti del Connecticut e del New Jersey. La direzione dell’istituzione afferma che la mossa è necessaria per fornire un flusso di entrate affidabile e garantire la sostenibilità a lungo termine. Alla conferenza stampa, Fred Dixon, CEO dell’Ente di New York per il turismo, ha messo l’accento sull’enorme valore di questa mossa, visto che, da due anni, le presenze superano i sette milioni di visitatori. Attualmente, il museo versa in uno stato di deficit abbastanza grave, intorno ai 10 milioni di euro ma il Met spera di andare in pareggio entro il 2020, puntando su questa operazione e su una gestione finanziaria più oculata, che comprenderà anche un numero minore di mostre. Attualmente, la bigliettazione incide per il 14% sul budget operativo del museo e si stima che il cambio di politica aggiungerà un ulteriore 2-3%, portando le entrate da 6 milioni all’anno a 11. Ma i numeri e i bilanci non sono serviti a placare le polemiche e dalle colonne del New York Times, Holland Cotter e Roberta Smith hanno già criticato duramente la manovra, descrivendola come classista e razzista: «Dividere le persone in categorie, ricche e povere, locali e straniere, è proprio ciò di cui il Paese non ha bisogno, in questo momento». 
Fonte: NYT

1 commento

  1. che il NYT la mettesse subito in politica era ovvio, personalmente non credo alla gratuità di arte e cultura perché questo sì è razzista e classista imponendo a tutti i cittadini, anche i meno abbienti e non interessati di mantenere attraverso le proprie imposte un baraccone che spesso interessa ale categorie più fortunate come studiosi e intellettuali e ai turisti che visitando la città entrano al museo solo per dire di essere stati al MET, some fosse un’attrattiva di cui vantarsi che la si capisca o meno. La cultura e l’arte hanno bisogno continuo di fondi per poter sopravvivere ai secoli ed è giusto che la spesa di questa esistenza se la sobbarchino coloro a cui interessa. Certamente giusto riconoscere uno sconto a vecchi e studenti, ma gli altri paghino e 25$ non sono una tragedia, due Hamburger o tre birre di meno.

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