26 marzo 2018

Vendesi Pollock per sopravvivere

 

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Per la prima volta nella storia un museo brasiliano sta pianificando di vendere un’opera d’arte per sistemare le sue finanze. Il Museo di Arte Moderna (MAM) di Rio de Janeiro, che ha un deficit di bilancio di circa 450mila dollari, mira a vendere No. 16 (1950) di Jackson Pollock – l’unica opera dell’artista in uno spazio pubblico brasiliano.
Il lavoro potrebbe portare circa 25 milioni di dollari e sarà offerto ad altri musei e collezionisti privati nel paese prima che il MAM si rivolga alle case d’asta internazionali. In quanto istituzione privata senza fini di lucro, il MAM non riceve alcun finanziamento da parte dello stato o della città. In una dichiarazione pubblicata lo scorso 20 marzo, il ministero della cultura brasiliano è intervenuto per sostenere la decisione del museo, scrivendo che “riconosce e apprezza l’autonomia del MAM per garantire la conservazione della restante collezione del museo”. Il ministero ha aggiunto che “sebbene il lavoro sia di rilevanza indiscutibile, la sua vendita da sola è sufficiente per raccogliere le risorse necessarie per creare una dotazione che garantisca la sostenibilità del museo e consenta di diventare meno vulnerabile alle crisi e meno dipendente da donazioni e sponsorizzazioni”. 
L’Istituto Brasiliano dei Musei (IBRAM), una branca del ministero della cultura brasiliano che sovrintende circa 30 musei pubblici, si è opposto pubblicamente alla vendita. Un giorno prima che il ministero pubblicasse la sua dichiarazione, il gruppo ha rilasciato una lettera in cui chiedeva al MAM di riconsiderare la sua decisione, scrivendo: “Siamo pienamente consapevoli delle profonde difficoltà finanziarie che affliggono i musei brasiliani, ma vorremmo pensare che la conservazione delle sue collezioni è un imperativo e i precetti etici sulla gestione dei musei affermano che la vendita delle opere deve essere riservata al finanziamento di altre acquisizioni e al miglioramento delle collezioni”. 
L’organizzazione ha offerto il suo supporto per aiutare il MAM a trovare altre soluzioni ai suoi problemi finanziari. 
Marta Mestre, curatrice ed ex interna al MAM ha scritto su Facebook che si tratta di una scelta che ha dell’assurdo, visto che il Pollock non solo è stata una donazione, ma è anche una delle opere sopravvissuta all’incendio storico accaduto al museo nel 1978, che distrusse il 90 per cento della sua collezione di quasi mille opere d’arte. 
L’olio su masonite fu donato, infatti, nel 1954 – un anno prima che l’edificio del MAM al Flamengo Park fosse completato – dal filantropo e politico americano Nelson Rockefeller, allora vice presidente del museo. Il presidente attuale del MAM, Carlos Alberto Chateaubriand, ha difeso la decisione del museo, dicendo al quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo: “Dobbiamo prenderci cura di tutti i nostri costi” e la decisione non sarà discussa con la stampa. Chateaubriand aggiunge che l’idea di IBRAM di “Discutere di misure alternative è molto bella, ma come si pagano le bollette?”. Più amaro di così…

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