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In un lungo articolo apparso su Frieze, anche gli americani per un attimo diventano italiani. In che senso? In quello che per anni ha pervaso il nostro Padiglione Italia, fatto di ritardi, di scelte discutibili, di pressapochismo.
È il Dipartimento di Stato di Trump che invece, stavolta, è in ritardo di oltre 3 mesi sull’annuncio del suo padiglione nazionale, “testimonianza del caos che ha inghiottito l’amministrazione”, scrive Cody Delistraty.
”Per le ultime tre edizioni, gli artisti americani sono stati annunciati ad aprile (Mark Bradford nel 2017, Joan Jonas nel 2015) o febbraio (Sarah Sze nel 2013) dell’anno precedente. Dato che siamo quasi arrivati ad agosto con ancora nessuna parola su un artista americano, alcuni ritengono che ciò sia motivo di preoccupazione, ironicamente e non”, si legge nel pezzo.
Ma gli Stati Uniti sono davvero così in ritardo? E c’è motivo di preoccupazione? Solo 25 Paesi hanno annunciato i loro artisti finora: Giappone, Grecia, Corea, Cina, Danimarca e Repubblica Ceca (e Italia) non hanno ancora annunciato i loro artisti. Gli Stati Uniti non hanno alcun obbligo formale di annunciare fino alla fine dell’anno. “È davvero insolito che gli Stati Uniti non abbiano ancora fatto il loro annuncio, dato che sono tipicamente uno dei primi padiglioni. Ma sembra anche improbabile che Trump e il suo Dipartimento di Stato, guidato da Mike Pompeo, stiano attivamente tentando di far affondare il padiglione americano alla Biennale di Venezia”. E ancora: “Quello che è il ritardo nell’annunciare un artista americano per Venezia suggerisce invece che gli Stati Uniti, sotto Trump, non prendono più sul serio la propria leadership globale, specialmente negli affari socio-culturali. Simbolicamente, questo può essere visto come un’altra regressione, un altro passo verso l’isolazionismo in un mondo che considera la globalizzazione come un progresso. Ma è anche in gran parte una testimonianza del caos che affligge la Casa Bianca”.
Ricordiamo anche che Pompeo è già il secondo segretario di Stato di Trump ed è in carica da aprile 2018, dopo che Rex Tillerson se ne è andato dopo soli 13 mesi (durante il periodo in cui gli Stati Uniti tipicamente nominano il loro artista).
Fonte: Frieze